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22/07/2017 10:36:00

Marsala, direttore della filiale Credem assolto dal'accusa di appropriazione indebita

Il giudice monocratico Matteo Torre ha assolto (“perché il fatto non sussiste”) un funzionario di banca marsalese, Giuseppe Milazzo, di 65 anni, dall’accusa di appropriazione indebita continuata e aggravata.

A difendere l’imputato è stato l’avvocato Vito Cimiotta, che nel corso del processo ha sostenuto che all’epoca dei fatti contestati il Milazzo “non era ancora in quella sede con ruolo di vertice”. Aggiungendo, adesso, di non avere “mai dubitato della liceità dei suoi comportamenti”.

Per il bancario, il pm Contorno aveva chiesto la condanna a sei mesi di carcere e a 300 euro di multa. Milazzo era finito sotto processo in qualità di direttore dell’agenzia di contrada Ciavolo del Credito Emiliano.

A denunciare il funzionario, ma anche la banca, tirata in ballo come responsabile civile, è stato un commerciante, Pietro Genna, di 76 anni, che nell’esposto presentato, a suo tempo, alla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, che ha svolto l’indagine, ha denunciato che in numerosi casi le cambiali pagate dai suoi clienti per l’acquisto di merci venivano accreditate sul suo conto corrente ben oltre i 15 giorni previsti dalla legge. “Con ritardi – denunciò il commerciante – da un minimo di 51 giorni a un massimo di 423 giorni rispetto alla data di pagamento”. Ritardi clamorosi si sarebbero registrati in diciassette occasioni. Al momento dell’esposto (7 febbraio 2011), inoltre, otto effetti cambiari con scadenza tra il 30 marzo 2008 e il 30 giugno 2010, non risultavano ancora accreditati sul contro corrente di Pietro Genna. Critico verso la sentenza si è mostrato il legale di parte civile, Carlo Ferracane, che ha dichiarato: “Noi abbiamo provato che il fatto sussiste. Semmai non l’ha commesso il Milazzo, ma qualcun altro. Qualcuno, infatti, deve dire perché per 423 giorni quelle somme non sono state accreditate sul conto corrente di Pietro Genna. Durante tutto questo tempo, dove sono finite queste somme? O le tratteneva la banca dove veniva portata la cambiale o finivano altrove”. E nell’ultima udienza prima della requisitoria, l’avvocato Ferracane aveva prodotto carte di due banche (Unicredit e Monte dei Paschi), chiamando a testimoniare in aula anche funzionari di queste banche, per provare altri notevoli ritardi nell’accredito dei pagamenti in favore di Genna.