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06/04/2020 14:22:00

Ruggirello e il coronavirus, non si ferma la battaglia dei legali

 Non si ferma la battaglia dei legali di Paolo Ruggirello, gli avvocati Galluffo e Taormina. Dopo aver ottenuto per il loro assistito, l'ex parlamentare oggi in carcere con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, il tampone per il coronavirus e li conseguente trasferimento in ospedale, hanno nuovamente inoltrato istanza per la concessione degli arresti domiciliari. 

Paolo Ruggirello, come abbiamo raccontato, da un po' di giorni manifestava la febbre alta e tutti i sintomi del coronavirus, ma il tampone, che ha portato alla scoperta della malattia, è stato effettuato solo sabato. Ruggirello si trovava nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ed è stato trasferito all'ospedale Cotugno.

"E' stata una battaglia difficile - commenta Vito Galluffo, nella foto - e sono accaduti degli episodi che meritano sicuramente un approfondimento. Il nostro assistito aveva la febbre già il 25 Marzo e noi abbiamo fatto di tutto per fargli avere le cure necessarie. Qualcuno deve rispondere di questo colpevole ritardo". 

Dopo le prime difficoltà, vedendo che ad ogni colloquio via Skype Ruggirello stava sempre peggio, i legali hanno creato una vera e propria rete di sostegno all'ex parlamentare, per aver garantito il suo diritto costituzionale alle giuste cure. Ed è per questo che adesso chiedono i domiciliari.

Nel frattempo, il ritardo con il quale si è scoperta la gravità del caso di Ruggirello ha creato scompiglio al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), con la protesta dei detenuti.  I tumulti, a cui hanno preso parte circa 150 detenuti distribuiti in tre sezioni del reparto Nilo, sono scattati intorno alle 20,30 di ieri e si sono concluse verso mezzanotte

Secondo quanto si è appreso i rivoltosi si sarebbero impossessati del reparto Nilo, tenuti sotto controllo dalla Polizia Penitenziaria. All'esterno del carcere sono accorse diverse pattuglie delle forze dell'ordine, inoltre un elicottero ha sorvolato la struttura.

Un gruppo piuttosto nutrito di reclusi, al termine dell'ora d'aria, ha occupato il reparto impedendo agli agenti della Penitenziaria di entrare. È iniziata una mediazione con i vertici del carcere, mentre le forze dell'ordine sono giunte all'esterno della struttura in tenuta antisommossa.