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27/06/2019 06:00:00

Porto di Marsala. La Regione vuole sapere dal sindaco come stanno le cose

Adesso anche la Regione Siciliana vuole sapere dal Comune di Marsala come stanno le cose sul progetto del porto “pubblico”.

Una nuova puntata della lunghissima vicenda le porto di Marsala che questa volta fa tappa a Palermo, con l'assessore alle Infrastrutture del governo Musumeci, Marco Falcone, che ha scritto una lettera al sindaco di Marsala, chiedendo chiarimenti sul progetto del porto. Il sindaco Alberto Di Girolamo però non ha risposto, o meglio, dice a Tp24, gli avrebbe parlato di presenza e gli ha spiegato come stanno le cose. 

Facciamo un piccolo riassunto.  A Marsala la vicenda del porto pubblico e della sua messa in sicurezza si trascina ormai da tempo, tra polemiche, dibattiti ed esposti in procura, animati in questi anni dall’ex sindaco Giulia Adamo, che è tornata più volte sulla questione, accusando l’amministrazione Di Girolamo di non aver risposto alle convocazioni da parte del Ministero dell’Ambiente, né di aver mai risposto ai chiarimenti richiesti, né di aver presentato integrazioni prima che un decreto bocciasse definitivamente il progetto.


Dall’altro lato, c’è, invece, la posizione del sindaco Alberto Di Girolamo, che, addirittura, ha dichiarato di non essere a conoscenza di progetti pubblici per il porto.
Una questione spinosa, che si affianca al progetto della Myr, la società di Massimo Ombra che dopo dieci anni di iter sembra avere adesso le carte in regola, e soprattutto i finanziatori, per realizzare il Marina di Marsala.
Ma torniamo all’altro progetto, quello di messa in sicurezza del porto, il progetto pubblico che sarebbe costato 50 milioni di euro. Perchè la novità è che la Regione Siciliana, e in particolare l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, ha scritto direttamente al sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, per chiedere lumi sullo stato del progetto pubblico, per la precisione una “relazione dettagliata”.

“Uno dei principali obiettivi strategici che il governo regionale intende perseguire riguarda l'aumento della competitività portuale e interportuale dell'isola, mediante un sistema di infrastrutture e di trasporti intermodali che possa determinare un significativo aumento dei flussi turistici e del traffico marittimo”, scrive nella lettera al sindaco l’assessore regionale.

In quest'ottica, sottolinea Falcone, ha particolare importanza lo sviluppo delle aree portuali di Marsala per le quali questo Assessorato riceve continue sollecitazioni dagli attori del territorio del Comune”.

Dopo questa premessa Falcone arriva al punto, cioè il progetto “Marsala, opere di messa in sicurezza del molo foraneo sopraflutto, molo foraneo sottoflutto, banchine, piazzali ed escavazioni”. Il progetto del porto pubblico, in sostanza, da non confondere con quello della Myr. Falcone sottolinea che l'iter per la realizzazione del progetto è fermo dal 2016.

L'assessore regionale evidenzia che: “ferme restando le eventuali ragioni sottese alle scelte che ricadono nella esclusa discrezionalità di codesta Amministrazione, si invita a fornire, con cortese sollecitudine una dettagliata relazione sullo stato dell'arte del progetto de quo unitamente ai relativi atti, documenti ed elaborati a corredo. Ciò al fine di approfondire e verificare, in sinergica collaborazione, la possibilità di proseguire e portare a compimento la progettazione dell'opera”.


Falcone chiede al sindaco di Marsala una relazione dettagliata, con tutti i documenti, e di valutare insieme se ci sia la possibilità di portare avanti il progetto.


Questa lettera è stata inviata al Comune di Marsala il 22 maggio, oltre un mese fa. La risposta? Ancora nessuna. E’ vero anche che tutta la documentazione sul progetto si può scaricare sul sito del Ministero dell’Ambiente. Il sindaco non ha inviato nessuna relazione, non ha ancora risposto all’assessore regionale alle Infrastrutture, creando un piccolo pasticcio diplomatico. Di Girolamo ha però detto che “con Falcone abbiamo c’è un ottimo rapporto istituzionale. Ci ho parlato, e gli ho detto come sta la situazione”.


Il sindaco di Marsala sostiene di aver parlato più volte con gli uffici regionali che gli hanno assicurato che dopo la bocciatura della procedura di Via sul vecchio progetto i nuovi progetti li dovevano fare a Palermo, visto che il Comune non ha competenze. “Qualche mese fa la Regione ci ha detto che non possono fare progetti. Ci siamo visti 15 giorni fa e ci siamo detti come fare per vedere quei progetti esecutivi. Di quei vecchi progetti nessuno ha visto mai un euro”, conclude il sindaco.


E’ chiaro che il sindaco Di Girolamo del porto pubblico non ne vuole sapere, che sposa in pieno il progetto della Myr e non ha intenzione di andare avanti con l’iter per la messa in sicurezza.


Dicevamo che la storia del porto pubblico è spinosa e controversa, c’è un carteggio infinito tra varie istituzioni, e negli anni ci sono state indagini a go go. Nelle ultime settimane Tp24 ha raccontato gli ultimi sviluppi di una vicenda che va avanti da anni.


Un progetto caro all’ex sindaco Adamo che si dimise dalla carica nel 2014.
Durante la sua sindacatura seguì il percorso per l’approvazione del progetto che iniziò nel 2009, venne presentato nel 2011 e trasmesso definitivamente al Ministero dell’Ambiente il 27 novembre del 2013.


Da quella data si arriva prima al parere sulla procedura VIA della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale. Il parere è il n°2210 del 28 ottobre 2016 e deve valutare il progetto del Porto di Marsala che prevede le opere di messa in sicurezza, la realizzazione del molo foraneo di sopraflutto e molo foraneo di sottoflutto, le banchine e i piazzali e l’escavazione del fondale. La commissione del ministero in questo documento afferma che non ci sono evidenti motivi per cui si richiede urgentemente la messa in sicurezza.


La Commissione conclude il parere dicendo, che la documentazione prodotta dal Comune non è sufficiente ad evidenziare una situazione di gravità e di pericolosità dello stato dei luoghi tale da giustificare una procedura d’urgenza per le opere.


Dopo questo parere si arriva poi al decreto definitivo del Ministero che boccia il progetto del porto. Il documento è datato 25 luglio 2017 e protocollato al comune l’1 agosto. Il documento del Ministero decreta il giudizio negativo di compatibilità ambientale sul porto pubblico. Contro questa decisione il Comune di Marsala poteva fare ricorso al TAR entro 60 giorni e al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla gazzetta ufficiale.


Questi documenti dunque chiariscono definitivamente alcune cose importanti sul porto pubblico.
La prima è che il progetto di messa sicurezza del porto è a un punto morto, perché bocciato dal Ministero dell’Ambiente, cosa che la stessa Adamo, non ha tenuto a sottolineare, denunciando, quello sì, a ragione, il fatto che il Comune non ha mai fornito chiarimenti e integrazioni. Allo stesso tempo, però, bisogna dire che il Comune non era obbligato a rispondere, e che quella decisione di natura politico - amministrativa, non ha sicuramente alcuna rilevanza dal punto di vista penale.

Quello che inoltre fanno il parere della Commissione sulla VIA e il decreto del Ministero, è sconfessare le dichiarazioni del sindaco che da tempo dice di non aver mai ricevuto nulla sul porto pubblico, strano visto che i documenti sono lì, protocollati e consegnati al Comune.

Nel frattempo le condizioni del porto di Marsala sono sempre più critiche. La Regione non ha soldi messi in bilancio per le opere marittime, nemmeno per quelle di massima urgenza e la chiusura per garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica a questo punto diventa sempre più concreta e, forse, inevitabile.