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22/05/2020 18:15:00

L'associazione Pro Capo Feto: "Cosa fare per tutelare l'oasi"

 Sarà la primavera che ha portato con sé la voglia di rinnovamento, di luce e d’incontri o sarà stata la quarantena da Coronavirus che ha acuito il bisogno di tornare a vivere in spazi aperti?

Sta di fatto che cittadini comuni, associazioni, addirittura partiti politici, come la sezione provinciale di “Italia Viva”, hanno avviato una petizione per salvare la “Riserva naturale di Capo Feto” dall’indescrivibile pressione antropica. Ci sono stati cittadini che addirittura hanno firmato per eleggere Capo Feto “Luogo del Cuore” e poter fruire di 50.000 € da destinare anche ad azioni di riqualificazione ambientale del biotopo. Somma davvero misera a differenza delle provvidenze relative al progetto Life del 1999 e al progetto della Soprintendenza ai B. C. TP del 2006, somma che a tutto potrà servire, ma non a vere operazioni di ripristino ambientale. Bisogna dire tra l’altro che sia il progetto Life, rivisto e corretto dall’ing. Edoardo Politano (piemontese dirigente del Ministero dell’Ambiente ai tempi del ministro Zanone) che quello della Soprintendenza hanno sortito ottimi risultati, ripristinando tutta la palude e non solo la parte più vicina a Mazara. Ad esaurimento dei fondi, i mazaresi, andato via definitivamente il coordinatore dei due progetti, hanno però, ancora una volta, ridotto Capo Feto a livello di area di campagna incolta in cui si esercita la caccia, si pratica il pascolo, si depositano rifiuti senza tanti scrupoli, insomma area in cui è possibile fare tutto ciò che può soddisfare le esigenze di chi dimostra scarso rispetto del patrimonio naturale.


Se l’investimento di idonee risorse economiche non ha garantito la tutela, il salvataggio di Capo Feto, come posso riuscirvi gli striminziti 50.000 €? E nel mazarese, oltre a Capo Feto e alla R.N.I. del Lago Preola, già affidata in gestione, non esistono altre bellezze naturali che economicamente impegnerebbero meno di Capo Feto? Sembrerebbe proprio di no, visto che i richiedenti dell’affidamento della palude e i richiedenti dei 50.000 € continuano a battere su Capo Feto che, a differenza del Lago Preola e Gorghi Tondi, non è ancora oggetto d’affidamento e sembra essere divenuto “terreno alla moda” per attirare capitali.

Si sono abbandonati, quindi, alla ricorrente giaculatoria dello stato di “abbandono e di degrado” della nota area naturale protetta, dimostrando, però, di non conoscere neanche la superficie e i reali provvedimenti di tutela che sono: Oasi di Protezione e Rifugio della Fauna, ZSC e ZPS.
La palude, infatti, è estesa appena 150 ha e non 453 ettari e non è stata mai né “riserva”, né oasi di “ripopolamento”.
Prima di scrivere al Sindaco di Mazara, per proporgli, tra l’altro, forme di gestione del sito, tra cui l’istituzione di “percorsi mirati a piedi per coloro che intendono usufruire della spiaggia”, prima di pubblicare notizie forvianti, abbiano la compiacenza di documentarsi e di confrontarsi.


Evidentemente, questi raccoglitori di firme, chiamarli politici o ambientalisti mi sembra eccessivo, per continuare a proporre di queste forme di gestione, non hanno mai letto il “Piano di Gestione”, approvato dalla Regione nel 2016, non hanno mai letto il “Piano di Gestione”, redatto nel corso del progetto Life da Fabio Perco, friulano tra i più noti naturalisti italiani, deceduto purtroppo prematuramente il 12 febbraio 2019. Riassunto del Piano leggibile, chi ne abbia interesse, nella pubblicazione n. 10 - 2006 a cura del CNR – N.T.R. – IRMA.
Né nel Piano approvato dalla Regione, né nel Piano di Fabio Perco sono previsti “i percorsi mirati a piedi per raggiungere la spiaggia”, né il resto delle attività incompatibili proposte da chi ha scambiato l’area naturale protetta per un “baraccone delle meraviglie” o per un campo sportivo.


Che senso ha chiedere soldi per riqualificare e tutelare Capo Feto, quando attraverso gli scritti si dimostra di non avere mai letto i Piani di Gestione, di non conoscere il luogo neanche nei suoi aspetti più elementari e più tangibili. E’ stato un caso che la portavoce di Italia Viva provinciale si sia spinta a scrivere: “La spiaggia incontaminata di Capo Feto, presenta fondali sabbiosi ed un particolare e suggestivo Vecchio faro sull’arenile” quando i giornali hanno diffuso la notizia della demolizione del Vecchio Faro e anche della manifestazione di protesta indetta dai veri naturalisti e ambientalisti accorsi anche dalla provincia di Palermo e dalla provincia di Agrigento? Non è da ritenere un caso perché c’è gente comune e, purtroppo, anche certi ambientalisti che, in particolari momenti, per il quieto vivere, preferiscono starsene a casa o a cambiare spiaggia.


Il Sindaco, persona sicuramente accorta, piuttosto che soffermarsi sulle missive di questi o di altri amanti di Capo Feto, li raduni, li metta a confronto, faccia mettere a Verbale le loro dichiarazioni, quindi, nelle apposite Sedi si faccia promotore di tutte le istanze compatibili per rendere la palude polo d’attrazione scientifico, culturale e turistico, come da previsioni contenute nel Piano Perco.


Il percorso sarà più semplice se i veri conoscitori ed estimatori delle qualità naturali di Capo Feto, uniti, assieme al Sindaco o a suoi delegati, si presenteranno ai “tavoli tecnici” regionali con progetti validi. Il percorso rimarrà bloccato, nel disinteresse dei “livelli superiori di governo”, se da un canto si continuerà a chiede la tutela di Capo Feto e dall’altro si continuerà a dimostrare di sconoscere il Piano di Gestione approvato dalla Regione, di frequentare Capo Feto per raggiungere la spiaggia o per condurre il cagnolino a fare i bisogni o per lasciarlo (inconsapevolmente) libero di aggredire i nidi degli uccelli acquatici.
Nelle more il Sindaco, anche se sull’area protetta allo stato attuale ha poteri limitati, nella qualità di massima autorità territoriale può adottare alcuni provvedimenti.
Con il confronto, consapevolmente e lealmente, mettendo cioè da parte la competizione per l’affidamento in gestione dell’area, si può fare intanto qualcosa.

Per Ass.ne Pro Capo Feto
Federazione Nazionale Pro Natura
(Il Presidente)
Anna Quinci