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13/06/2017 06:00:00

La moschea a Mazara, lo ‘sceicco’ del Qatar e le accuse di terrorismo

 Sarà ancora “motivo d’orgoglio per la nostra (sua di Cristaldi) politica multiculturale e multietnica” avere una moschea costruita dallo ‘sceicco’ (che sceicco non è mai stato, come dichiarato in altre occasioni dallo stesso interessato) del Qatar, MUHAMMED Al-Hemadi? La domanda sorge in tutta la sua attualità all’indomani delle accuse, rivolte allo Stato qatariota, di favoreggiamento del terrorismo islamico (Isis).

UNA BUFERA DIPLOMATICA – È senza precedenti la tempesta politica che ha portato diversi Paesi islamici: Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Bahrein e poi anche Yemen e Maldive, a diverse misure diplomatiche volte a troncare i rapporti con questo piccolo Paese che si affaccia sul golfo persico. C’è chi ha ritirato, in fretta e furia, i propri negoziatori e, chi, ha interrotto i contatti: via terra e mare, oltre che i voli da e verso Doha, la capitale del Qatar.

LA MOSCHEA (E NON SOLO) A SPESE SUE – “Sono disponibile a contribuire al risanamento della Casbah avviato dall’amministrazione comunale – aveva dichiarato durante la sua visita a Mazara, nel maggio del 2013, il facoltoso imprenditore qatariota – attraverso un intervento, a mie spese, di recupero territoriale che preveda anche la realizzazione di una moschea”.

LA SOLITA PASSERELLA E BASTA (PER FORTUNA NOSTRA) – Al Hemadi, era stato accompagnato in visita dal presidente del distretto produttivo della Pesca, Giovanni Tumbiolo, assieme all’allora assessore regionale, Dario Cartabellotta ed al consigliere diplomatico del presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, Sami Ben Abdelaali. Un fiorire di salamelecchi di rito, e promesse di futuri accordi commerciali che, in queste occasioni, non mancano mai. E poi? Per nostra fortuna, alla luce delle recentissime vicende, l’amministrazione ha conquistato o, meglio, ricevuto ‘zeru tituli’ dall’imprenditore del Qatar.

DELLA MOSCHEA NESSUNA TRACCIA – “Pensiamo sia giusto che la nostra Città – dichiarò Cristaldi in quell’occasione – abbia una moschea, ma chiediamo che a dirigere la stessa moschea sia un Imam dello stato del Qatar, stante che vogliamo che la moschea sia un luogo di preghiera senza alcuna possibilità di sospetti per estremismi che possano incutere preoccupazioni tra gli immigrati e la popolazione residente”.

I SOSPETTI DI ESTREMISMO – La dichiarazione del primo cittadino, di volere un Imam proprio del Qatar, appariva già allora poco prudente, ma alla luce delle ultimissime notizie internazionali – con le accuse ‘multilevel’ di favoreggiamento e sostentamento del terrorismo islamico – forse, dovrebbe essere, quantomeno rivista ed aggiornata. Ma si sa, l’entusiasmo di avere a che fare con uno ‘sceicco’, poco importa che non lo fosse, che vuole mettere mani addirittura al portafogli (e che portafogli! si saranno detti i loro entusiasti accompagnatori), può indurre ad un ebbrezza ed un entusiasmo difficili da frenare.

LA MAFIA E I PREGIUDIZI DELLO ‘SCEICCO’ – Al Hemadi, aveva ammesso che, prima della visita in Sicilia, nutriva qualche perplessità, alla luce dell’immagine negativa che abbiamo nel mondo, legata alla criminalità organizzata: “sin dai primi contatti mi sono accorto – sottolineò, però, ricredendosi – che siete gente straordinaria, amichevole e per bene con la quale voglio intraprendere un proficuo rapporto di collaborazione”.  

E I RITORNI ECONOMICI FANTASMA – Del suo ‘tour business’ siciliano, del padiglione Sicilia, all’interno del mega centro commerciale di lusso – realizzato in patria dal facoltosissimo imprenditore qatariota – nel quale tanti auspicavano potessero “trovare spazio il nome ed i prodotti di Mazara del Vallo” e dei preannunciati risvolti – derivanti dagli incontri in Città tra i ‘buyers’ (acquirenti di prodotti e servizi) del Qatar e le aziende mazaresi – per concretizzare scambi commerciali, nulla è giunto nelle cronache locali. Ma, forse, questa volta, è meglio così.

 

Alessandro Accardo Palumbo