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25/05/2017 06:00:00

Mafia, la difesa dei "postini" di Messina Denaro: "Pizzini? parlavamo solo di pecore"

  E’ stato il 63enne presunto capomafia di Salemi Michele Gucciardi (arrestato nell’operazione “Ermes” e condannato, con rito abbreviato, il 2 maggio 2016, a 17 anni di carcere dal gup di Palermo Walter Turturici insieme al presunto boss partannese Giovanni Domenico Scimonelli e a Pietro Giambalvo, uomo “d’onore” di Santa Ninfa) il protagonista dell’ultima udienza del processo con rito ordinario in corso davanti il Tribunale di Marsala scaturito dalla stessa operazione del 3 agosto 2015.

Chiamato a testimoniare dai difensori di un altro presunto mafioso salemitano, Sergio Giglio, al fine di tentare di dimostrare che gli incontri tra i presunti mafiosi Vito Gondola “Coffa”, Michele Gucciardi, Sergio Giglio e Michele Terranova non si tenevano per smistare i "pizzini" utilizzati dal super latitante Matteo Messina Denaro per comunicare con il resto dell’organizzazione criminale, ma per appianare alcuni contrasti sorti nel corso delle trattative per la vendita di un gregge di pecore.

Il gregge che tra il 2010 e il 2012 un anziano allevatore di Castellammare del Golfo, Liborio Ancona, vendette a Gondola. Proprio per questo, su richiesta dei difensori di Giglio (gli avvocati Celestino Cardinale e Carlo Ferracane), è stato chiamato a depurre il Gucciardi, che ascoltato in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo (Udine) ha cercato di convincere i giudici che il motivo per il quale si incontrava con Gondola era proprio quello legato alle trattative per la vendita del gregge e che in quelle occasioni accompagnava il Giglio, che sarebbe stato il “mediatore” dell’affare. Altri incontri con l’anziano capomafia mazarese il Gucciardi li ha giustificati con attività di mediazione per la vendita di aziende agricole “poi non andate in porto”. Ma in relazione all’incontro intercettato dagli investigatori nella masseria di Michele Terranova, in contrada Lippone, il teste è stato incalzato dal presidente Gulotta, che gli ha chiesto: “Ma perché vi siete incontrati nella masseria di Terranova che non c’entrava nulla con la vendita delle pecore?”. E la risposta di Gucciardi può essere considerata una sorta di autogol. “Non ci incontravamo nella masseria di Gondola – ha detto il presunto boss salemitano - perché per i suoi precedenti penali potevamo essere intercettati”. Aggiungendo: “ma alla fine ci hanno intercettato lo stesso...”. Prima, su domande avvocato Cardinale, Gucciardi aveva dichiarato: “Nel 2007 sono stato assolto a Reggio Calabria con formula piena, insieme a Sergio Giglio. Ho sempre fatto l’agricoltore. Mai allevato bestiame. Conosco Sergio Giglio da oltre 20 anni, in quanto vicini di campagna. Tra noi solo rapporti di lavori a titolo di aiuto perché per anni non ho avuto la patente. Lui mi faceva la cortesia di scaricare l’uva con il mio camion alla cantina o portare mezzi in officina o darmi passaggi. Anche se mi hanno assolto, infatti, mi hanno fatto misure prevenzione della sorveglianza speciale e revocato la patente di guida. Sono uscito dal carcere il 29 giugno 2007. Poi tre anni sorveglianza speciale. La patente me l’hanno ridata nel 2013. Mi spostavo con passaggi o con mia moglie. Poi, mi sono comprato un’auto di 50 di cilindrata per andare in campagna. Siamo andati con Giglio al casolare di Michele Terranova in contrada Lippone per chiarire le questioni di quote latte per gli animali che Giglio aveva fatto comprare a Gondola da un allevatore di Castellammare… Sono andato la per fare compagnia a Giglio… Nella Furnari? Forse l’ho visto qualche volta. Conoscevo suo padre perché gli ho venduto i miei prodotti. Non se i contatti tra Giglio e Gondola erano solo per i contrasti sull’acquisto di animali o anche per altro. Non so se c’erano altri motivi. A volte, ci incontravamo con Giglio e Gondola per mediazioni per vendita aziende agricole, poi non concluse. Io non ho mai fatto il postino a nessuno. E che io sappia neppure Sergio Giglio”. Anche qui il presidente Gulotta lo ha incalzato, chiedendogli: “Perché se così fosse, Giglio l’avrebbe detto a lei?”. Su domande avvocato Ferracane, invece, Gucciardi ha detto: “Se conosco Leone Vito e D’Angelo Sebastiano? Li conosco. Hanno la vendemmiatrice che viene da noi. Ultimamente, ho portato la mia uva alla cantina Ermes di Santa Ninfa”. Poi, rispondendo a domande del pm Gianluca De Leo: “Sapevo che Gondola era stato in galera, ma non sapevo l’accusa specifica. Gli incontri? A volte me lo mandava a dire con qualcuno, in non lo vedevo quasi mai. Perché non contattato direttamente. Lui è di Mazara e io di Salemi”. A questo punto il pm gli fa notare che “esistono i telefoni”… Gucciardi ha risposto che con Gondola non ha mai utilizzato il telefono…