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11/02/2018 06:00:00

La diaspora dei film di Kim a Salemi....e quella coreana

 Secondo la giornalista Veronica Femminino, erano 60 mila. A sentire Vittorio Sgarbi, 55 mila. Ma per la responsabile della digitalizzazione, Antonina Grillo, si riducevano a 46 mila. Insomma, quanti supporti giunsero a Salemi, nei primi mesi del 2009, donati dalle mani sante di Yongman Kim?

Nessuno lo sa con esattezza; quello che si sa oltre ogni ragionevole dubbio è che, nel febbraio di sette anni dopo, i volontari dell’associazione che si offrì di stilare un primo elenco di quello che giaceva sugli scaffali della Collezione, contarono 24.677 dvd e 11.609 vhs. Che fanno all’incirca 36 mila…

Nascono da questo equivoco di fondo – non aver mai contato e controllato esattamente, quello che giunse nel Belìce dentro ad un grande ed aranciato container –, tutta una serie di vertiginose ipotesi, teorie complottiste e strabilianti (e mai provate) leggende metropolitane che, in questo quasi-decennio, hanno spesso accompagnato l’avventura in terra sicula della più famosa raccolta di sapere cinematografico dell’East Village. E che, anche troppo volutamente, ne hanno minimizzato il grande valore documentale e filologico.

Sia come sia, le premesse – tremila e passa giorni fa – erano comunque rosee.

L’impulso che diede la Kim’s Video Collection alle attività della giunta Sgarbi, risultò fenomenale. Almeno all’inizio. Incontri ad alto livello, registi di fama nazionale in giro per la città (nella foto sotto, il sindaco Sgarbi mentre premia Gualtiero Jacopetti), festival pubblicizzati sulle riviste di settore “Duellanti” e “Ciak TV”, addirittura la prima nazionale di un film d’autore – “Donne senza uomini” dell’iraniana Shirin Neshat –, nel giardino del castello normanno-svevo in una indimenticabile serata di gala.

 

 

Ma è una spinta che dura poco.

Con Franca Pauli malamente allontanata dal progetto e dalla città, il critico cinematografico Gregorio Napoli – l’unico nocchiero che avrebbe tenuto dritto il timone della nave – purtroppo presto vinto ed annientato dalla malattia, con Oliviero Toscani in rotta di collisione e fuggito via dall’isola (non prima, comunque, di aver annunciato l’avvenuto saccheggio della Collezione da parte di ignoti!), e tutta la pletora di prestigiosi collaboratori diligentemente defilatisi, quello a cui tocca assistere è il balletto di ‘gruppi di lavoro’, spesso accomunati da un unico, grande pregio. La buona volontà…

 

A Salemi, in alcuni ambienti,  circolano ancora strane storie sul lungo periodo ‘oscuro’ della Collezione; noi non cederemo alle dicerie ed alle infamie, ma è anche chiaro che qui alcune cose le si dovrà mettere a registro. Di sicuro sia il gruppo dei ‘Toscani’s boys’, sia il successivo assembramento di ‘menti creative’ guidate direttamente dal sindaco Sgarbi, poco si curano di seguire i vari punti del protocollo siglato con mister Kim. Per lunghissimo tempo, i supporti giacciono dentro alle centinaia di scatoloni, in parte alla mercè dei raggi solari e dell’umidità; non si redige alcun inventario, si comunicano – saltuariamente – notizie di contorno sullo stato generale della Collezione e, cosa che stupisce più di un cinefilo della zona, non si cerca di coinvolgere il territorio. Leggenda vuole (in realtà, ‘fatto veritiero’ con più di un testimone oculare), che davanti ad un gruppetto di volenterosi ‘indigeni’ amanti dell’arte e del volontariato,  giunti in biblioteca per proporre di catalogare e mettere a disposizione di tutti la sezione del ‘silent cinema’ (più di 1000 supporti dvd, alcuni pezzi rari ed altre innumerevoli vhs), il coordinatore progettuale di allora, e cioè Nicolas Ballario (attuale commentatore del programma su Rai2, ‘Sbandati’), se ne uscì ringraziando ma declinando l’offerta. “Per la catalogazione, vi anticipo che attendiamo notizia di un macchinario da Venezia. Praticamente, ci hanno detto, che si buttano dentro alla rinfusa le custodie dei film e, dopo pochi minuti, dall’altro lato esce fuori uno stampato con i titoli”, fece il Ballario.

‘La macchina veneta’ è ancora modo di dire, tra i fortunati convitati a quella discussione, per avvisare l’arrivo di una spudorata balla che colpisce a tradimento e fa stramazzare a terra il discorso!

Questo non per burlarsi di qualcuno, ma solo per far capire che aria tirava negli uffici dove – ci si illudeva noi tutti – si sarebbe dovuta assicurare nuova vita alla più interessante donazione cinematografica mai giunta in terra trapanese.

 

Così vanno le cose agli umani, e così gli Dei pervertono a più non posso le sorti delle nostre tristi città. Volgeva al tramonto l’anno 2011, e successe che lo stridìo della legge e la lettura dello stridere si mossero – compatti – a tirar giù dal suo (sempre più polveroso e scomodo) trono belicino, il volenteroso Vittorio Sgarbi. Che raccolse in fretta e furia i suoi ferri del mestiere e, caricati su vari camiòn, se li riportò a casa. Si fosse caricato pure la Kim’s Video Collection, ci avrebbe tolto le castagne dal fuoco e questa ‘malattia’ l’avremmo chiusa qua.

E invece no. A domenica prossima!

 

Da due calate di sole, si sono aperti i XXIII giochi olimpici invernali di Pyeongchang. Dai tamburi di guerra, rullati più per far paura che per l’aver effettivamente paura, si è improvvisamente passati alle sfilate spalla a spalla, alle dichiarazioni di amore parentale ed allo scambio di fiori.

Tp24, questa settimana, vuole ricordarsi e ricordare la ‘piaga’ ancora infetta della diaspora koreana (anche in omaggio alle radici di mister Kim), sperando che la storia reale non segua la storia finta di questo pregevolissimo esordio alla regia di Kwang-Hyun Park. Che fa bella mostra di sé – quasi futile dirlo –, sugli scaffali della Collezione salemitana, e precisamente nell’edizione digitale edita dalla Sky Entertainment.

Buona visione!

 

Marco Bagarella

 

 

Il film in streaming gratuito

 

https://openload.co/f/j5ZnXgL5jEE

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