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22/03/2018 06:00:00

D'Alì e la sorveglianza speciale: agli atti il suo incontro con Scandariato

Finisce anche la nuova informativa dei Carabinieri nel procedimento che si tiene a Trapani per l'applicazione della sorveglianza speciale nei confronti del Senatore Antonio D'Alì. La settimana scorsa c'è stata l'operazione "Pionica", come raccontato da Tp24.it, tra le carte dell'operazione antimafia è emerso anche un incontro, ripreso dalle videocamere nascoste dei carabinieri, tra D'Alì e Girolamo Scandariato, imprenditore in odor di mafia arrestato nel corso della stessa operazione.

L'incontro non ha alcun valore penale, e lo stesso D'Alì non è coinvolto nell'operazione antimafia, ma ugualmente le immagini che ritraggono l'incontro finisco tra le carte dell'accusa. Oggi, pertanto, alla ripresa del procedimento ci sarà il deposito delle nuove carte, e il giudice deciderà se accoglierle o meno in vista della decisione, che dovrebbe arrivare prima dell'estate di applicare o meno l'obbligo di dimora per D'Alì.

D'Alì ha incontrato Scandariato perchè quest'ultimo era interessato a prendere in affitto un appezzamento di terreno della famiglia D'Alì per piantare alberi di Paulownia, un albero dal legno pregiato. I D'Alì hanno precisato che in realtà la trattativa loro l'hanno condotta con Girolamo Culmone, esponente del Wwf. 

D’Alì, che non è indagato nell’inchiesta della dda, è stato ripreso in auto con Scandariato e nel baglio di altri due arrestati, i fratelli Gucciardi. Baglio in cui si sarebbero tenuti, secondo gli inquirenti, diversi summit di mafia e in cui venne scoperto un gps piazzato dai carabinieri. Proprio Scandagliato si occupò della bonifica dei luoghi dopo il ritrovamento.

D'Alì è stato processato per concorso esterno in associazione mafiosa, in una lunghissima vicenda giudiziaria non ancora conclusa: assolto, con prescrizione in parte del reato, in primo grado; stessa cosa in Appello, ma la Cassazione ha annullato la sentenza e quindi si attende la nuova fissazione del processo d'appello. In parallelo, invece, c'è il procedimento per l'applicazione dell'obbligo di dimora, che colpì D'Alì proprio il giorno stesso della presentazione della sua candidatura a Sindaco di Trapani.