«Il furto in una Chiesa è sempre simile ad una bestemmia. Quello avvenuto nella Chiesa di Sant’Agostino a Salemi è difficile ricondurlo alla criminalità locale o alla leggendaria azione della mafia.
Molto probabilmente è stato compiuto da extracomunitari indifferenti ai valori simbolici della religione e ignari di a vere rubato opere il cui valore materiale è modesto avendo prevalentemente funzione devozionale.
A maggior ragione il furto appare uno stupro, uno sfregio, più che un’azione condotta con l’obiettivo di un reale profitto. Il nostro patrimonio ecclesiastico è prezioso per ragioni devozionali e per pertinenza ai luoghi, avulso dai quali perde valore e rivela l’inutile tracotanza dell’obiettivo sbagliato dei miserabili che l’hanno compiuto.
Ho immediatamente comunicato al Nucleo Tutela dei Carabinieri di Roma la notizia dell’atto criminoso e ho dato mandato al devoto onorevole Giammarinaro di recuperare la documentazione fotografica per individuare in tempi rapidi gli oggetti trafugati, impossibile comunque vendere una volta messi sull’avviso i possibili, ignari ricettatori»