Proseguiamo oggi l’intervista a Peppe Bologna, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Trapani. La prima parte la potete leggere cliccando qui. Bologna, abbiamo conosciuto due punti del suo programma. Se diventa sindaco a Borranea andrà a scaricare l’immondizia solo la città di Trapani; il secondo punto è che non si farà la “Grande Città” ma la “Nuova Città”. Lei che giudizio dà sul commissario Messineo che ha fatto uscire Trapani dall’accordo per l’aeroporto di Birgi e dal Distretto Turistico della Sicilia Occidentale. Anche lei è tra quelli favorevoli alla sostituzione di Messineo con uno che sia meno burocrate?
Secondo me Messineo non si sta comportando da burocrate. Io, se fossi stato sindaco il contratto di co-marketing non l’avrei firmato perché è viziato all’origine da tutta una serie di violazioni di normative.
E la politica come lo risolve il problema dell’aeroporto di Birgi?
Non hanno voluto mai pensarci. Basta fare una partita di giro, riscuotere la tassa di soggiorno e girare l’80% al consorzio degli albergatori e dei ristoratori. Sono loro che poi devono andare a fare la trattativa privata.
Come avviene in tutto il resto del mondo.
Esatto, qui è come se un comune prendesse un milione di euro dalle proprie casse per andare a giocare alla roulette. Il concetto poi delle municipalizzate esasperate non lo comprendo. L’Ente pubblico deve fare le attività che sono congeniali e competenti per un Ente pubblico, non può diventare imprenditore. Secondo me Messineo ha letto meglio le carte e su questa stessa linea, io avevo parlato con il sindaco Damiano, il quale ha avuto resistenze enormi a firmare quel contratto, per le stesse motivazioni che non fanno una grinza. Se oggi prendiamo un laureando in giurisprudenza, ci dirà subito che non è possibile firmare quel contratto.
Chi sono o quali saranno i suoi competitor. Pietro Savona è un suo avversario o è con lei?
Io ho parlato con Savona dicendogli: “Hai intenzione di candidarti?”, mi ha risposto: “tu sei pazzo…”. Ci siamo rivisti un paio di settimane fa e mi ha detto che sta lavorando ad una sua lista dicendomi: "tu lavora per i fatti tuoi e al momento opportuno, quando si comprenderanno meglio le condizioni ci incontreremo". La mia candidatura e quella di Savona è chiaro che è una contraddizione in termini pura e cruda. Per quanto riguarda i competitori. Se sono i nomi che circolano per ora, sarà una campagna elettorale meno faticosa.
Che ci dice di Guaiana, potrebbe essere un suo avversario?
Guaiana è stato massacrato e preso in giro da Miccichè.
Quindi non lo ha preso in giro D’Alì ma Miccichè.
No, D’Alì anche se viscido ha un suo codice e lo rispetta. Guaiana in tutta questa situazione sta preparando il suo colpo di coda con una propria lista che potrebbe essere diversa da quella di Forza Italia, qualcuno dice che si potrebbe candidare a sindaco.
E Giacomo Tranchida, sarà candidato sindaco? Ha preso tantissimi voti alle regionali.
Fino a seimila voti per uno che non ha strutture di partito, non ha sottogoverni e non gestisce assessorati è un dato pressochè ordinario.
E dopo i seimila?
Dopo i seimila scattano tutta una serie di altri meccanismi. I quasi undicimila voti di Tranchida non sono solo di opinione. Una campagna elettorale che porta tutti questi voti è fatta da una componente di opinione, di gente che dice: "io voto Tranchida perché fa finta di essere contestatore", dall’altro lato c’è il frutto di ragionamenti, trattative, ecc.
Ma Tranchida prendeva cinquemila voti da candidato al consiglio provinciale.
Ogni stagione ha i suoi tempi.
Anche Giacomo Tranchida è una sua creatura tra l’altro. Chi non è stato “creato” da Peppe Bologna?
Sicuramente Tranchida è una mia creatura. Non lo sono Salone, Guaiana e D’Alì.
Massimo Marino che è l’editore di Telesud, quando parla di un politico dice, questo l’ho creato io. Non è che è una cosa di voi editori, credervi creatori di politici?
No, io non sono un visionario né altro. Io quando parlo in questi termini, significa che ci sono stati tutta una serie di passaggi, non soltanto televisivi, di costruzione di opinione, di elettorato e quant’altro. Dire che uno è inventore di un candidato solo esclusivamente perché gli dai dieci spazi televisivi a pagamento, è pretendere troppo. Mentre il rapporto mio con chi sostenevo era forte e consolidato. Quest’ultima è la prima campagna elettorale che io non aiuto e non sostengo Giacomo Tranchida.
Nel 1998 quando era candidato alla provincia aveva tante idee innovative. Una era l’isola di nudisti a Levanzo, e tante altre.
C’erano due, tre, quattro punti, di cui si sono appropriati tutti, come ad esempio la metropolitana di superficie. Ma magari l’avessero fatta, avessero mandato giù una bozza di progetto consortile e avessero tentato una trattativa con RFI, invece, niente di tutto questo.
Com’è andata quella volta. Quanti voti prese?
Presi 12mila voti e il 6% circa. Non andò male, allora vinse Giulia Adamo che era appena uscita dal centrosinistra. Io fui candidato da Papania, Pellegrino, Accardo e i socialisti che mi convocarono in un bar di Alcamo dicendomi: “Peppe comincia a muoverti che sei candidato”.
Cosa le fa pensare che stavolta andrà meglio di quella volta?
Intanto l’esperienza di qualche anno in più e il fatto che la mia non è una candidatura costretta. Allora mi candidai perché un mio amico mi disse: “E’ meglio che ti candidi e perdi altrimenti se ritiri la tua candidatura potranno dire che hai fatto l’accordo”. Questa volta no, non penso, e per i rapporti, i dialoghi e le convergenze sono più fiducioso, ma vediamo cosa accadrà.
Sta già lavorando ad una squadra assessoriale?
Sì e spero di avere due vicesindache che assieme fanno 51 anni.
Giovanissime, avranno delle deleghe particolari?
Certo, avranno entrambe delle specificità e una delle due avrà quella dei rapporti “maledetti” con la cittadinanza. L’Urp così com’è non può funzionare. L’obiettivo è quello di contattare il cittadino via email per consultarlo di volta in volta per un provvedimento piuttosto che un altro, e chiedere un parere, cosa che non sarà vincolante per l'amministrazione ma che rafforzerà il rapporto con i cittadini.
Una cosa molto grillina, l’ha copiata da Santangelo?
Il grillismo a Trapani lo abbiamo inventato noi che facevamo gli scapestrati.
Qual è il suo pensiero sulle ultime amministrative a Trapani? Di chi è secondo lei la colpa di quanto accaduto: di Fazio, del Pd che non è riuscito a portare la gente a votare o non è stata colpa di nessuno?
Rispetto alle ultime elezioni, il programma elettorale migliore, anche perché era fantascientifico, - solo con le cose eccezionali puoi fare le cose normali-, per l’80% quello più significativo era quello di D’Alì.
Perché era copiato?
No, c’era un punto solo copiato, tutte cose copiate no, una sua intelligenza ce l’ha. Quello che è mancato è stata la non preparazione attenta e corretta e la pacificazione con tutte le aree del centro sinistra.
Quando lei parla di pacificazione del centrosinistra si riferisce al Psi di Nino Oddo che era con D’Alì?
Il Psi ha preso quasi tremila voti, lasciamo stare Nino Oddo. Il Psi è un concetto abbastanza nobile, se vogliamo dare un’etichetta diventa un’altra cosa. Io venti minuti prima che si presentassero gli assessori, quando si è avuta la certezza che Fazio rinunciava e lasciava il cerino in mano a Savona, dissi a Piero di non presentarli neanche noi e mi è stato detto: ”no, ce la facciamo ad arrivare al 50%”.
Bologna, da uomo di televisione, lei segue e le piace Telesud?
Ma, guardi, ho un rapporto normale, diciamo, con questa tv. Io a Massimo Marino ho contestato sempre una cosa, di avere in mano un gioiello ma che ne deve prendere atto e coscienza. Oggi è facile parlare sugli altri quando poi c’è una situazione di mercato disastrosa. Non sono più i tempi in cui Telescirocco fatturava 4milardi e mezzo l’anno e il mio amico Benito Spada spendeva con noi 20 milioni di lire e stava tranquillo. Oggi mi dice, dove li spendo questi soldi, con tutti questi canali, oggi i siti come subito.it e bakeca.it, gratis, funzionano meglio di un qualunque canale televisivo, è cambiato tutto ormai.