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18/06/2019 17:36:00

Marsala e l'itticoltura allo Stagnone: replica di Legambiente al parere di Sciabica

 Ho letto, con un giorno di ritardo, la lettera al vostro giornale del naturalista Sciabica, che ringrazio subito per i consigli, non richiesti, che ci dà , e con il quale non intendo affatto polemizzare perché rispetto le sue opinioni e differenza di quanto ha fatto lui nel corso dell’incontro non mi sognerei mai di definire delinquente chi non la pensa come Legambiente.

Sciabica tuttavia fa una sintesi molto parziale dell’incontro dibattito, e pertanto credo sia opportuno precisare alcune cose.

Innanzitutto il circolo di Marsala non è partner del progetto, né ha inteso difendere gli interessi dei soggetti pubblici e privati che lo hanno proposto. L’obiettivo dichiarato, e per quanto ci riguarda raggiunto, era quello che del progetto si discutesse serenamente e possibilmente senza posizioni preconcette.

In questi anni, come è noto, abbiamo sollevato e richiamato l’attenzione della collettività su numerose questioni che riguardano l’area dello Stagnone: l’inefficienza dell’Ente Gestore nel provvedere alla reale tutela della riserva; la difesa del piano paesaggistico, impugnato dal Comune di Marsala allo scopo principale di eliminare i vincoli stringenti sull’area; la concessione di permessi di costruzione nella fascia nei 150 m. dalla battigia con l’espediente che le saline sono terra ferma, il transito veicolare lungo la laguna degno di ingorgo cittadino nelle ore di punta, il progetto volto a consentire la proliferazione di chioschi e scuole di Kitesurf, e da ultimo proprio l’impatto negativo sulla riserva e sulla sicurezza delle persone di questa pratica sportiva.

Sui temi sinteticamente elencati, e che intaccano gli interessi economici di chi sfrutta lo Stagnone, non ci risulta che si sia mai mobilitato: il naturalista Sciabica, l’on. Fundarò e il gruppo di attivisti (non meglio precisati) intorno a lui, il gruppo di contestatori intorno al giornale Il Vomere, gli oppositoripolitici del Sindaco ed altri in forma singola o associata.

Se pertanto, per scuotere le coscienze dei molti che si professano amanti dello Stagnone era necessario partire dalle contestazioni mosse al progetto Acquasal, perché non farlo?

Non mi pare francamente che dal dibattito siano emerse obiezioni fondate sulla sostenibilità ambientale del progetto che prevede, in estrema sintesi, l’allevammo in forma estensiva e sperimentale di fauna ittica , (quindi senza uso di mangimi ed antibiotici), per cinque anni e soli fini di ricerca scientifica. Le ricadute positive sul territorio nel quinquennio sono: il recupero della Salina Genna con la creazione di percorso ciclopedonale lungo il perimetro interno di essa (sarebbe unico in tutta la riserva), la nascita di laboratorio scientifico bio marino universitario a Villa Genna.
Perché dovremmo essere contrari?
Trascorsi i cinque anni e all’esito della sperimentazione, giudicheremo, se la riserva dello Stagnone sia davvero il posto giusto per l’allevamento ittico industriale.
Nel frattempo ci aspettiamo che i detrattori del progetto AcquaSal ci dicano cosa pensano sul tema della tutela ambientale della Riserva e dello Stagnone nel suo complesso, anche e soprattutto in relazione alle questioni da noi sollevate in questi anni.
Li invitiamo fin d’ora al confronto dibattito, in data, luogo ed ora da destinarsi a breve.

La presidente
avv. Maria Letizia Pipitone