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08/12/2017 06:00:00

Rifiuti in Sicilia: l'emergenza, la differenziata, il business milionario delle discariche

Ci risiamo, in Sicilia per far fronte alla nuova emergenza rifiuti giunta in concomitanza con il nuovo governo regionale di Nello Musumeci, il ministro dell’Ambiente Galletti ha dovuto concedere una nuova proroga per conferire la spazzatura nelle discariche  in deroga alle norme ambientali nazionali.

Stavolta però questa avrà una durata di appena tre mesi. Periodo nel quale Musumeci dovrà cercare di trovare una soluzione che al momento non appare comunque risolvibile in un così breve tempo a disposizione.

Aumento differenziata - Una possibile soluzione al problema rifiuti ma purtroppo a lungo termine sarebbe l’aumento della raccolta differenziata. I numeri raccolti e comunicati dal dirigente regionale dell’ufficio speciale per la differenziata, Salvo Cocina, che ha inviato una relazione al presidente Musumeci, dicono che la media mensile della raccolta si attesta nei primi mesi del 2017 tra il 21 al 23% e la possibilità comunque di aumentarla nell’immediato anche volendo non sarebbe possibile, perché mancano gli impianti di compostaggio, quelli in cui va obbligatoriamente smaltita la parte organica residua dalla differenziata.

Impianti di compostaggio - Al momento in Sicilia quelli attivi sono solo 8: quello di Grammichele, Ramacca, Gela, Joppolo Giancaxio, Sciacca, Marsala, Trapani e Castelbuono, ma sono per lo più saturi. Nei piani dei presidente Crocetta ce n’erano altri dieci in programma ma sono rimasti solo sulla carta, mentre altri sei impianti sono realizzati ma non funzionano ancora a Ragusa, Dittaino, Castelvetrano, Trapani, Vittoria e Bisacquino: permetterebbero di aumentare di 66 mila tonnellate la parte organica. Altre 108 mila tonnellate potrebbero essere accolte dai 5 impianti in costruzione da anni. E bisogna ricordare che ce ne sono altri 10 autorizzati dalla Regione ma i cui lavori non sono mai iniziati. Con questi ultimati e in funzione la capacità di smaltimento, potrebbe aumentare di 260 mila tonnellate. Infine ci sono anche 5 impianti che dal 2013 si tenta di aggiudicare e altri dieci in attesa di autorizzazione.

E’ un quadro negativo quello che ha delineato Cocina. La differenziata che doveva mandare in pensione le vecchie discariche è ancora troppo bassa e anche se continuasse a crescere alla media degli ultimi mesi, a fine 2017 si attesterebbe al 26%, il che comporterebbe una capacità di smaltire almeno 338 mila tonnellate di parte organica già differenziata. Obiettivo che non è realmente alla portata, vista la situazione degli im-pianti.

Mancanza di controlli da SRR e Regione - Secondo il dirigente regionale per la differenziata Salvo Cocina, l’azione per il miglioramento della raccolta non è stata accompagnata dal monitoraggio delle autorizzazioni e dall’impulso alla realizzazione degli impianti, che doveva essere fatta da Srr e dipartimento regionale. 

Progetto Termovalorizzatore - Intanto va avanti il progetto della A2A, la società milanese che vuole aprire il primo termovalorizzatore in Sicilia a San Filippo del Mela in provincia di Messina. Un impianto che ha già avuto la valutazione d’impatto ambientale e che avrebbe la capacità di bruciare 200 mila tonnellate all’anno di rifiuti secchi provenienti dalla differenziata. Per il via ai lavori manca solo il sì della Sovrintendenza

Assessore Figuccia - Ritornando dall’incontro a Roma con il Ministro Galletti, l’assessore all’Energia Vincenzo Figuccia si dice comunque soddisfatto per aver garantito al governo nazionale la presentazione in tempi brevi di un piano per superare l’emergenza e mettere a regime il sistema: puntando sulla differenziata e sugli impianti di com-postaggio. Anche se nei prossimi mesi per evitare il disastro sanitario, ha detto Figuccia, non si esclude alcuna azione che potrà essere l’invio dei rifiuti nelle cementerie o il trasferimento all’estero. La cosa sicura è che l’emergenza è destinata a proseguire considerando i tempi per la costruzione degli impianti o dello stesso termovalorizzatore, sempre se la regione lo autorizzerà.

Affari e rifiuti - Una delle cose certe, oltre all’emergenza perenne per i rifiuti in Sicilia, è l’enorme giro d’affari che crea il conferimento dei rifiuti, che vale ogni anno 250 milioni di euro pagati dai cittadini con la Tari. Un dato che chiarisce la situazione attuale è che l’85 per cento della spazzatura, pari a oltre 2 milioni di tonnellate all’anno, finisce tutto nelle discariche.

Discariche milionarie - Vediamo alcune di queste discariche. La maggior parte appartengono a privati, per il resto ci sono gli enti pubblici. La discarica di Bellolampo è gestita dalla Rap, società partecipata del Comune di Palermo che ha incassato cifre a sei zeri in questi anni, ora è a rischio chiusura  a gennaio per saturazione.  Un passaggio importante per il business delle discariche è avvenuto nel 2010,  quando Raffaele Lombardo ha autorizzato ampliamenti per 12 milioni di tonnellate e in gran parte le autorizzazioni riguardavano le discariche private. Tra gli impianti più importanti c’è quello di Sicula Trasporti della famiglia Leonardi a Lentini. Qui si paga 160 euro a tonnellata, per un fatturato annuo di oltre 50 milioni.  Altra discarica centrale per la Sicilia è quella di Siculiana, gestita dal gruppo Catanzaro del presidente di Confindustria Giuseppe. Qui vengono conferite 500 tonnellate al giorno di rifiuti per 123 euro a tonnellata. Più tonnellate di rifiuti si conferiscono più il fatturato cresce.