Quantcast
×
 
 
25/08/2016 15:35:00

Il terremoto e il fallimento della politica

di Rossana Titone - Sembrava un’estate relativamente tranquilla, pochi fattacci, insomma, e , peraltro, lontani da noi. Dall’isis all’immigrazione che ha cosparso il mare di cadaveri, tutto lontano da noi come se ci sfiorassero, solamente in maniera impercettibile queste tragedie, nonostante i morti, nonostante i kamikaze, nonostante il sangue, tanto non era il nostro, noi ci godevamo il mare, il sole, il vento, le risate sul gommone e le vacanze su e giù per la Penisola.
Poi un terremoto di fine estate, una scossa che butta giù piccoli paesini del centro Italia, si ferma tutto il Bel Paese. Ci ritroviamo solidali, magnanimi, sensibili, pronti ad ogni tipo di aiuto, si dona il sangue.
Ed è giusto, è sacrosanto, è nel nostro DNA.
Questo terremoto ha fatto venir giù anche le parvenze, oramai poche, più nascoste e becere, quelle che fanno male al cuore e agli occhi, ha fatto venir giù e alzato, allo stesso tempo, il polverone, quanto mai veritiero, che la politica non esiste. I nostri legislatori in anni ed anni interi hanno sempre e solo preso in giro tutti non mettendo in sicurezza quelle zone ,che non sono nuove alle catastrofi sismiche.
Si contano i morti e, scusatemi, ma non sono morti di tutti. Io non mi sento responsabile di questi cadaveri e, come me, non lo sono nemmeno tutti quei cittadini che sperano, per chi ancora è ottimista, o lo è stato fino a due giorni fa, che lo Stato sia presente e vigile, pronto a tutelare e prevenire siffatti eventi .
Questo terremoto ci ha ricordato come i nostri politici, tutti, abbiano fallito.
E la Boldrini, che tanto apre bocca pure per dire che l’acqua del mare è salata, avrebbe potuto risparmiare la sterile polemica contro le “new town” ,al tempo del terremoto dell’Aquila volute da Berlusconi. Errori su errori. L'avessimo vista, ieri. togliere massi tra le macerie le avremmo perdonato la scivolata inappropriata.
Ma la sfilata tra le macerie non legittima a spogliarsi delle proprie inadempienze accusando il passato. La politica ha fallito, ha fallito tutte le volte in cui una tragedia del genere si verifica, quando si contano e si piangono i morti, quando non ci sono più le parole perché quelle sono finite sulla bocca di chi davvero il dolore e lo sdegno lo prova. Il dolore non si urla, non si grida, non si porta a spasso, il dolore si sente e ti inonda gli occhi per l’impotenza umana innanzi alla morte.
Lo Stato può, lo Stato deve tutelare i suoi cittadini, avrebbe dovuto creare degli sgravi per mettere in sicurezza questi edifici che sono crollati come crolla la panna su un caffè bollonte, lo Stato avrebbe dovuto dire: “questo è quello che vi diamo in euro, voi aggiungete il resto ma le vostre case vanno messe in sicurezza.”
Oggi non ci sarebbero state 247 salme da piangere, oggi non ci sarebbero stati tanti bambini a cui il futuro è stato sottratto.
Eh no, non ci provate nemmeno, questi morti non sono i nostri , questi morti sono il frutto di uno Stato inadempiente e inconcludente che urla alla riforma di una Costituzione come unica salvezza dell’Italia ma cela l’inganno a stretto giro di boa, parla ai propri interessi ma non cura quelli del popolo e non si sforza nemmeno di ascoltare e capire. Non è antipolitica perché la politica non esiste più, non esiste perché oggi l’unica salvezza alla quale si mira, senza nemmeno celarne più l’intento, è la propria poltrona.
Siete fortunati, cari politici tutti, perché gli italiani hanno un cuore grande e stanno accorrendo in massa per aiutare in qualunque modo e maniera i propri fratelli. Ancora una volta il cittadino più umile mostra coraggio e operosità, si sostituisce a Voi tutti, boriosi e presuntuosi del rigore istituzionale, ma incapaci alla fattività ingegnosa e concreta.
Lo Stato sono loro, siamo noi, piccoli contribuenti dalla sensibilità estrema e dal cuore sanguinante e piangente che urla e corre in aiuto del fratello caduto.
I cittadini vi hanno dato una lezione di alto profilo morale, a chi governa adesso, in maniera approssimativa e sconclusionata rimandando date di elezioni nazionali in odor di bocciatura referendum, e a chi ha governato in passato, come Berlusconi, che nel 2008 avendo una maggioranza piena, non ha fatto quelle riforme liberali tanto decantate e aspettate da milioni di italiani. Avete fallito tutti, cari politici, ci resta l’incredulità di un Paese che si regge su colonne di farina, non buona nemmeno per fare una torta.