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30/06/2017 06:00:00

12 mila sbarchi in Sicilia: situazione drammatica a Trapani e Palermo

Nuovi e abbondanti flussi migratori presso i porti di Trapani e Palermo. Lo scenario che si prospetta è ormai tristemente noto: dalle ultime analisi emerse, ammonta circa a 12 mila il numero dei migranti che solamente nelle ultime 48 ore sono sbarcati sulle coste siciliane.

L'ultima drammatica notizia giunge proprio dal porto di Trapani, dove stamattina è approdata la nave "Val D'Aosta", con a bordo circa 388 uomini, 58 donne e 10 bambini, tutti recuperati mentre navigavano con mezzi di fortuna - tre diverse imbarcazioni - al largo della costa libica.
Ricordiamo che, sempre nel trapanese, durante lo scorso 17 giugno è approdata la nave “Phoenix”, di proprietà del MOAS, organizzazione non-governative impegnate nel soccorso ai migranti del Mediterraneo: con lei, 412 uomini e donne provenienti dall’Etiopia, Nigeria, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Senegal.
A Palermo, invece, nella giornata del 27 giugno, è approdata la nave “Vos Prudence” dell’associazione Medici Senza Frontiere, che ha trasportato circa 900 migranti, tra cui la maggior parte donne e bambini - perfino due neonati.

In queste ore, nel frattempo, si discute su un possibile “blocco” degli sbarchi da parte di navi straniere, valutando per l’ennesima volta l’ipotesi di impedire l’approdo di nuovi migranti sul suolo italiano.
Il presidente Mattarella, durante il recente incontro in Canada con il premier Justin Trudeau, ha annunciato formalmente alla Commissione Europea che la situazione sta sfuggendo al controllo, che ormai “non ci si può più voltare dall’altra parte”.
Della stesso opinione è anche l’ambasciatore Massari, rappresentante italiano all’UE, che ha sottolineato la gravità della situazione, affermando che in Italia “la situazione degli sbarchi di migranti è ai limiti della capacità di gestione”.

Il quadro che si delinea è certamente drammatico, soprattutto per quanto riguarda la Sicilia: nella “classifica” dei primi dieci porti più “trafficati” ed interessati agli sbarchi di quest'anno, pare che almeno sette di questi siano situati nelle città siciliane di Augusta, Catania, Pozzallo, Lampedusa, Messina e per finire, Palermo e Trapani.

La proposta sarebbe dunque quella di impedire gli sbarchi “bloccando” letteralmente le navi soccorso, essenzialmente quelle che appartengono ad organizzazioni non-governative: ma si tratta di una soluzione al problema, o solamente dell’ennesimo stratagemma per aggirarlo?
Intervenuto al congresso della Cisl, il premier Gentiloni ha dichiarato che l’obiettivo centrale dev’essere quello di “governare” i flussi e soprattutto quello di combattere i trafficanti.

Si ritorna così alle ONG. Se ne è discusso molto - ne abbiamo anche parlato qui - eppure, ad oggi, il binomio “traffico illegale di migranti” e “navi gestite dalle organizzazioni non-governative” continua ad apparire sulle prime pagine e ad attirare inevitabilmente l’attenzione, soprattutto da parte di chi si dimostra più che d’accordo nel “bloccare” i flussi, le navi, gli sbarchi, gli aiuti; chi alimenta la fiamma dell’odio e della discriminazione, chi poi, con la stessa velocità, si affretta a voltarsi dall’altra parte per fingere che il problema non lo riguardi.
Ma il problema c’è, ci riguarda direttamente: e forse, come sottolinea sempre Gentiloni, ora bisogna smetterla di girare la faccia dall'altra parte, “perchè questo non è più sostenibile".