Quantcast
×
 
 
21/01/2019 06:00:00

L’ombra di Matteo Messina Denaro nella scomparsa dei Maiorana

C’è l’ombra di Matteo Messina Denaro dietro il duplice omicidio di Antonio e Stefano Maiorana, i due imprenditori palermitani, padre e figlio, scomparsi nel nulla il 3 agosto 2007.


Il boss latitante più ricercato in Italia, ma anche un ricatto sessuale, rendono ancora più misteriosa la scomparsa dei due imprenditori.
Emerge tutto dall’inchiesta per duplice omicidio di cui la Procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione. Una decisione presa perchè il quadro probatorio, nonostante il gran lavoro di investigazione, non sembra così solido da reggere un processo che avrebbe visto accusati di duplice omicidio Francesco Paolo Alamia e Giuseppe Di Maggio. "Il nostro plauso va ai magistrati che hanno svolto bene le indagini e hanno dimostrato grande sensibilità", è il commento di Giacomo Frazzitta, legale di di Rossella Accardo, ex moglie di Antonio Maiorana e madre di Stefano.

Ma anche se l'indagine va verso l'archiviazione resta il mistero. E sullo sfondo c’è quell’incontro mancato tra Messina Denaro e i boss Lo Piccolo, il giorno della loro cattura. Ma soprattutto la relazione tra l’ex compagna di Antonio Maiorana e Matteo Messina Denaro in persona.


L’OMBRA DI MATTEO MESSINA DENARO.
Spunta il suo nome nell’inchiesta. E’ quella del boss di Castelvetrano ricercato da oltre 25 anni. La primula rossa della mafia siciliana viene tirata in ballo dai pentiti. Uno di questi è Andrea Bonaccorso. E’ 5 novembre 2007, pochi mesi dopo la scomparsa dei Maiorana, i capi della mafia palermitana, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, vengono arrestati. E’ l’arresto più importante di cosa nostra dopo Provenzano. I Lo Piccolo, racconta il pentito, quel giorno dovevano incontrarsi con Matteo Messina Denaro. Andrea Adamo disse a Bonaccorso che i due boss dovevano incontrarsi con “un trapanese”, senza però chiarire l’identità. Ma più avanti è un altro pentito, Pino Scaduto, a svelare che il “trapanese” era Messina Denaro. I pentiti rivelano che quel giorno il boss di Castelvetrano si trovava in auto con Franco Luppino, condannato per mafia, e Ferdinando Gallina, accusato di omicidio di cui si attende l’estradizione dagli stati uniti. L’auto, una Panda, con a bordo i tre boss si stavano dirigendo verso Giardinello per incontrare i Lo Piccolo. Questa circostanza l’ha raccontata Gallina a Bonaccorso. Poi l’auto fa marcia indietro, troppi elicotteri su Giardinello. Infatti è il giorno del gran blitz.
"Se i poliziotti avessero aspettato al massimo un'ora - sarebbero state queste le parole dette da Scaduto a Bonaccorso - in quella casa sarebbe successo il 48".
Cosa c’entra tutto questo con i Maiorana? Gli imprenditori stavano lavorando in un cantiere a Carini, territorio di competenza dei Lo Piccolo che avviarono una sorta di indagine interna per scoprire che fine avessero fatto. Ma c’è di più.


Il RICATTO SESSUALE E L’AMANTE DI MESSINA DENARO.
Ci sono due testimoni che raccontano un particolare non da poco. Dell’ennesima conquista di Messina Denaro, che ha la fama di sciupafemmine. Raccontano di una relazione tra il boss di Castelvetrano e Karina Andrè. Chi è? E’ l’ex compagna di Antonio Maiorana. Sarebbe stata la stessa donna a raccontare della relazione con un boss potentissimo del Trapanese. Magari non erano affari economici, ma sentimentali quelli di cui dovevano parlare i Lo Piccolo e Messina Denaro.
Sta in questi intrecci il movente ipotizzato in fase di indagine. Quando i due imprenditori sono scomparsi stavano lavorando con la Calliope Srl a delle abitazioni a Isola delle Femmine. Qualche giorno prima Alamia cede le quote della società a Dario Lopez, già proprietario del 50%, che a loro volta vengono girate a Karina Andrè. Proprio lei, l’ex compagna di Antonio Maiorana e forse amante di Matteo Messina Denaro. Il tutto deriverebbe da un ricatto sessuale messo in atto da Antonio Maiorana che sarebbe stato in possesso di un video hard che ritraeva uno dei vecchi soci durante un rapporto sessuale e minacciava di diffonderlo. L’ipotesi è che in cambio del silenzio dovevano essere cedute le quote. Il protagonista di quel video sarebbe proprio Alamia. E lo stesso Marco Maiorana, altro figlio di Antonio, era a conoscenza del ricatto. Quando venne a saperlo prese un appunto su un fumetto di Topolino. Marco Maiorana, per la vergogna, si è tolto la vita due anni dopo. Non si sa chi, non si sa come, forse incaprettati, ma ci sono diverse ipotesi sull’omicidio dei due imprenditori edili, vittime di lupara bianca.
Le indagini però vanno verso l’archiviazione e questo nonostante il lavoro degli investigatori.