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28/12/2009 05:52:37

I siciliani chiedono la verità sulla morte delle due bambine per il ritardo dei soccorsi

Dopo la morte della piccola Marika, la bimba di 20 mesi di Pantelleria stroncata da una banale polmonite martedì scorso al suo arrivo a Palermo, la vigilia di Natale a non farcela è stata una bambina di 5 mesi di Gela morta all´ospedale dei Bambini dove era arrivata in "coma post-anossico" per un semplice rigurgito di latte e con grande ritardo. Basti pensare che a Palermo sono arrivati prima i suoi genitori in macchina da Gela che la piccola in elicottero. Sul caso i carabinieri hanno aperto un´inchiesta.

 

La piccola Maria Grazia era arrivata in gravi condizioni già nel reparto di rianimazione dell´ospedale Vittorio Emanuele di Gela dove i medici hanno disposto il trasferimento d´urgenza a Palermo. Per più di tre ore si è atteso l´arrivo di un elicottero del 118 mentre la piccina era ferma in ambulanza all´eliporto dell´Eni. Sembra che tra l´equipaggio del velivolo in servizio a Palermo e quello di stanza a Caltanissetta, che era appena rientrato da un intervento e stava facendo rifornimento proprio a Palermo, ci sarebbe stato un conflitto di competenze, con l´uno che riteneva spettasse all´altro intervenire. Alla fine sarebbe stato l´elicottero della base palermitana a recarsi a Gela. La bimba era la primogenita di due giovani professionisti di Gela, che hanno presentato un esposto ai carabinieri i quali hanno già sequestrato le cartelle cliniche.

I RETROSCENA A GELA. "Basta ascoltare la registrazione delle conversazioni tra i piloti dei due elicotteri del 118 per capire cosa è accaduto e comprendere forse il motivo del ritardo di tre ore nei soccorsi prestati a Mariagrazia", la bimba di Gela, in coma post anossico, morta poche ore dopo l'arrivo all'ospedale palermitano per bambini "Giovanni Di Cristina". Lo ha dichiarato ai carabinieri Lucio Antona, il primario dell'unità operativa di rianimazione del nosocomio "Vittorio Emanuele" di Gela, interrogato, stamani, nell'ambito dell'indagine avviata sulla morte della piccola. Dalle conversazioni emerge chiaramente che i due operatori hanno a lungo discusso per chiarire di chi fosse la competenza dell'intervento. Il medico ha confermato che la piccola Maria Grazia ha dovuto attendere l'arrivo di un elicottero del 118 dalle 17,55 (ora programmata) del 23 dicembre, alle 20,45 (ora effettiva). La bimba ha aspettato in un'ambulanza, nell'eliporto dell'Eni di Gela, in contrada "Ponte Olivo". Dopo il sequestro delle cartelle cliniche i carabinieri potrebbero acquisire agli atti anche i piani di volo dei due elicotteri del 118, il nastro magnetico con le conversazioni dei piloti e le procedure di intervento. I familiari intanto hanno precisato di avere chiesto l'apertura di un'inchiesta esponendo solo verbalmente ai carabinieri le loro lamentele, i loro sospetti e il desiderio di giustizia riservandosi di formalizzare per iscritto la denuncia. I funerali sono stati celebrati il giorno di Natale, nella chiesa dei Padri Cappuccini, a Gela. Il parroco, Rocco Quattrocchi, nella sua omelia, ha detto: "Maria Grazia era una di noi, beveva latte e mangiava musica. Un angioletto che era diventata la nostra mascotte. Il dolore per la sua scomparsa è forte, ma forte deve essere anche la capacità di perdonare".

RUSSO. ''Sono profondamente addolorato e voglio testimoniare la mia vicinanza ai genitori della piccola Mariagrazia. Su questa vicenda andremo fino in fondo per capire esattamente cosa e' successo, non solo per accertare eventuali responsabilita' ma anche per evitare che simili tragedie possano verificarsi in futuro''.

Lo afferma l'assessore regionale alla Sanita' Massimo Russo che ha gia' avviato una indagine interna per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti che hanno portato alla morte di una bambina di cinque mesi ricoverata all'ospedale ''Vittorio Emanuele'' di Gela in seguito a un rigurgito.

''Dovremo innanzitutto capire se si sono verificati errori di sistema oppure se siamo di fronte a comportamenti negligenti - ha aggiunto Russo -. Sul caso e' in corso una indagine della magistratura con cui intendiamo collaborare per accertare la verita' dei fatti. Non voglio ne' confermare ne' smentire le tesi finora avanzate senza prima avere elementi chiari di valutazione. Purtroppo invece, ancora una volta, come era gia' avvenuto per la morte di un giovane a Mazzarino, c'e' chi si e' subito preoccupato di rilasciare dichiarazioni avventate e, ovviamente a titolo personale, pur senza una chiara visione dell'accaduto, con il risultato di condizionare pesantemente l'opinione pubblica con tesi tutte da dimostrare. Ci sono tante domande alle quali bisognera' dare una risposta: quali erano le reali condizioni della piccola fin dai primi soccorsi? Quali cure sono state prestate in ospedale a Gela? Le condizioni di salute della bambina imponevano il trasferimento a Palermo? Il servizio del 118 ha operato aderendo correttamente ai protocolli? Sono state determinanti le cattive condizioni meteo? L'asserito ritardo nel trasporto ha influito sull'esito delle cure? L'esame delle cartelle cliniche e delle registrazioni potra' fare chiarezza, solo allora saremo in grado di chiarire i contorni di una vicenda drammatica''.

LA RABBIA A PANTELLERIA. E l´autopsia svolta all´istituto di medicina legale di Palermo sul corpicino dell´altra bambina, Marika, morta due giorni prima, ha scatenato la rabbia dei parenti e di tutta la comunità di Pantelleria. Sembra infatti che la bambina sia morta per una banale polmonite. Ci fosse stato un presidio ospedaliero attrezzato a Pantelleria, ci fosse stato un mezzo dell´elisoccorso presente sull´isola, fosse arrivata in tempo in un reparto di rianimazione, con tutta probabilità si sarebbe salvata. Tutti i medici che l´hanno avuta in cura hanno ricevuto l´avviso di garanzia.

Marika D´Amico, di 20 mesi, era stata portata all´ospedale di Pantelleria dai genitori martedì pomeriggio. Aveva la febbre alta, era stata vaccinata contro l´influenza A. È stata rimandata a casa ma le sue condizioni si sono aggravate e si è dovuto attendere l´arrivo dell´elicottero per diverse ore.


“Soffriamo un deficit strutturale non più tollerabile” dichiara il Sindaco Salvatore Gabriele, che aggiunge: “Non siamo adeguati ad affrontare neanche le più semplici emergenze sanitarie. Non abbiamo un pediatra, mezzi di soccorso funzionanti, e in tutta l’isola c’è un solo anestesista”.
“Non si può morire per una broncopolmonite. Non si può morire così” dichiara Gabriele. L’Amministrazione Comunale di Pantelleria si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario che dovesse scaturire dalla inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Palermo. “E’ per questo che chiediamo anche, da subito, la sospensione del medico che si è reso responsabile di quanto accaduto”.
Ma Gabriele, oltre alle responsabilità penali, mette in risalto anche le responsabilità politiche: “Da mesi interloquiamo con gli organi dell’Assessorato alla Sanità, ma oggi non vogliamo più promesse, solo certezze. Non ci interessa come si chiama il nostro ospedale, che tipo di struttura è nei piani della Regione Siciliana, ma pretendiamo il rispetto dei nostri diritti, e vogliamo gli uomini e i mezzi necessari per garantire il nostro diritto alla salvaguardia e alla tutela della salute umana. Qui accade di tutto, e nessuno ci aiuta”.
Il Sindaco e la forania di Pantelleria hanno convocato congiuntamente un’assemblea pubblica per lunedì 28 Dicembre presso i locali della sala del Consiglio Comunale.
La collettività pantesca si confronterà sulle azioni più opportune per fare sentire la propria voce in merito alla drammatica crisi sanitaria dell’isola.
 

 LUMIA. “Di fronte a questi casi non bastano le solite e normali reazioni burocratiche. Per prima cosa si sospendano i responsabili del 118, chi lo dirige a livello regionale e chi nella provincia di Caltanissetta.
Poi si intervenga radicalmente. Il modello del passato non regge più. La riorganizzazione realizzata in queste settimane non basta”. Lo scrive il senatore del Pd Giuseppe Lumia sul suo sito, www.giuseppelumia.it, intervenendo sui due casi di malasanità che hanno coinvolto il 118 siciliano. A distanza di pochi giorni due bambine sono decedute dopo essere state trasferite in ospedale con ore di ritardo.
“Diciamoci con molta onestà – aggiunge Lumia – che il 118 in Sicilia è nato male. È servito alla politica per i suoi interessi clientelari, per distribuire posti di lavoro senza tenere conto del merito e per gestire affari.
Bisogna intervenire in modo severo, con una profonda e radicale riorganizzazione che metta al centro il servizio al cittadino e in cui competenze e capacità organizzative siano l’unico criterio per l’individuazione dei principali ruoli direttivi”.