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17/02/2017 06:05:00

Scrive Roald Lilli Vento, sulla nuova legge elettorale e i capilista bloccati

 La nuova legge elettorale, la cui gran parte ha superato il rigido controllo (sic) della Consulta, prevede che il territorio nazionale sia diviso in venti circoscrizioni (quante sono le regioni italiane); all’interno di queste, ci saranno 100 collegi plurinominali.

Della circoscrizione Sicilia faranno parte 9 collegi in cui i partiti potranno presentare la propria lista composta da 6/7 nominativi e che prevedrà un candidato bloccato che sarà sicuramente eletto al momento in cui il partito raggiungerà il quorum sufficiente.

In verità, certa stampa si guarda bene dall’informare il cittadino che i “personaggi” scelti dai partiti per sedere liberamente in Parlamento, indipendentemente dalla volontà dell’elettore, non saranno 100, ovvero uno per ogni collegio, come con il proprio silenzio vorrebbe far intendere, ma da 300 a 400 e oltre sui 618 che siederanno alla Camera a nostra insaputa.

Basta fare un semplice conto: i tre partiti maggiori, PD, FI e soci e 5Stelle, si vedranno assegnati, rispettivamente, almeno un eletto per ogni collegio, con la conseguenza che essendoci 100 collegi, già in trecento avranno il privilegio della chiamata diretta!

Gli altri partiti minori (inserisco fra questi la Lega - perché avrà suoi eletti soltanto dall’Emilia in su, lo zoccolo duro), ci sarà un’altra numerosa distribuzione di “nominati”, se si tiene conto che solo i leghisti saranno oltre 20 e che per ogni partito la soglia minima per entrare in Parlamento è stata ridotta al 3%.

Si consideri anche che i partiti minori avranno soltanto dei “nominati”, considerato che difficilmente prenderanno più di un seggio per collegio.

Inoltre, 12 seggi saranno attribuiti nelle circoscrizioni “estero”.

Ne consegue che il nostro Parlamento sarà composto per circa il 70% da nominati e a noi, poveri illusi di cambiare le cose con il “nostro” voto, non resterà che il bel democratico privilegio, ma solo per grazia ricevuta, di eleggere la residuale differenza.

Roald Lilli Vento