Quantcast
×
 
 
06/11/2016 06:45:00

La Chiesa di Mazara: "Beatifichiamo Padre Matteo Adami": Gesuita martire in Giappone

Si è svolta nel Seminario Vescovile di Mazara del Vallo la tavola rotonda su Padre Giovanni Matteo Adami, gesuita mazarese martire in Giappone nel 340esimo anniversario dalla nascita. L'iniziativa è volta alla beatificazione del padre gesuita. 

Chi era padre Giovanni Matteo Adami? Ai più il nome dice poco, ma questo gesuita è nato a Mazara del Vallo il 17 maggio 1576 e fece parte della Compagnia di Gesù sino alla sua morte, avvenuta il 22 ottobre 1633 a Nagasaki, dove venne catturato e condannato al supplizio. Padre Adami fu molto apprezzato da personalità di rilievo nella storia della Chiesa del suo tempo, come il cardinale Giulio Antonio Santori e lo stesso Preposto Generale, p. Claudio Acquaviva; così come molto vicino gli fu p. Pietro Spinelli, Rettore di importanti collegi gesuitici, compreso il Collegio Romano, dove avvenne la prima formazione di padre Adami.

Di padre Adami rimangono le poche lettere manoscritte, sopravvissute a naufragi e traversi diverse che tormentarono le comunicazioni fra Giappone ed Europa e costituiscono uno dei riferimenti più importanti della sua storia. Sono conservate presso l’Archivum Romanum Societatis Iesu con date di invio che vanno dal 1615 al 1624. Si tratta di lettere in lingua italiana e in lingua portoghese.

Padre Adami fu condannato al supplizio dell’ana tsurushi, impiccagione a testa in giù, con il corpo calato fino a metà nella fossa, dove morì dopo cinque giorni di atroci sofferenze il 22 Ottobre 1633.
Per padre Giovanni Matteo Adami, il martirio, al contrario di migliaia di altri martiri, non appare sufficiente a aprire le porte della Beatificazione. Eppure negli ultimi decenni la Chiesa ha curato con ritmo particolarmente intenso, spesso con scenografie spettacolari, le cause di canonizzazione e sono stati proclamati santi o beati migliaia di fedeli cristiani di tutte le epoche, anche di tempi recenti, appartenenti alle più diverse condizioni: sacerdoti e laici, religiosi, persone sposate, deceduti ad un'età veneranda o chiamati dal Signore ancora giovani.
Solo Giovanni Paolo II ha proclamato durante il suo pontificato 1345 beati e 483 santi. Significative le beatificazioni di massa dei martiri del xx secolo, ben 233 della guerra civile spagnola Se si analizzano brevemente i dati relativi le beatificazioni e le canonizzazioni wojtyliane, l’elemento che appare preponderante è la forte presenza di martiri (1032 beati su 1345, il 76%, e 402 santi su 483, l’83%). Il pensiero, espresso dal pontefice in differenti interventi, che la Chiesa del Novecento e del terzo millennio sia nuovamente Chiesa martiriale, con la riproposizione dell’antica immagine sanguis martyrum-semen cristianorum, trova nelle glorificazioni non solo conferma, ma attuazione concreta.
Non fu da meno il suo successore Papa Benedetto xvi, che il 28 ottobre 2007 in una storica beatificazione di massa, innalzò alla beatitudine 498 martiri spagnoli della guerra civile.
Processo continuato dall’attuale pontefice Francesco I con altri 522 martiri spagnoli (Terragona Ottobre 2013) e durante il suo primo viaggio in Corea dove ha presieduto alla beatificazione di Paul Yun Ji Chung assieme ad altri 123 compagni martiri.
Eppure in tutte queste spettacolari beatificazioni e canonizzazioni è stato dimenticato il gesuita mazarese. Una distrazione della Chiesa Mazarese che sembra avere rimosso, dimenticato e sepolto questo suo figlio e il suo martirio.
Nel suo messaggio alla prefazione del libro Giovanni Matteo Adami S.J scritto da Francesca La Malfa e presentato un mese fa a cura dell’Istituto Per La Storia Della Chiesa Mazarese, il vescovo Mogavero scrive:
“La distanza geografica non giustifica l’oblio di questo glorioso apostolo di Cristo”
Bene, allora la Chiesa di Mazara si faccia postulatore del processo di Beatificazione, in modo che alla comunità mazarese sia data la possibilità di tributare culto pubblico al suo Figlio e Servo di Dio Giovanni Matteo Adami.