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27/06/2025 18:32:00

Covid, il virus che non fa più notizia ma non è scomparso: nuovi contagi, varianti e ...

Il Covid non fa più notizia, ma non è sparito. Nell’ultima settimana, dal 19 al 25 giugno, secondo il report del Ministero della Salute, in Italia si sono registrati 305 nuovi contagi e 2 decessi legati al virus. Numeri contenuti, sì, ma da leggere con attenzione: si fanno pochissimi tamponi, e dunque i dati ufficiali rappresentano probabilmente solo "la punta dell’iceberg", come spiega il virologo Fabrizio Pregliasco.

Il caldo non basta a fermare il virus. A determinare l’andamento dei contagi non è la stagione, ma l’evoluzione delle varianti: “Ne compare una nuova ogni sei mesi – spiega Pregliasco – e nel frattempo il virus muta, elude parzialmente gli anticorpi, resta in circolo”.

Le varianti in circolazione: Stratus e Nimbus

La variante oggi dominante in Italia è LP.8.1, appartenente alla famiglia Omicron. Ma si sta diffondendo rapidamente anche NB.1.8.1, soprannominata Nimbus. L’OMS sta inoltre monitorando con attenzione XFG, chiamata Stratus, un ricombinante di LF.7 e LP.8.1.2, in rapida crescita a livello globale.

Non ci sono evidenze che queste nuove varianti causino forme più gravi di malattia, e i vaccini attualmente in uso restano efficaci nel prevenire le conseguenze più serie dell’infezione. Ma alcune mutazioni migliorano l’elusione immunitaria, rendendo il virus più subdolo, soprattutto per anziani e fragili.

Sintomi: cambia il virus, cambiano i segnali

Con le nuove varianti cambiano anche i sintomi. In India – dove Stratus è dominante – si segnala un’alta incidenza di raucedine, accompagnata da tosse secca e mal di gola. Nel Regno Unito, dove prevale Nimbus, i medici indicano come sintomo chiave un forte dolore alla gola, soprattutto alla deglutizione. Restano comuni stanchezza, febbre lieve, dolori muscolari.

“I sintomi oggi sono più lievi – afferma Pregliasco – ma il virus continua a colpire duro tra gli anziani e i pazienti fragili. In questi casi si registrano ancora ricoveri, e nel 70% dei casi l’infezione è la causa principale del peggioramento clinico”.

Vaccino: solo l'8% degli over 65 ha fatto il richiamo

Uno dei dati più allarmanti riguarda la copertura vaccinale: solo l’8% degli over 65 ha ricevuto il vaccino anti-Covid nell’ultima stagione. Eppure per chi è più a rischio il vaccino continua a rappresentare una protezione fondamentale.

“L’infezione da Covid – ricorda Pregliasco – non lascia un’immunità permanente. Per i soggetti fragili il consiglio è chiaro: fare il tampone ai primi sintomi, perché esiste una terapia antivirale (nirmatrelvir + ritonavir) da iniziare subito, e vaccinarsi non appena sarà disponibile il nuovo richiamo”.

Per tutti gli altri, il consiglio è di non abbassare del tutto la guardia. Il virus è meno aggressivo, ma non innocuo. E anche se oggi si parla poco di Covid, conviverci in modo consapevole resta l’unico modo per non farsi cogliere impreparati.