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06/06/2014 10:12:00

Francesca Medaglia racconta le "Asimmetrie ibride nella critica di Antonino Contiliano"

A cura di Francesca Medaglia, i quaderni di saggistica della CFR Edizioni di Piateda (SO) hanno pubblicato il libro “Asimmetrie ibride nella critica di Antonino Contiliano”(il libro è dedicato al poeta di Acerra Emilio Piccolo – direttore di “Senecio” e “Vico Acitillo 124”, un caro amico del poeta marsalese e recentemente scomparso). In copertina ancora un’opera del pittore Giacomo Cuttone, “Stranezza” (una china). “Stranezza” è anche il nome che i teorici della fisica quantistica hanno dato alla particella del tempo; la particella studiata attraverso le osservazioni sul quark ibrido kaone-antikaone. E non è un caso che il saggio introduttivo della studiosa (Francesca Medaglia), che ha esplorato il pensiero poetico e saggistico del marsalese Nino Contiliano, porti come titolo “Il progetto kaone/antikaone” (p. 7). Il libro è corredato anche da un’intervista curata dalla stessa autrice. In stralcio, per gli eventuali lettori, qualche passo tratto dall’introduzione e dall’intervista.


Dal Saggio introduttivo:
«In Contiliano riflessione saggistica e afflato poetico si mescolano e, al fine di comprendere a pieno la sua visione poetica, è bene tentare di non scindere forzatamente le due “anime” che compongono la sua riflessione artistica, quella del pensiero del critico e quella del poeta. Infatti, entrambe queste due tipologie di comunicazione, per quanto siano solitamente molto diverse e separate, in Contiliano divengono l’una il completamento dell’altra. Il bisogno principale di Contiliano è quello di riuscire a comunicare il proprio pensiero, al fine di cercare di migliorare la società contemporanea (…). Ed è proprio questa voglia di cambiamento e lotta letteraria che il titolo di questa sezione introduttiva vuole sottolineare: il progetto, a cui si fa riferimento nel titolo, coincide da un lato con la volontà di comprendere i cambiamenti che sono occorsi nella società negli ultimi trenta-quarant’anni sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello umano, dall’altro esprime il desiderio di imparare ad usare le nuove tecnologie in maniera intelligente, riuscendo a sfuggire dal clichè di una letteratura asservita al sistema, che diviene prodotto fabbricato in serie. L’oppressione tecnocratica e finanziaria, che costituisce la manifestazione contemporanea del dominio del capitale sulle vite degli uomini di tutto il mondo, è affrontata risolutamente da Contiliano con un lavorio ed una alacrità mentale e comunicativa (peraltro palesata dalla copiosa mole di contributi citati precedentemente), che concilia l’attivismo politico e la capacità di critica del sistema economico globale di matrice marxista con la scanzonata irriverenza piratesca ed anarcoide, ma anche pungente e consapevole, dell’idelogia Cyberpunk”. (…) È possibile affermare che due sono le principali tendenze critiche che si intrecciano e si rincorrono nell’opera di Contiliano: il concetto di creolizzazione e il tema dell’impegno, sociale e politico. La riflessione critica di Contiliano si richiama ad un orizzonte estremamente complesso e colto che spazia dalla letteratura alla scienze fisiche, dalla scuola di Francoforte con Adorno, Horkheimer e Marcuse e dal marxismo degli anni Settanta ai fondamentali teorici russi quali Benjamin, Lotman e Lukács tra gli altri, fino a giungere ai più recenti teorici della creolizzazione e del meticciato, come Glissant, senza dimenticare da un lato il senegalese Senghor e il martinicano Césaire, dall’altro gli studiosi francofoni Laplantine e Nouss».
Dall’intervista:
«D. - Scrivere poesia e scrivere saggi: in che rapporto sono per lei queste due tipologie di composizione?
R. - Scrivere poesia e insieme saggi (testualità metaletterarie) è stato ed è un coltivare un nesso che, credo, sia opportuno, e in un certo senso dovuto, per chi cerca di capire dove vive, con chi vive, convive, interloquisce e con quale mondo ha a che fare. Dovuto sia per un dialogo – pur in divenire e sempre in attesa di riassetti – con se stessi, sia con il collettivo e gli altri (singoli o gruppi) cui s’inviano certi “messaggi” e le ipotesi di senso che non si rassegnano a fronte di quella che Italo Calvino chiamava la “pestilenza del linguaggio”. (…). La standardizzazione del linguaggio e il prevalere delle stereotipie di massa con cui il nuovo soggetto-maestro collettivo – i mass-media generalisti di servizio omologanti e la società dei consumi appaltatrice –, infatti, insegnava più a uniformarsi che a leggere in profondità quanto stava imponendosi, o a reagirvi criticamente (…).
D. - Come inserisce la sua attività di poeta e critico nell’orizzonte culturale che contesta le forme attuali della società capitalista? Quale è il ruolo dell’intellettuale-poeta nell’evoluzione della società contemporanea?
R. - L’attività di un poeta e di un critico, che contesta le attuali forme della società capitalistica, nonostante siano venuti meno i grandi racconti e la figura del maître à penser e le gerarchie dei valori – illuminismo liberal-democratico borghese, idealismi di varia connotazione, socialismi reali, giustizia sociale, libertà, eguaglianza, solidarietà... –, va collocata nell’orizzonte dell’obbligo del conflitto e nei passaggi che la presente contingenza storica impedisce di eludere (…). Alla maniera di Gilles Deleuze, è come dover far parlare una “lingua minore”, una lingua di sabotaggio e lotta antagonista, capace di vedere dentro i processi della molteplicità (…) decostruire criticamente i comportamenti culturali-politici della banalizzazione anestetizzante della cultura expertise (gli esperti) a servizio degli ordini della nuova ristrutturazione capitalistica, l’industria del marketing neoliberista (di massa e invasiva), dell’informazione ridotta a ratio calcolistica e subordinante l’immaginario e il simbolico all’intrattenimento e alla spettacolarità mondializzati. (…) Di recente (31 agosto 2013) abbiamo organizzato un incontro di letture e proposte di confronti e discussioni pubblici sullo scoglio (“2rocche”) di Capo Boeo di Marsala: è stato un “notturno” realizzato all’insegna de “L’obbligo del conflitto” (…) L’attività critico-saggista, per l’altro verso, si è provata a seguire sia il dibattito (in genere), pregresso e in corso, sia ad esercitarsi in proprio, partecipando, ove possibile, direttamente alle iniziative raggiungibili, o con pubblicazioni sul vecchio cartaceo (il romano «Fermenti», oggi), sia sulle pagine web (blog, o siti dedicati)» (…).
 



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