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22/11/2022 08:00:00

I Mondiali in Qatar, i diritti che non ci sono e lo show che deve andare avanti...

 The Show Must go on. Uno dei concetti più iconici della nostra epoca: lo spettacolo deve continuare. Reso celebre dalla canzone dei Queen, ma legato per lo più al mondo dello spettacolo che vuole che l'opera o la rappresentazione venga portata al termine indipendentemente da tutto ciò che possa accadere nel mentre. E il calcio applica pedissequamente l'idea, già nel periodo più acuto della pandemia si era portato al termine il campionato di serie A, idem la Champions League, rinviati al 2021 gli europei quelli che hanno consacrato l'Italia sul tetto d'Europa, tra due mancate qualificazione mondiali.

L'assegnazione per lo svolgimento della manifestazione in Qatar a cui stiamo assistendo sarebbe stata oggetto di corruzione, coinvolto Michel le roi Platinì al tempo presidente dell'Uefa e vicepresidente della Fifa lo rilevò in una inchiesta France Football che, nove giorni prima dell’attribuzione dei Mondiali alla nazione del Golfo Persico, si svolse all’Eliseo una riunione segreta tra il principe ereditario qatariota oggi emiro, Tamim ben Hamad al-Thani, Platinì e Sarkozy.

Gli inquirenti francesi si chiedono dal 2016 se l'ex presidente francese abbia ottenuto in cambio qualche tipo di compenso. Le piste seguite sono: l’acquisto del Paris Saint-Germain da parte di Qatar Sports Investments nel 2011, la creazione della piattaforma tv Bein-Sport in Francia con i diritti tv della Ligue 1 e quelli dei Mondiali, oppure la vendita di aerei da combattimento Rafale, effettuata nel 2015 al prezzo di 6,3 miliardi di euro. È Pacifico che Laurent, il figlio di Platini, lavorasse per la Qatar Sports Investments, il fondo qatariota della famiglia regnante gestito da Al Khelaifi, che ha comprato il PSG.

Sempre lui divenne responsabile europeo della Burrda Sports, azienda di abbigliamento controllata dal fondo, sponsor tecnico della nazionale del Belgio ai Mondiali del 2014. Altra certezza sono le migliaia di morti di migranti dovute alle pessime condizioni di lavoro per la costruzione degli stadi e di tutte le strutture collegate, predisposte per ospitare e intrattenere i tifosi.

Sicuramente è una teocrazia, vige la sharia, con un monarca assoluto, banditi i partiti politici, adulterio e apostasia possono essere puniti con la pena di morte, omosessualità punita con la detenzione, I diritti delle donne un optional, infatti, devono ottenere il permesso dai loro tutori maschi per sposarsi, studiare all'estero, grazie a borse di studio, lavorare in molti degli uffici governativi, viaggiare all'estero fino a una certa età. Diritti umani quali la libertà d'espressione, sicurezza sul lavoro e salari adeguati sono assenti. Ma attraverso la World Cup mira a costruirsi un immagine internazionale di stato moderno e progressista e perché ciò si realizzi necessita che The Show Must go on.

P.s. siccome "pecunia non olet", anche a Massimo Grillo sarebbero piaciuti gli investimenti di Doha.

Vittorio Alfieri