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16/04/2021 06:00:00

L'epopea Gharbi e il fallimento continuo del Marsala Calcio

 Ho dovuto attendere qualche giorno per somatizzare questa ennesima sconftta del “mio" Marsala Calcio e non tanto per un 8-0 che umilia lo splendido azzurro dei nostri cuori, ma, scomodando Giambattista Vico, per i soliti “corsi e ricorsi storici” che, ogni volta, siamo obbligati a digerire: ci sono sempre debiti da pagare, non si può fare calcio a Marsala; sono solo due degli innumerevoli “lamenti" che puntualmente si ripresentano all’occasione.


Questo lungo sunto accomuna Jhied Gharbi a tutti quegli amministratori del Calcio a Marsala che, vuoi per una cosa, vuoi per un'altra, hanno lasciato al proprio destino le sorti del “1912”. Eppure, a questo ragazzo ventinovenne di origine nordafricana ma che parla in romanesco “attipo" Totti, io ho dato immediata fiducia perché pronunciò una frase che mi colpì molto: mi sono innamorato di Marsala. La pronunciò in un modo che non mi diede scampo, si aprivano spiragli di aria fresca per il mondo del pallone lilibetano, bene o male pensai.


Iniziò subito tutta una trafila burocratica, appena divenuto Amministratore Unico, relativa alle quote societarie, mi sembra giusto dire, “detenute” per il 60% da Domenico Cottone, palermitano, che suo malgrado, si trova ai domiciliari a causa del suo lavoro e per il 40% da un gruppo di imprenditori ed appassionati di calcio marsalesi. Ä– sul passaggio delle quote che si gioca il primo rebus di questa vicenda: se parli con Gharbi: i soci del 40% fanno resistenza nel passaggio delle quote; se parli con i soci del 40%: abbiamo dato appuntamento a Gharbi dal notaio ma lui tentenna. Per le quote di Cottone, sequestrate dall’Autorità Giudiziaria, si dovranno attendere tempi biblici ergo “poi si vire“. La faccenda delle quote non si risolverà mai. Secondo rebus: nessuna Banca vuole aprire un conto corrente a Gharbi, eppure, mi disse personalmente, che di lavoro fa il Broker di metalli preziosi quindi è finanziariamente affidabile. Nel frattempo Gharbi iniziò a pagare debiti su debiti: vertenze di giocatori, fornitori ed altro, successivamente si saprà per un totale di circa 70.000 euro.

Gharbi apre il conto corrente ma non riesce a far affluire i capitali che gli occorrono è il terzo rebus: sono capitali che giungebbero dall’estero sborsati da sponsor ed investitori convinti da Gharbi circa la bontà del progetto. Progetto che inizia a divenire faraonico perché Gharbi inizia a parlare di: sviluppo del Porto di Marsala (tasto già dolente per i marsalesi), ma, soprattutto parla di costruire un nuovo stadio avveniristico dove far giocare il Marsala in categorie fantascientifiche. È a questo punto che la tifoseria comincia a lamentarsi, anche tramite striscioni: Gharbi parla troppo ma di concreto non si vede nulla, è il senso delle critiche. Quarto rebus: Ä— l'affidamento dello Stadio: i tecnici del comune dichiarano la inagibilità della struttura accusando Gharbi di non aver fatto la manutenzione; Gharbi dichiara di avere delle Pec che testimoniano il suo buon operato. Nel frattempo il Marsala calcio viene iscritto in questo nuovo scorcio di campionato e Gharbi dichiara di volerlo giocare programmando la prossima stagione, ma l'ultimo giocatore di qualità, l'attaccante Angelo Rosella torna nella sua città e si accasa al Mazara calcio; rimangono i ragazzi dell’under 17. Il resto è storia che purtroppo rimarrà scritta negli annali del calcio.

Gharbi si è dimesso ed ha dichiarato che non tutto è colpa sua, che non è stato aiutato da nessuno e che, anzi, ci sono stati personaggi, di cui non ha voluto fare i nomi, che hanno remato contro impedendogli un regolare cammino e di aver affidato ad un avvocato il disbrigo delle prossime faccende tra cui le dimissioni ed immagino il tentativo di recuperare le somme anticipate che ovviamente si aggiungeranno ai debiti esistenti. Ergo: Corsi e ricorsi storici.

Oreste Pino Ottoveggio



Calcio | 2024-04-23 05:07:00
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