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14/07/2017 09:57:00

Minacce di morte all'ex Sindaco di Marsala, Renzo Carini, e alla sua cliente. Due arresti

 Non doveva eseguire il mandato della sua cliente, un'imprenditrice di Palermo,  cioè eseguire una sentenza della Corte d'Appello. Per l'avvocato di Marsala, Renzo Carini, ex Sindaco della città, i  guai sono cominciati già con la notifica per chiedere il pagamento delle somme previste dalla sentenza. Prima sono arrivate le teste di oca mozzate, poi le cartucce in una lettera inviata da Castelvetrano. 

Adesso, dopo le denunce, sono arrivati gli arresti. La polizia ha infatti arrestato Francesco Giovanni Figlioli, 53 anni, marsalese, ex titolare della ditta 2F Lampadari di Marsala,  e Antonino Natalizii, suo cognato, 50 anni mazarese, per estorsione e maltrattamento di animali.

L'indagine svolta dalla Squadra Mobile di Palermo, e di Trapani ha accertato che  i due hanno inviato un pacco con 3 cartucce da caccia, 3 teste mozzate di oca e un foglio con scritte intimidatorie ai titolari di un'azienda - i clienti dell'avvocato Carini -   per convincerli a desistere dall'azione esecutiva intrapresa per riscuotere un credito di 41.996,50 euro oltre interessi e spese legali da una impresa di persone "vicine" agli arrestati.

La ditta debitrice, in relazione ad una fornitura di materiale disattesa, era stata condannata, con sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Palermo, al pagamento. Figlioli e Natalizii sono stati individuati quali responsabili anche dell'invio di una lettera intimidatoria all'avvocato degli esigenti il credito, Renzo Carini, minacciato di morte qualora non avesse desistito dall'esercitare l'azione di recupero della somma.

Solo Figlioli si è reso, inoltre, responsabile della morte di tre oche alle quali aveva tagliato la testa.

Piccolo particolare: come ha fatto la polizia a risalire all'identità dei due, Figlioli e Natalizii? Grazie alla denuncia circostanziata dell'avvocato Carini, si è scoperto che il pacco con la lettera e le cartucce era stato consegnato ad un corriere. Risalendo al giorno e all'ora della consegna, i poliziotti hanno potuto verificare che il pacco era stato consegnato da due persone arrivate al centro di spedizione...con un furgone della ditta 2F Lampadari. E quindi si è chiuso il cerchio intorno ai due. 

Ecco il comunicato della Squadra Mobile:

La Polizia di Stato, in esecuzione di una Ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Palermo, ha tratto in arresto FIGLIOLI Francesco Giovanni, 53enne marsalese, e NATALIZI Antonino, 50enne mazarese, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di estorsione ed il solo FIGLIOLI, anche di altro episodio estorsivo e di maltrattamento di animali. 
L’indagine svolta dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani, veniva avviata a seguito delle dichiarazioni rese, in sede di denuncia per patite minacce gravi, da un imprenditore palermitano. I due, mediante minaccia, consistita nell’inviare un pacco, contente 3 cartucce da caccia, 3 teste mozzate di oca ed un foglio con scritte intimidatorie, costringevano i titolari di una ditta creditrice a desistere dall’azione esecutiva intrapresa per il soddisfacimento del credito di 41.996,50 euro oltre interessi e spese legali. La somma era vantata nei confronti di una ditta i cui titolari risultano “vicini” ai due arrestati.
Tale ultima ditta, in relazione ad una fornitura di materiale disattesa, era stata condannata, con formale sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo, al pagamento del dovuto.
Figlioli e Natalizi sono stati individuati quali responsabili anche dell’invio di una lettera intimidatoria all’avvocato degli esigenti il credito, minacciato di morte qualora non avesse desistito dall’esercitare l’azione di recupero della somma.
Il solo FIGLIOLI si è reso, inoltre, responsabile della morte di tre oche alle quali aveva tagliato la testa e di estorsione, in quanto avrebbe inviato allo stesso avvocato una lettera di minacce ed allusioni tramite la quale avrebbe chiesto alla controparte di accettare, a titolo transattivo, il pagamento della somma di euro 3.500, invece degli oltre 40.000,00 euro di credito vantato. In tal modo i malviventi sarebbero riusciti nel loro intento, costringendo i creditori ad accettare una somma decisamente ridimensionata rispetto al credito preteso e ritenuto legittimo dall’Autorità Giudiziaria.



Nera | 2024-04-11 13:07:00
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