Con gli americani ci dividono innanzitutto i soldi. Loro spenderanno 42 milioni di dollari, noi a mala pena 60 mila euro, di cui 15 mila
messi dall'assessorato regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana, altri da sponsor privati e dal Comune. Poi i contenuti: il nostro non sarà certamente un museo celebrativo, ma di riflessione su ciò che è stata la mafia nel passato e su ciò che è diventata. Una antimafia non retorica». Per il sindaco Vittorio Sgarbi intanto la realizzazione del Museo riserva un problema legale di non poco conto. Nel museo saranno esposte, oltre alle tele di numerosi artisti che ritraggono boss mafiosi, le prime pagine dei giornali che danno conto della guerra di mafia degli anni '80 a Palermo e delle vicende processuali che da allora fino ad oggi hanno riguardato i «colletti bianchi» e gli esponenti politici collusi. Molte di queste prime pagine raccontano dei cugini Nino e Ignazio Salvo, noti come «gli esattori di Salemi» perché per anni gestirono la riscossione delle imposte in Sicilia. Ignazio, condannato per associazione mafiosa, fu ucciso dalla mafia il 17 settembre del 1992. Il cugino Nino, imputato nel cosiddetto «maxi processo» di Palermo, morì per un male incurabile il 19 gennaio del 1986 in una clinica di Bellinzona. I familiari di Nino Salvo hanno fatto pervenire al Comune una lettera con la quale diffidano il Comune di Salemi dall'inserire il nome del loro congiunto all'interno del Museo della Mafia, e ciò perché Nino Salvo non ha mai subito alcuna condanna. Sgarbi intanto annuncia che le installazioni del Museo della Mafia di Salemi realizzate dall'artista siciliano Cesare Inzerillo saranno esposte nel 2011 alla Biennale Arte di Venezia. Il Museo della Mafia di Salemi, che sarà inaugurato martedì 11 maggio in occasione della visita del Capo dello Stato Giorgio Napolitano nell'ambito delle iniziative per il 150° dell'Unità d'Italia, sarà itinerante. «Una volta all'anno - dice il direttore artistico Nicolas Ballario - sarà ospitato in un museo all'estero».