Quantcast
×
 
 
06/09/2015 06:45:00

Pietro Puccio: "Così il Gal Castellammare va alla scoperta della cultura agricola"

 E' palesemente soddisfatto Piero Puccio, presidente del Gal (Gruppo d'azione locale) "Golfo di Castellammare".
Il Gal "Golfo di Castellammare" raggruppa soci pubblici e privati ma anche espressioni dell'associazionismo di sette comuni che vanno da Cinisi ad Alcamo passando per Terrasini, Borgetto,Trappeto, Balestrate e Partinico.
Un territorio straordinario e bellissimo che ospita uno degli aereoporti piu' importanti del Mediterraneo ed e' attraversato longitudinalmente dalla Palermo-Mazara. Il tracciato di questa autostrada ricalca per sommi capi la via consolare Valeria che collegava Messana (Messina ) a Lilibeo (Marsala) , strada romana di cui proprio il gal in rappresentato da Pietro Puccio sta scoprendo affascinanti testimonianze a Madonna del Ponte un antico santuario fondato dagli aragonesi ai confini tra Partinico, Balestrate e Trappeto.

Puccio, nella sua opera viene supportato dai dinamici consiglieri e dal direttore tecnico  Prof. Andrea Ferrarella. Ci faccia un bilancio sull'attività svolta fino ad oggi.

E' un bilancio decisamente positivo. Abbiamo individuato insieme alle competenti strutture della Regione Siciliana che vigilano e sostengono il nostro lavoro, un percorso di sviluppo rurale che punti al recupero della memoria storica ed identitaria. Non comunque una operazione di nostalgia ma un investimento per il futuro della nostra agricoltura e del nostro turismo che deve essere fondato sulla tutela del paesaggio , del territorio ,delle sue capacita' agricole apprezzate fin dall'epoca repubblicana di Roma. Ed in questo senso abbiamo fatto tante scoperte affascinanti.


Per esempio ?


Per esempio l'esistenza nella Valle dello Jato di una forte presenza di testimonianze materiali e spirituali. Di una Storia siciliana che proprio qui non e' solo passato e presente, ma appunto e soprattutto futuro.
Penso all'eredità del genio benedettino di innovare i metodi usati nell'alto medioevo in agricoltura ma anche il recupero dei ponti federiciani a Madonna de Ponte tra Partinico,Balestrate e Trappeto. Ed ancora la struttura idraulica dell'araba Cuba delle Rose ad alcamo e dei mulini diffusi in queste verdissime valli.
Sempre ad Alcamo abbiamo finanziato il restauro acura del comune alcamese della fontana araba del quartiere di Santu Vituzzu,il quartirere piu' antico di Alcamo ancora di impronta araba. Ed inoltre il recupero funzionale la chiesa normanna di San cataldo in Territorio di Terrasini. Il recupero paesaggistico del Santuario del Furi sulle incantevoli montagne che sovrastano Cinisi e sempre a Cinisi la riscoperta e la promozione anche scientifica della razza della Vacca cinisara , un bovino siciliano straordinario. Ed inoltre Il libro sulle potenzialita' economichhe della coltivazione del Mango con convegno scientifico tenuto a Balestrate. E il convegno sulla coltivazione della canna da zucchero a Trappeto nella storia e l'importanza della cannamela nella storia economica della Sicilia. E poi ancora il volume di Francesca Davi' sulla tradizione plurisecolare dei "i pani di San Giuseppe" a Borgetto ed in tutta l'area che va dallo Jato al territorio segestano.


E il rapporto con gli enti locali ?

In tutti questi numerosi interventi abbiamo verificato l'alta professionalita' e competenza delle strutture sia politiche che tecniche degli enti locali interessati insieme ad una voglia di imprenditoria sana e di un volontariato entusiasta.


Memoria riscoperta come volano dello sviluppo quindi , sviluppo finalizzato a dare occupazione alle giovani generazioni che devono rimanere in Sicilia. E l'anno prossimo, che si fa?

 

Proseguiremo questo percorso virtuoso di riscoperta di una civilta' agricola che era il motore della vita dei nostri 7 comuni. Abbiamo una scommessa da vincere: la Valle dello Jato deve divenire un punto di approdo turistico, economico e culturale. La valle dello Jato non e' piu' solo un punto di transito.

Concludo con una mia nota personale: Gal Golfo di Castellammare, un esempio di una Sicilia che funziona.

 


Luigi Culmone