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05/01/2017 06:25:00

Spese pazze all'Ars. Stangata per Giulia Adamo, condannata a restituire 157 mila euro

 Cravatte, Pc, iPad, cene, hotel, e tanto altro. Giulia Adamo è stata condannata a restituire oltre 157 mila euro. La condanna è arrivata dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, presieduta da Luciana Savagnone. L'ex sindaco di Marsala è stata condannata per le spese effettuate quando era deputato regionale all'Ars. E' la vicenda delle spese pazze all'Assemblea regionale Siciliana. Una vera e propria stangata sull'ex sindaco di Marsala dopo le condanne ad altri suoi ex colleghi capigruppo della scorsa legislatura.
Secondo la corte dei conti la Adamo ha causato un danno erariale da 157 mila euro quando era capogruppo all'Ars per spese che non rientrerebbero nell'attività istituzionale e quindi rimborsabili con i soldi pubblici in passato trasferiti ai gruppi parlamentari dell'Ars.
Tra le spese che hanno portato alla pesantissima condanna c'è di tutto. Sono spese effettuate tra il novembre 2010 e l'agosto 2012, quando Adamo era capogruppo dell'Udc. Nel 2010 le spese irregolari sono per oltre ottomila euro. Tra queste ci sono gli acquisti di pc che non sarebbero stati utilizzati dal gruppo ma al partito. Altre somme sarebbero state utilizzate per l'attività politica di quattro deputati regionali: Forzese, Parlavecchio, Ragusa, Lentini. Nello stesso anno c'è anche un pranzo da 825 euro. Per i giudici contabili non è stata proprio una “spesa di rappresentanza” ma “sembra più correttamente inquadrabile nell'area della convivialità e, al più, delle relazioni politiche personali, apparendo, alla luce dei pochi elementi prospettati, il pranzo stesso l'evento”. Offrire pranzi a colleghi politici con i soldi dei siciliani non è corretto, quindi. Il grosso del danno erariale è tra il 2011 e il 2012. Si parla di oltre 70 mila euro l'anno di spese irregolari. C'è da dire che la corte dei conti ha fatto uno sconto rispetto alla procura generale: si è passati dai 244 mila euro chiesti dalla procura della corte dei conti a 157 mila euro di condanna. In questa cifra rientrano i contributi per 27.500 euro destinati al partito Udc, non al gruppo, che è una cosa diversa, appunto. E ancora le cravatte, carrè di seta, i pernottamenti in hotel, l'affitto di sale convegni, i 7.500 euro per pranzi, cene e spese varie alla bouvette dell'Ars. A questi si aggiungono contributi a deputati regionali e collaboratori del gruppo parlamentare, l'acquisto di otto iPad, di un sistema audio per iPad per quasi sei mila euro. Vengono contestate anche “spese varie disposte per contanti”, come i soldi destinati a giornalisti del gruppo e collaboratori vari. E ancora le somme destinate ai deputati Giuffrida, Nicotra, Lentini Parlavecchio, Ragusa e Forzese per 17.400 euro. In contanti ci sono anche spese per il carburante e cancelleria.
Altri 70 mila euro sono stati spesi nel 2012. Contributi all'Udc per oltre 48 mila euro, spese per la campagna pubblicitaria del partito, volantinaggio, spot televisivi, manifesti per le elezioni amministrative, le spese sostenute in occasione della campagna elettorale a Corleone, quelle per i festeggiamenti del 19 marzo destinati alla confraternita di San Giuseppe a Montelepre. Una stangata che ha il peso di un macigno per l'ex sindaco di Marsala che in sede ordinaria è stata rinviata a giudizio per peculato. Il processo riguarda però spese per 11 mila euro circa. Tutta altra storia per la Corte dei Conti, che mira ad accertare irregolarità nell'utilizzo dei soldi pubblici e ha definito un danno erariale di 157 mila euro. Giulia Adamo non è l'unica ad esser stata condannata dalla corte dei conti per la vicenda delle spese pazze all'Ars. Con lei c'è Francesco Musotto condannato a restituire 600 mila euro, Rudy Maira (407 mila euro euro), Antonello Cracolici (346 mila euro), Innocenzo Leontini, Dino Fiorenza e Titti Bufardeci che dovranno restituire cifre comprese tra i 42 e i 97.000 euro. Condanna anche per Cateno De Luca ma per poche migliaia d'euro.