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18/03/2016 06:30:00

Mazara. I debiti del Comune. Arrivano due batoste da 3 milioni di euro

 

Due tegole da circa di due milioni e 800 mila euro sono arrivate, nelle scorse settimane, sulle casse di Palazzo dei Carmelitani. Il Consiglio comunale di Mazara del Vallo ha da poco approvato, infatti, il primo dei due: un debito fuori bilancio da 440 mila euro. L’onere finanziario discende da una condanna giudiziaria definitiva subita dal Comune, per una vicenda avvenuta oltre un ventennio fa, nel settembre del 1995. Si stava procedendo al rifacimento dello stadio comunale di calcio, Nino Vaccara, ed in particolare, alla realizzazione di un cordolo in cemento lungo 60 metri, quando, una parte dello stesso, crollò addosso a due operai, provocandone la morte.
Il comune condannato in solido col dirigente.
“Con riserva dell’amministrazione comunale – si legge nell’atto deliberativo – di procedere al recupero delle somme corrisposte per conto del dipendente comunale” (Alberto Ditta, allora dirigente dell’ufficio pianificazione urbanistica del terzo settore), ed ancora oggi alle dipendenze dell’ente con altra mansione, “di 219.765, 64 euro, anticipate per terzi”; la rimanenza, invece, è stata inserita nella voce “debiti fuori bilancio”. La delibera, approvata in Aula dai consiglieri, è stata inviata per competenza anche alla procura regionale della Corte dei conti. “La somma – ha risposto l’assessore Vito Ballatore in Aula, dopo apposita domanda fatta da un consigliere comunale – dovrebbe essere in fase di recupero, nei confronti del dipendente, da parte degli uffici del personale: la procedura non è di diretta responsabilità dell’amministrazione”.
A batter cassa è stata l’Inail di Trapani.
La somma per l’intero importo (poco meno di 442 mila euro) era stata pignorata presso la tesoreria comunale ed è stata già liquidata all’inail a maggio del 2015, ma la notizia, da allora ad oggi, era rimasta a conoscenza solo degli addetti ai lavori.
Un altro decreto ingiuntivo costerà ai cittadini € 2.341.550,04 euro.
L’altra mazzata è, invece, dovuta per un debito col Comune di Campobello di Mazara, per questioni che dovrebbero essere legate ad una delle vasche di conferimento della discarica di rifiuti, che si trova presso Campana Misiddi, di proprietà dell’ente campobellese.
Cinque rate salvano il patto di stabilità.
Per fortuna il comune di Campobello ha concesso al vicino mazarese una cospicua dilazione. Un po’ come fosse l’acquisto dell’automobile, la salvifica rateizzazione ha permesso di non mandare all’aria il tanto strombazzato patto di stabilità: spada di Damocle che è già costata una condanna – in secondo grado, al sindaco Nicola Cristaldi (Fratelli d’Italia), da parte della Corte dei conti – alla restituzione di circa 83 mila euro. La faccenda era legata alle allegre e copiose nomine di consulenti ed esperti fatte da Cristaldi nel 2009 – in violazione di legge per il mancato raggiungimento, da parte del suo predecessore, Giorgio Macaddino (Pd), del patto di stabilità nel 2008.
La dilazione dei pagamenti (come si legge nella determina dirigenziale N.982 del 30.12.2015 III Settore SERVIZI ALLA CITTA’ ED ALLE IMPRESE) prevede che – alla prima tranche da 450 mila euro, già saldata – ne seguano altre quattro, per importi che, al momento, non sono ancora noti.
Ancora una volta il Comune di Mazara è stato condannato a sborsare somme esorbitanti. E, ormai, non si riescono più a contare le batoste prese dai giudici, con le le relative spese di giudizio in aggiunta al danno: imposte in questo caso dal giudice del tribunale di Marsala (sezione distaccata di Castelvetrano) che sono costate altri 25 mila euro.
Una fine ed un inizio anno da far tremare i polsi a qualsiasi amministratore, quella toccata in sorte all’amministrazione Cristaldi. Un Comune, quello mazarese, dove le difficoltà legate alla scarsissima capacità di riscossione dei tributi locali è stata già sancita da diverse tirate d’orecchi da parte della magistratura contabile isolana. Altre criticità sui controlli economici interni, spese non chiare ed altro, sono state evidenziate in un procedimento (Pronuncia di accertamento ex art. 148 TUEL) avviato dalla sezione di controllo della Corte dei Conti siciliana – sul quale si dovrà pronunciare obbligatoriamente, a giorni, il consiglio comunale – che, se non risolte, potrebbero portare ad una nuova denuncia alla procura generale della magistratura contabile.
Non ultima – a certificare la nebulosa la situazione delle casse comunali – è giunta la decisione di esternalizzare la riscossione dei tributi cittadini: iniziativa avallata, qualche mese addietro, dal Consiglio comunale, ma con parecchi mal di pancia anche all’interno della stessa maggioranza in Aula. A ciò va ad aggiungersi la recente moda dell’invio di imposte scadute e prescritte – come nel caso dell’ultima Tia 2010, ricevuta dai contribuenti a gennaio 2016 – usanza malsana che aggraverà le incombenze (leggasi ricorsi) per i cittadini mazaresi. Le nubi fosche sulla tenuta dei conti per la Città sul Mazzaro e, soprattutto, per le tasche dei cittadini si addensano, dunque, sempre più.

 


Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP