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18/06/2020 06:00:00

Coronavirus, stabile in provincia e in Sicilia. In aumento i contagi nel resto d'Italia

La situazione in provincia di Trapani e in Sicilia è pressoché ferma dal punto di vista epidemiologico, con la presenza di due soli casi in provincia, a Marsala, e con nessun nuovo caso di contagio per quel che riguarda l'intero territorio siciliano.

Se a livello locale e regionale la situazione e assolutamente tranquilla, lo stesso non si può dire per quella nazionale che, nelle ultime 24 ore, ha registrato un nuovo incremento di 329 nuovi contagi, quando il giorno prima erano stati 210. 

DATI DEL TRAPANESE - Situazione perfettamente stabile in provincia di Trapani sul fronte del Coronavirus. Sono solo due, infatti, le persone che ancora sono positive al Covid-19. Si tratta delle due ragazze di Marsala, rientrate dalla Lombardia. Una da Milano, risultata positiva al termine del periodo trascorso in quarantena e l'altra da Bergamo. Entrambe sono in isolamento domiciliare e asintomatiche.

L'ASP comunica di aver effettuato dall'inizio dell'emergenza sanitaria 13.865 tamponi e 7.611 test sierologici sul personale sanitario. In totale i contagiati in provincia di Trapani sono stati 131, di cui 124 guariti, due sono ancora i positivi e 5 deceduti.

DATI SICILIANI - Situazione stabile in Sicilia per quanto riguarda l’emergenza Coronavirus. Non cresce il numero dei contagi, nessun nuovo decesso, mentre continuano a diminuire i pazienti ricoverati. Questo il quadro riepilogativo della situazione nell'Isola, negli ultimi due giorni (16-17 giugno) aggiornato alle ore 15 di oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.

Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 184.412 (+4.085 rispetto a lunedì 15 giugno), su 154.287 persone: di queste sono risultate positive 3.462 (+4), mentre attualmente sono ancora contagiate 805 (-0), 2.377 sono guarite (+4) e 280 decedute (0).
Degli attuali 805 positivi, 28 pazienti (-6) sono ricoverati - di cui 3 in terapia intensiva (-1) - mentre 777 (+6) sono in isolamento domiciliare.

I dati delle nove province siciliane con la divisione degli attuali positivi: Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 9 (1, 157, 11); Catania, 397 (10, 579, 101); Enna, 8 (0, 388, 29); Messina, 120 (10, 387, 59); Palermo, 217 (7, 329, 38); Ragusa, 7 (0, 84, 7); Siracusa, 0 (0, 222, 29); Trapani, 15 (0, 123, 5).

SITUAZIONE NAZIONALE - Torna a salire il dato giornaliero dei contagi da coronavirus in Italia, con un incremento di 329 casi rispetto a ieri, quando si era registrata una crescita di 210. Il dato della Protezione civile comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia i nuovi contagiati sono 242 in più, pari al 73,5% per cento dell'aumento odierno in Italia. Il numero dei casi totali è arrivato a 237.828. Sono 5 le regioni ad aumento zero - Puglia, Umbria, Valle d'Aosta, Calabria e Basilicata, più la Provincia autonoma di Bolzano.

Sono 43 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto alle 34 di ieri. In Lombardia nell'ultima giornata se ne sono registrate 14 mentre ieri erano state 9. Il numero totale delle vittime in Italia sale dunque a 34.448.

Sono 163 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia, 14 meno di ieri. In Lombardia sono 59, 10 meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi a livello nazionale sono invece 3.113, con un calo di 188 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare scendono a 20.649, con un calo di rispetto a 442 rispetto a ieri. Sono 23.925 i malati di coronavirus in Italia, 644 meno di ieri, quando il calo dei cosiddetti attualmente positivi era stato di 1.340. Sono saliti a 179.455 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 929. Martedì l'aumento era stato di 1.516.

In Lombardia - Sono 242 i nuovi positivi al Covid in Lombardia, di cui 58 dopo test sierologico, con una percentuale tra tamponi effettuati e casi positivi del 2,1%. Lo rende noto la Regione. L'assessore Giulio Gallera sottolinea "un ulteriore calo di 10 pazienti nelle terapie intensive e di 106 pazienti nei reparti di degenza". I ricoverati in intensiva sono 59, quelli non in terapia intensiva 1.796, 106 meno di ieri, giornata in cui si sono registrati 14 decessi, per un totale di 16.480 da inizio epidemia.

Test sierologici: Razza, siciliani rispondano all'appello - Continua l’indagine di siero-prevalenza che ha l’obiettivo di stimare in modo puntuale il numero dei contagi asintomatici da Coronavirus. L'iniziativa, come nelle altre regioni italiane, è in attuazione del programma del ministero della Salute, con la collaborazione della Croce rossa italiana e della Regione Siciliana attraverso le Asp.

Si tratta di uno screening per comprendere al meglio la circolazione del virus, un’indagine campionaria rivolta alla popolazione di tutte le fasce d’età tra cui potrebbero emergere i cosiddetti “asintomatici”, coloro cioè che sono stati contagiati e hanno sviluppato anticorpi senza avere mai avuto sintomi e inconsapevolmente sono divenuti veicolo di contagio.

Così undicimila cittadini siciliani residenti in 120 Comuni dell’Isola* - scelti secondo una campionatura casuale elaborata dall’Istat, rappresentativa di tutta la popolazione - vengono invitati, attraverso una telefonata della Cri, a recarsi presso i punti i di prelievo più vicini, Asp o Guardie mediche. Viene così effettuato un prelievo per un test sierologico e in caso di risultato positivo per la presenza di anticorpi che rivelano un pregresso contatto col virus, si procede, come previsto da tutte le Linee guida, all’isolamento e all’immediata effettuazione del tampone.

L’indagine, in collaborazione con Istat e Cri su proposta dell’Associazione italiana di epidemiologia, coinvolge anche i medici di medicina generale e i pediatri. Lo studio, infatti, punta a caratterizzare le differenze tra generi, fasce d’età e sociali per comprendere al meglio le caratteristiche epidemiologiche a seconda dei territori del Paese; servirà inoltre a individuare le coorti target di una possibile vaccinazione, ovviamente quando essa sarà disponibile.

Secondo gli esperti, i risultati dell’indagine potranno essere utili anche alla rimodulazione delle misure di contenimento dal contagio: “E’ importante rispondere all’eventuale chiamata del personale sanitario incaricato di questa indagine – dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - perché si può contribuire nel cambiare le sorti della battaglia che tutti stiamo conducendo contro il Coronavirus. Faccio appello alla sensibilità dei siciliani che in questa emergenza, sino dalle fase iniziali della crisi, hanno dimostrato di essere ancora una volta un popolo straordinario”.

Va ricordato, infine, che la Sicilia, autonomamente, ha promosso una propria campagna di test sierologici riservata a precise fasce di popolazione fra cui, ad esempio, i lavoratori della sanità, delle Forze dell'ordine, del volontariato impegnato nell'emergenza Coronavirus, personale delle case circondariali e detenuti, ai quali l'esame viene somministrato gratuitamente. Si tratta di un campione di circa 150mila soggetti. Inoltre, così come previsto dalla circolare dell'assessorato regionale alla Salute, ogni privato cittadino può autonomamente richiedere il test.

 

Coronavirus è la pandemia dei paesi ricchi - La pandemia da Covid 19 ha sovvertito, per la prima volta dal dopoguerra, l'ordine dei Paesi che sono maggiormente colpiti da una malattia, confermandosi la pandemia dei ricchi. Lo indica l'analisi, pubblicata sulla rivista The Lancet, da Richard Cash e Vikram Patel, esperti di sanità pubblica e di medicina sociale, dell'università americana di Harvard. "All'inizio di maggio 2020, oltre il 90% dei decessi per Covid-19 si sono verificati nei paesi più ricchi del mondo; includendo nel gruppo anche Cina, Brasile e Iran, tale numero sale al 96%" scrivono i due esperti. Queste differenze con il resto del mondo, fatto di paesi più poveri, sarebbero spiegate dalle differenze nell'età della popolazione e nella struttura sociale. I paesi a basso reddito, raggruppati soprattutto nell'Africa sub-sahariana e nell'Asia meridionale e sud-orientale, hanno popolazioni molto più giovani rispetto ai paesi ricchi e la maggior parte degli anziani vive a casa, non nelle case di cura, dove si sono verificati fino alla metà di tutti i decessi nei paesi ricchi. Nonostante questa inversione, rilevano Cash e Patel, le politiche ritenute necessarie per i paesi ricchi sono state consigliate per tutti, a partire dal lockdown e l'uso di sofisticate cure ospedaliere. Ma i due esperti mettono "in dubbio l'adeguatezza di queste strategie per i paesi meno dotati di risorse".

In queste regioni, dove i poveri si spostano quasi esclusivamente sui mezzi pubblici, i blocchi delle attività hanno reso molto difficile l'accesso all'assistenza sanitaria essenziale. Con il risultato che "in India per esempio vi è stata una riduzione del 69% delle vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia nei bambini e dati simili stanno emergendo da altri paesi". Un altro impatto del lockdown è quello economico su persone che sopravvivono a malapena con mezzi di sussistenza precari. I blocchi delle attività, secondo i due esperti, dovrebbero essere usati con parsimonia per contenere gruppi di casi in queste regioni. "Suggeriamo - scrivono - che i paesi devono permettere alle persone di andare avanti con la propria vita, per guadagnare soldi e mettere il cibo in tavola". Associata al lockdown, aggiungono, vi è la promozione di test basati su kit costosi e il ricorso alle unità di terapia intensiva. Queste strategie "sono una remota possibilità nei contesti con poche risorse" dove invece "andrebbe promosso il ruolo della diagnosi basata sui sintomi dell'infezione e il ruolo degli operatori sanitari della comunità, dagli infermieri ai medici"

 



Sanità | 2024-04-15 10:02:00
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