Noi siamo quello che mangiamo e la condivisione dei frutti del lavoro è il grande segno dell'ospitalità mediterranea”. Lo ha detto
Vladimir Luxuria, ospite del Cous Cous Fest, il festival internazionale dell’integrazione culturale che si chiude domenica a San Vito Lo Capo.
Un meticciato che si esprime naturalmente in Sicilia, terra che Luxuria dice di adorare perché “non solo l'architettura e la toponomastica risentono delle diverse dominazioni, ma anche in cucina le differenze rivelano la ricchezza di una cultura millenaria”. “Il buon gusto – continua - è trasgender e il cous cous, di cui vado matta, ne è la prova –. Ho assaggiato diverse varianti prelibate nel Maghreb, a Marsiglia, Favignana, e persino a Sant'Antioco in Sardegna. Ma la versione che preferisco è proprio quella trapanese, una sinfonia di sapori che i siciliani hanno arricchito con le mandorle.”
Da San Vito, dove Luxuria e’ ospite dei due talk show in programma stasera e domani, lancia un appello di pace trasversale: “Questo purtroppo non è un bel momento per l’integrazione– aggiunge -dalle espulsioni dei rom ad altri esempi di intolleranza, regna un clima in cui sembra che alcune culture siano superiori alle altre. Le differenze non devono essere un limite ma un arricchimento. Ecco che da questa terra, dove si celebra l’integrazione, vorrei lanciare un messaggio di pace tra i popoli, lontano dagli steccati politici. Fino a quando ci sarà un bambino che butterà un panino con un hamburger e contemporaneamente un altro che morirà di fame, questo sarà un mondo ingiusto. In fondo, a pancia piena si ragiona meglio e fino a quando ci saranno infinite possibilità di combinazione di ingredienti per le pietanze allora vuol dire che varrà sempre la pena svegliarsi con il sorriso la mattina, pronti a meravigliarci di quanto potere creativo è dotato l'animo umano”.
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