nella quale afferma che “gli oltre centomila cittadini del complesso urbano della città di Trapani, compresi coloro che risiedono nella porzione che si trova in comune di Erice… non possono e non devono vedersi penalizzati dal combinato disposto di un'aberrante situazione amministrativo/logistica… e di una burocratica quanto ottusa applicazione di una disposizione interna (evidentemente di puro regolamento procedurale) dell'Assessorato Regionale alla Programmazione o di quello alla Sanità”.
D’Alì scrive a Lombardo che “la situazione di coesistenza di due entità amministrative comunali (Trapani ed Erice) sullo stesso contesto urbano è oramai divenuta insostenibile” e che l’assurda vicenda dell’esclusione dell’ospedale trapanese è “solo un esempio importante, ma non certamente esaustivo dei disagi, delle penalizzazioni, delle disfunzioni e delle giornaliere difficoltà pratiche ed amministrative che i cittadini delle due città patiscono per un'arcaica divisione municipale”.
In conclusione, nella missiva il senatore d’Alì sollecita una duplice iniziativa: “la prima di intervento presso i responsabili della Programmazione e della Sanità in ordine all'utilizzo dei fondi europei perché rivedano tempestivamente la decisione di escludere l'Ospedale S. Antonio Abate di Erice (rectius Trapani) dall'accesso agli stessi fondi in quanto unica struttura ospedaliera pubblica di immediato riferimento di un vasto comprensorio abitativo (150.000 residenti)”; “la seconda è quella di sottoporre alla Giunta di Governo Regionale l'opportunità di indire il referendum tra i cittadini dei Comuni di Trapani ed Erice per consentire loro di esprimersi se vogliono o meno che i due Comuni si "fondano" in una unica Città che possa chiamarsi Trapani-Erice”.
D’Alì, infine, sulla possibilità di indire il referendum per iniziativa regionale ha invitato il Presidente Lombardo ad “ascoltare, convocandoLe nei modi che riterrà più opportuni, rappresentanze politiche e sociali dei due comuni” perché “dalla loro viva voce potrà apprendere l'indifferibile e concorde determinazione nel voler procedere su quanto Le sto qui rappresentando, anche ulteriormente organizzandosi in movimento cittadino spontaneo”.