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08/10/2017 20:00:00

Mazara, finalmente a casa i marittimi del peschereccio "Anna Madre". Il loro racconto

Sono stati raccontati in una conferenza stampa i giorni passati in mare a bordo del peschereccio "Anna Madre" di Mazara del Vallo fermato dalle autorità militari tunisine nelle scorse settimane. La tensione iniziale con i militari a bordo e le armi in pugno, la decisione di rimanere sul peschereccio presa dal comandante Giacomo Giacalone e del direttore di macchina Salvatore Scalia, la solidarietà dei pescatori tunisini che sono rimasti a bordo nonostante avessero casa e famiglia a Sfax e l'aiuto di un parlamentare della Lega Nord che ha provveduto a far la spesa. E' questo il racconto dell'armatore Giampiero Giacalone, zio del comandante, riguardo al sequestro avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 settembre in acque internazionali.

Giacalone racconta di giorni difficili soprattutto all'inizio, sono passati, infatti 15 giorni prima di poter parlare con l'ambasciatore italiano e solo dopo l'intervento dell'europarlamentare della Lega Nord Angelo Ciocca, in quel momento in Tunisia per altri motivi istituzionali e che una volta saputo di quanto accaduto ai due marittimi italiani si è occupato personalmente di portare dei viveri, dopo aver saputo che lo stesso ambasciatore non si era interessato più di tanto alla vicenda non avendo nemmeno fatto visita ai due marittimi. L'armatore ha spiegato che quando è stato sequestrato il peschereccio da cinque giorni aveva il blue fox fuori uso anche se si trovava vicino ad altri due motopesca a su di Lampedusa e in acque internazionali e distanti dall'area del Mammellone. Questo fatto è stato considerato come una recidiva e per questo è stata comminata una multa di 69 mila euro. Solo dopo l'intervento del sottosegretario agli esteri Vincenzo Amendola al quale è stata spiegata la reale situazione, è stato diminuito l'importo della contravvenzione da pagare a 34.500 e rilasciati il comandante e il motorista.

A seguito del ritorno a casa degli ultimi due marittimi del motopesca “Anna Madre”, il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo esprime soddisfazione per rientro a Mazara del Vallo dei pescatori: “E’ stata una lunga ed articolata trattativa a vari livelli che, grazie al costante monitoraggio del Ministero degli Affari Esteri, alla abilità della Diplomazia italiana e agli ottimi rapporti, in vari ambiti, con la Tunisia, ha trovato una soluzione”.

“Non bisogna però –ha avvertito Tumbiolo- abbassare la guardia e guai a dimenticare che questa è una guerra che dura da oltre 50 anni e che ha procurato ingenti danni alla economia ittica siciliana. Danni materiali, immateriali ma soprattutto economici che l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo ha quantificato in circa 100 milioni di euro”.

Si è riunito il Coordinamento Filiera Ittica Mazara (composto da: FAI-CISL; FLAI-CGIL; UILA-UIL; Distretto della Pesca e Crescita Blu; O.P. Il Gambero e la Triglia del Canale; Co.Ge.P.A. Mazara; Confederazione Imprese Pesca–Federpesca; Federazione Imprese Pesca Mazara–Coldiretti; Fiume Mazaro–Unci Pesca) per parlare del Premio Cittadino Europeo che sarà ritirato a nome della marineria mazarese dalle mani del Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. Seppur onorati e lusingati per questo alto riconoscimento, grazie al sostegno delle Europarlamentari Michela Giuffrida e Cecile Kyenge, che ripaga la marineria mazarese, la domanda che però il Coordinamento si pone con insistenza è questa: “chi e quando risarcirà i danni di questa guerra, spesso dimenticata, che la comunità marinara mazarese e siciliana hanno sopportato da sole sulle proprie spalle?”.