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17/12/2018 06:00:00

Sicilia, il nuovo corso del Pd di Faraone. Ma Piccione fa ricorso, e sarà battaglia legale

 “Alle regionali meritavamo di perdere”, sono queste le parole di Davide Faraone, nella sede di via Bentivegna del Pd a Palermo.

Un'analisi lucida e circoscritta, che detta il passo di quello che sarà il nuovo corso di del Pd.

Totale discontinuità dai caminetti, dalle logiche di un partito che decide gli incarichi in un salotto e come spartizione di correnti e di tessere.

Almeno le premesse ci sono, la strada è lunga e non semplice e ci si potrebbe perdere sui territori.

Sul governo targato Rosario Crocetta si era espresso, il neo segretario, in tempi non sospetti, quando lo scollamento con i siciliani era talmente evidente che qualunque altra elezione avrebbe pagato un dazio caro.
A metterci la faccia fu il Rettore dell'Università di Palermo, Micari, che però veniva portato in giro dai notabili del partito, lo ricordiamo nel trapanese, da un’azienda all'altra ma senza una vera base elettorale.
Diciamolo, lo hanno consegnato alla sconfitta.
Si cambia registro, lo dice chiaro Faraone, e evidenzia come vada riallacciato il rapporto con la base, con i cittadini, cercando di amalgamare coloro che non si ritrovano nelle linee guida della politica grillina o leghista.
Le settimane che seguiranno saranno di assestamento e di altrettante battaglie, la prima comincia all'Ars dove si chiederà all'attuale capogruppo, Peppino Lupo, di fare un passo indietro dalla carica che ricopre.
Un'apertura a quanti credono in questo nuovo viaggio, apertura che potrebbe rimanere sulla carta: sui territori ci sono le persone di sempre con il piglio di chi lavora ad escludendum volendo dimostrare di essere i primi della classe, ignari che in questo caso la classe è da formare, non c'è.
Non si può galleggiare ma bisogna rivoluzionare, lo dice chiaro ai giornalisti ma ai tanti che lo hanno sostenuto, un monito a quanti hanno pensato che quella posizione fosse giusta perché con spazi più larghi da occupare.
Sono gli stessi pezzi di partito che per le regionali del 2017 hanno sostenuto la candidatura di Baldo Gucciardi, in provincia di Trapani, perché l'unica “vera” di partito. Cambiano i mesi e per qualcuno anche le idee.
Le primarie, mai celebrate ai gazebo per il ritiro della competitor Teresa Piccione, si concludono con amarezza, i membri della commissione per il congresso, Vincenzo Lo Re, Agata Teresi, Franco Nuccio e Domenico Pirrone, chiedono che l'elezione di Faraone sia dichiarata nulla a causa della presentazione fuori termine delle liste con i 180 candidati che formano l'assemblea dem.
La contestazione muove dal non rispetto delle procedure per la formazione e acquisizione dei dati sensibili delle liste collegate a Faraone.
Teresa Piccione ha già dichiarato che adirerà le vie legali, contestualmente inizia il suo tour per la Sicilia per promuovere la mozione di Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria nazionale dei dem.

Rossana Titone