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21/05/2022 00:10:00

30 anni dopo Capaci, solo il nostro impegno può battere la mafia

Erano quasi le 18 del 23 maggio 1992 e ricordo benissimo dove fossi e con chi. Lo stesso l'11 settembre del 2001 e vidi in diretta TV il secondo aereo schiantarsi contro la seconda torre gemella.

Diversamente, non lo rammento per il 19 luglio del 1992, a discolpa era un pomeriggio d'una domenica d'estate, e al lido signorino di allora si poteva ancora distendere un asciugamano -tovaglia- sulla sabbia e nessuno di noi ascoltava il giornale radio straordinario.

Eventi, Capaci Manhattan e via D'Amelio, che hanno cambiato la storia siciliana, italiana e mondiale. Le conseguenze ancora oggi sono d'attualità, era l'estate scorsa quando i militari statunitensi dopo 20 anni abbandonavano Kabul e gli afgani ai talebani e candidamente Biden affermava:"non è più interesse degli Usa l'Afghanistan".

Tra qualche giorno ricorrono trent'anni della strage di Capaci nella quale morirono: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Sabato 14 maggio scorso alla presentazione del libro "Matteo va alla guerra" l'autore del libro Giacomo Di Girolamo ha conversato con il magistrato Roberto Piscitello dopo tre decenni sullo stato dell'arte della lotta alla mafia. Il saggio narra l'importanza del giovane Matteo Messina Denaro nella preparazione della stagione delle stragi e la centralità del territorio trapanese nella genesi di una delle pagine nere della storia repubblicana. Il dialogo con Piscitello ha fatto emergere che tanto è stato fatto nella lotta a Cosa Nostra ma molto necessita realizzare. Solo noi cittadini determineremo la fine del fenomeno che a detta del sostituto procuratore, e come dargli torto, non può essere solo ad opera di carabinieri,polizia e magistrati. La memoria è fondamentale per sconfiggere la Mafia .

Ma negli ultimi sei lustri dopo un forte impegno della società civile si è parecchio assopita la partecipazione di essa alla denuncia civica dell'organizzazione criminale. Bisogna rilanciare la nostra dedizione perché il pensiero di Giovanni si avveri,ossia: "la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine".


Vittorio Alfieri