Caos per il Decreto Legge. Che ne sarà della scuola a settembre?
«Azzolina Bocciata». Con due lunghi cartelloni a lettere cubitali blu su sfondo bianco, così i deputati della Lega alla Camera ieri hanno sintetizzato il loro dissenso verso il Decreto Scuola. Oggi sarà il giorno decisivo per l’approvazione, il voto è atteso questa mattina dopo le 11.
Ma tutto quello che riguarda il decreto, e le misure per la riapertura delle scuole a settembre, è ancora avvolto da una fittissima nebbia. Sono molti più i dubbi e i contrasti che le idee per restituire ai ragazzi le loro classi.
Partiamo con il decreto. Tra le misure più importanti c’è sicuramente l’indicazione sull’edilizia scolastica. Fino al 31 dicembre i sindaci e presidenti delle Province e delle Città metropolitane avranno a riguardo poteri commissariali.
Sul fronte del concorso straordinario, invece, forse si è arrivati a una soluzione di metodo: i docenti non dovranno più sostenere una prova al computer con le crocette. La prova sarà comunque fatta al computer, ma le domande saranno aperte. Adesso si tratterebbe, quindi, soltanto di aspettare che le condizioni sanitarie permettano lo svolgimento delle prove.
Precari e percorsi abilitanti per i neo-laureati: per i precari, le graduatorie saranno finalmente provincializzate e digitalizzate; per i neo-laureati, saranno previsti dei percorsi di inserimento all’insegnamento, così da potere introdurre anche loro nel mondo della scuola con una formazione adeguata.
Ora, riponendo un attimo da parte il decreto, è lecito chiedersi: ma qual è il destino della scuola italiana? Quando riapre? Come riusciremo a tutelare i nostri figli?
Finora le idee messe sul tavolo dalla ministra Azzolina si riassumono in pochi punti: innanzitutto l’adozione di barriere di plexiglass per trincerare i banchi. Questa soluzione permetterebbe di evitare in classe le mascherine e di diminuire il distanziamento tra gli alunni. Molte però sono le critiche mosse dalle commissioni di esperti e psicologi.
Altra novità del prossimo anno scolastico potrebbero essere le lezioni tenute all’aperto, in musei e luoghi demaniali. Gli spazi sarebbero certo più vasti di una normale classe e permetterebbero un particolare dialogo con i centri coinvolti.
E per evitare di dividere i ragazzi tra chi va scuola e chi fa lezione da casa, la ministra Azzolina ha avanzato l’ipotesi di ridurre l’ora scolastica, che potrebbe scendere a 45 minuti. Misura da congiungere con un ingresso scaglionato nel complesso scolastico.
Insomma, la didattica a distanza da settembre dovrebbe ritornare a essere solo una condizione emergenziale, e non più una pratica quotidiana.
Per fare tutto ciò, il Ministero ha previsto delle assunzioni straordinarie. Di docenti e di personale ATA, indispensabile per vigilare sulle misure di prevenzione.
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