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26/03/2019 07:18:00

Mafia, estorsioni e droga. Gli arresti a Palermo e il ruolo dell'imprenditore Migliore

 Decine di arresti per mafia a Palemo e un altro colpo al mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale.

A gestire gli affari legati alle estorsioni sarebbe stato Baldassare Migliore, 52 anni, l'esponente mafioso di spicco tra gli arrestati di oggi. Il suo nome è stato fatto la prima volta nel corso dell'indagine Perseo dei carabinieri, nel 2008, ma durante il processo le intercettazioni furono dichiarate inutilizzabili e da qui si arrivò all'assoluzione. Stessa cosa nel 2016 dopo che fu accusato di estorsione per i lavori al centro commerciale La Torre a Borgo Nuovo.

Nell'ultima inchiesta, quella che ha portato al blitz di oggi, le estorsioni sono uno degli elementi principali. Alcuni imprenditori hanno confermato di aver versato delle somme a titolo di estorsione, quattro gli episodi documentati.

Un costruttore che stava realizzando 14 villette in via Sant'Angelo a Palermo sarebbe stato costretto a versare 35 mila euro. A riscuotere le messa a posto, secondo le indagini della squadra mobile, è stato Giuseppe Messia, anche lui arrestato.

L'amministratore della società Elenka spa, nota per gli ingredienti di qualità per gelateria e pasticceria, in via Partanna Mondello avrebbe versato alle casse di Cosa Nostra 3 mila euro ogni anno. Stessa sorte toccata ai vivai La Franca in via Lanza di Scalea. Prima con le lire un milione per le festività di Pasqua e Natale poi diventati mille euro quanto è entrata in vigore la moneta unica.

A Isola delle Femmine il titolare del Super Lido Battaglia sarebbe stato costretto a versare 13 mila euro per la stagione balneare. Di questi 5 mila finirono nelle casse della famiglia mafiosa di Tommaso Natale.

Estorsioni ma anche droga. È stata documentata la gestione della piazza di spaccio dello Zen da parte di Fabio Chianchiano proprio grazie all'appoggio delle famiglie mafiose. Chianchiano avrebbe pagato tremila euro per ogni chilo di cocaina venduta al boss Girolamo Biondino, all'epoca reggente del mandamento mafioso San Lorenzo-Tommaso Natale.

Gli indagati dell'operazione antimafia a Palermo  sono : Giuseppe Messia, 41 anni, Giovanni Messina, 40 anni, Girolamo Taormina, 36 anni, Giuseppe Fricano, 51 anni, Salvatore Lucera, 48 anni, Giuseppe La Torre, 67 anni, Fabio Chianchiano, 54 anni, Salvatore Verga, 28 anni, Francesco Di Noto, 30 anni, Baldassarre Migliore, 51 anni.

E' proprio Migliore, l'esponente mafioso di spicco nell'inchiesta. Più volte arrestato e assolto, il suo nome è stato fatto la prima volta nel corso dell'indagine Perseo dei carabinieri, nel 2008. Nel corso del processo, però, le intercettazioni furono dichiarate inutilizzabili e così fu assolto.

Un'altra assoluzione arrivò anche nel 2016 dopo che fu accusato di estorsione per i lavori al centro commerciale La Torre a Borgo Nuovo.

Nell'inchiesta coordinata da Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia sono state raccolte le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Silvio Guerrera.

Alcuni imprenditori hanno confermato di aver versato delle somme a titolo di estorsione e ci sono quattro episodi documentati.

"Sono indagini - dice Rodolfo Ruperti capo della Mobile di Palermo - che si sono avvalse della collaborazione di Silvio Guerrera, arrestato nel 2014 e che alla fine del 2015 ha iniziato la collaborazione".

Guerrera per un periodo di tempo è stato il reggente della famiglia mafiosa di Tommaso Natale.

"Le sue dichiarazioni - spiega ancora Ruperti - confrontate con numerose attività tecniche fatte dalla squadra mobile e con una parziale a volte completa collaborazione con alcune vittime di reati estorsivi, ci ha permesso oggi di realizzare questo risultato".

"Tra gli arrestati di spicco di questa operazione - aggiunge - c'è l'imprenditore Baldassarre Migliore, un po' trasversale che grazie all'appoggio delle famiglie mafiose riusciva ad ottenere alcuni lavori in territori dove l'organizzazione Cosa Nostra incideva e sono state documentare alcune estorsioni".