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08/01/2017 16:33:00

Il Volo e il no a Trump. Sgarbi: "Tre coglioncelli". Barone: "Cantiamo per chi vogliamo"

 Non è molto d'accordo Vittorio Sgarbi con il “No” de Il Volo all'invito di Donald Trump ad esibirsi alla cerimonia inaugurale del suo mandato presidenziale. Il Volo, con il marsalese Ignazio Boschetto, ha rifiutato l'invito perchè, hanno spiegato i tre tenorini, non sono d'accordo con le idee “populiste e xenofobe” del neo Presidente degli Stati Uniti.
Non è tardata ad arrivare la chiosa di Vittorio Sgarbi, critico d'arte ed ex sindaco di Salemi, che ha apostrofato, con il suo abituale linguaggio, i tre ragazzi “coglioncelli” in un video sfogo su Facebook.

"Trump non si capisce perché non mette su un disco. Metti un Cd e mandali a fare in cul0. Che te ne frega di avere Bocelli dal vivo? Che ti frega che Bocelli sia lì? Sì, certo, è un icona, lo vedi...lui non ti vede ma tu lo vedi... Ma che ti frega di avere i tre? Prendi i tre nanerottoli... metti un cd, che non ti costa un cazz0" (...) Il Volo io li ho conosciuti e sono ragazzi che non hanno mai studiato il latino, non conoscono, ma loro hanno risposto "Non appoggiamo il populismo xenofobo". (...) Qualcuno le conosce le loro idee? Loro devono cantare o essere d'accordo con le idee di Trump? Vorrei ricordarvi che voi siete stati lanciati dal mio amico Tony Renis. Un italiano, culo e camicia con Berlusconi, xenofobo e populista, bravissimo e simpatico. L'avete anche incul@to, perché dopo che lui vi ha sostenuto, ha parlato a me di voi per primo, voi l'avete tradito per stare con Torpedine. Michele Torpedine, il vostro agente, che è anche l'agente di Bocelli. Andate a cantare e non rompete il cazzo, andate da Trump e non fate le seghe! Tre c0glioncelli inutili! Andate e cantate! Di corsa! Non in volo!""

 

 

 

Ed ecco, poco dopo è arrivata via Twitter, la replica di Piero Barone de Il Volo:

""Siete cantanti, vi hanno chiamato per cantare dunque cantate", con questo semplice ragionamento personaggi pubblici, leoni da tastiera ed odiatori seriali si stanno accanendo contro le nostre recenti affermazioni. Dunque per la logica che loro rivendicano, un cantante "deve" cantare, non deve avere un pensiero critico. Sono sicuro che nel caso avessimo detto di sì, cantando alla cerimonia di insediamento, le critiche sarebbero state le stesse, forse peggiori. Ecco quindi che siamo stati solo la quotidiana dose di odio di cui si nutre il dibattito social, domani toccherà ad altri o altre cose. Rimango del parere che un cantante non è un CD ma una persona libera di scegliere "come", "quando", "per chi" cantare"