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26/03/2019 16:06:00

Scrive Riccardo Rubino, in risposta a Obbiso, sulla lettera dei 90, la politica, la morale

 All'editoriale dello scorso 22 marzo, circa la lettera dei 90 volenterosi cittadini con cui si chiedevano le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale Enzo Sturiano, è seguita una replica pubblicata sulle colonne di TP24.it, a firma di Pippo Obbiso. Che è a sua volta uno dei firmatari del “Manifesto dei 90”. Qui di seguito la contro-replica.

Approcciamo la questione schematicamente, così risparmiamo pure il tempo.

Preliminarmente, ringrazio dal più profondo del cuore per la replica alle considerazioni sulla richiesta di dimissioni. Più che il malaffare, è l'assenza del dibattito ad inquinare la Cosa Pubblica. Concetto più che assodato, ormai.

Ora passiamo all'A-B-C: quando si interviene su una testata regolare, gli articoli non firmati o sono publiredazionali o sono ascrivibili alla redazione nel suo complesso, né più né meno di quel che accade quando si firma una lettera aperta. Le considerazioni a margine del vostro intervento sono la summa di più opinioni – tutte interne alla Testata – per cui la “firma” al pezzo si sarebbe risolta nell'appropriazione indebita di idee (anche) altrui. Ma siccome il caporedattore sono io, allora io rispondo. E, poi, è una questione di simmetria: ad un gruppo risponde un gruppo, ad un singolo risponde un singolo. Svelato questo arcano, spero che il punto sia chiarito sicché non se parli più.

Adesso andiamo nel vivo della questione, specificando sin d'ora come questa replica riesca ad essere ancor più inconsistente del Manifesto che vuole difendere. Manifesto – questo – le cui omissioni potevano essere addebitate alla fretta di scrivere. Perché, ecco, il tema non era “è sbagliato chiedere le dimissioni di Sturiano”, bensì “perché le avete chieste SOLO a Sturiano?”. E allora uno poteva pensare che “Sarà stata l'emozione e l'impeto del momento di prendere una posizione chiara e decisa, per questo si sono dimenticati qualcosa". Ora che c'è pure la replica, cade anche questo alibi.

Dunque, il primo argomento della replica è: “Perché nella sua smania di spargere sarcasmo, da novello Travaglio alla marsalese, non si è minimamente reso conto di aver sbagliato del tutto interlocutori. Non ha capito – o fatto finta di non capire - che quelle 9 0 persone firmatarie della lettera ai marsalesi non sono tesserati o esponenti di partito, né del PD né di altri partiti”. L'affermazione consiste in un piccolo capolavoro di autolesionismo. Innanzi tutto, non si capisce per quale motivo Obbiso ci tenga a specificare – esattamente come una Paola Taverna al Quarticciolo (ve la ricordate? “Io nun so politicooo...!”) - che non ci sono “politici” all'interno del gruppo dei 90. Forse fare “politica” è una colpa? Essere tesserati ad un partito equivale ad un precedente sul casellario penale? E' un atteggiamento paragrillino, che discende dritto dritto dalla prima causa di decadenza della nostra civiltà politica: l'anti-politica. Del resto, è stato proprio questo prendere le distanze, da parte dei migliori, ad aver aperto la strada (politica) ai peggiori. Basta questo solo argomento per voltare pagina e passare ad altro, se non fosse che la stessa frase contiene pure alcune grosse imprecisioni. Perché, ecco, io non so se sono tesserati o meno, ma tra i firmatari leggo i nomi di tanta gente con pregressa esperienza politica: leggete e verificate, troverete anche ex consiglieri comunali o candidati alle scorse amministrative. Oltre alle “nasche” (concetto su cui torneremo a brevissimo), evidentemente di “attuppati” ci sono puru l'occhi.

Il secondo argomento attiene alla qualità del voto. “Pecunia non olet”, le preferenze invece sì. Perché c'è voto e voto, evidentemente. Approccio stravagante, per quanto mi consta: allorquando i voti varranno per “peso” e non per “numero”, perché qualcuno di noi vale più di altri, ebbene quel giorno sarà la morte della democrazia. Ma adottiamo pure i canoni calvinisti dei 90 firmatari, e di Obbiso che risponde, e vediamo dove arriviamo. “Di puzza se ne è sentita parecchia” - spiega Obbiso - “sin dalle amministrative del 2015 che nelle successive politiche del 2018”. E allora torno a chiedere: s'è vero che la colpa – in sostanza – consiste nell'aver attinto ai voti di Ruggirello, perché sono state chieste le dimissioni del solo Sturiano e non del Sindaco? Eppure Ruggirello appoggiava apertamente Alberto Di Girolamo alle ultime amministrative. Nessuna risposta sul punto. Chiedo ancora: Ruggirello ha sponsorizzato la candidatura del locale Assessore alla Pubblica Istruzione alle scorse politiche. Perché avete chiesto le dimissioni del solo Striano e non quelle di Angileri? Anche qui: nessuna risposta sul punto. E, ancora, signori miei: guardiamoci negli occhi e facciamo la conta di chi siamo. Ci conosciamo tutti e tra questi novanta figura gran parte del centrosinistra/progressismo locale. Ma dove eravate quando si consumava l'arrembaggio al partito che rappresenta la vostra colorazione politica? All'epoca (2015 e 2018), pur sentendo la “puzza”, perché non avete avuto il coraggio di alzarvi in piedi e urlare “no pasaran!”? Non l'avete avuto – allora – il coraggio di vergare una lettera aperta di denuncia. Però lo trovate adesso. Peccato sia postumo e dunque ridicolo. Perché parliamoci chiaramente: state infierendo su Sturiano ora che il suo appoggio traballa. Prima, però, le sue migliaia di preferenze servivano. Eccome se servivano. Ci vuole coraggio a parlare di “coraggio”, quando si hanno le “nasche attuppate” a seconda delle circostanze.

Il terzo argomento si può sintetizzare così: “questione morale e pinze al naso” ed è tragico e comico nello stesso tempo. Rispuntano i massimi sistemi: “persone al di sopra di ogni sospetto”, “cattiva politica”, “principi”: tutte parole che esprimono giudizi frachi, netti e radicali e che respingono al mittente le sfumature dove s'annida il Male. “Sia il vostro parlare Sì, Sì, No No. Tutto il resto è del Demonio” predicava Cristo, e la Questione Morale – convitata di pietra in questo Manifesto dei 90 – ne è corrispettivo civico. Perché il “compromesso”, nella sua accezione negativa di recesso dai propri principi per un fine utilitaristico, è la prima causa di decadenza della politica (e della civiltà). Ottimo, migliore, massimo! Tutto bellissimo, per carità, se non fosse per una chiosa precisa: scrive Obbiso che “quando si deve scegliere giocoforza tra due candidati è quasi inevitabile che si dovrà votare con le pinze al naso”. Ma come?! Dopo tutte queste parole struggenti, commoventi, appassionate... siamo arrivati al “tirare a campare piuttosto che tirare le cuoia”? Al fine che giustifica i mezzi? E' vero: si nasce berlingueriani nelle lettere aperte, si diventa montanelliani (turandosi il naso) nelle repliche. Ma le questioni – specie quelle politiche – sono sempre un po' più complesse, e l'approccio manicheo o è puerile o è ipocrita. I giudizi massimalisti lasciamoli al bar o ai commenti su Facebook, perché da gente così attenta davvero ci si aspetta molto di più.

Caro Obbiso, la ringrazio due volte. Prima per l'attenzione e per i paragoni che mi lusingano. Poi, per essere riuscito a rubarmi il “come volevasi dimostrare” che certifica la correttezza di un teorema: aveva tutta l'impressione di essere una lettera aperta ipocrita, ora abbiamo la conferma che lo era veramente. Solo un consiglio, se posso: se questo manifesto è il vagito di una lista civica per le prossime amministrative, abbiate l'accortezza di lasciare spazio ai giovani firmatari come Ivan Cappello, Gepo Venuti e gli altri, che sono gli unici ad avere il diritto sacrosanto di indignarsi. Su di voi – caro Obbiso – incombe una colpa “generazionale”, che si manifesta per omissione quando non è per commissione: questo Mondo l'abbiamo ereditato da voi, e anche se siete stati onesti (per carità, mai messa in dubbio la circostanza), comunque non avete fatto abbastanza per addrizzare la rotta di una barca ormai in collisione.

Il diritto all'indignazione ce l'abbiamo noi, che ci sono rimaste solo le macerie. Voi no. Voi avete solo da starvi al vostro posto, ché la generazione di cui fate parte ha fatto già troppi danni.

Detto questo, è meglio tornare ognuno alle nostre occupazioni quotidiane, che sono ciò attraverso cui diamo l'unico contributo concreto a migliorare la Società. Lasciamole stare, queste lettere aperte: storicamente, dalle nostre parti si sono risolte in aborti che non hanno portato a nulla di buono.

Buona fortuna, e che il Cielo ci aiuti.

RIccardo Rubino 



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