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11/11/2011 05:55:41

Strage di Brescia. Scarcerati i cugini Marino di Paceco. Appello da rifare

La decisione è arrivata ieri sera dalla Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza di condanna pronunciata nel giugno dello scorso anno dai giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia. Tutto da rifare quindi. Il nuovo processo d’appello si farà questa volta a Milano. A fronte di ciò i due cugini sono stati scarcerati ieri stesso.
I cugini Marino, rispettivamente figlio e nipote del noto capo mafia di Paceco, Girolamo Marino inteso "Mommo u nano" assassinato negli anni '80, durante la guerra di mafia che sconvolse il trapanese e che vide l'affermarsi dei corleonesi di Totò Riina, erano ricercati da alcuni anni a seguito del provvedimento di cattura emesso dai Giudici di Brescia, quando nel giro di sei mesi vennero arrestati entrambi.
Il 31 dicembre del 2010 a Tenerife, in Spagna, l'Interpol italiana, coadiuvata da agenti della Squadra Mobile di Brescia e di Trapani localizzò ponendo fine alla latitanza di Salvatore Marino. Il cugino Vito invece venne catturato qualche mese dopo nella sua Paceco.
I due in primo grado erano stati assolti dall’accusa di omicidio con formula piena. Decisione totalmente capovolta in appello quando i giudici condannarono all’ergastolo i due accogliendo la tesi degli inquirenti, secondo i quali non si è trattato di una rapina finita tragicamente ma di un vero e proprio regolamento di conti. Analizzando la dinamica del massacro fu infatti chiaro che i killer, con un'azione da professionisti, si erano recati nella villetta per compiere un'esecuzione.
Fu agghiacciante la scena del delitto. Le  vittime furono  trovate agonizzanti sul pavimento.  Gli hanno legato le mani e aperto la gola con un coltello. Marzenne Topar e il figlio Luca, erano seduti su un divanetto nella taverna della villa, le mani strette da fascette per elettricisti, i pigiami intrisi di sangue. Angelo Cottarelli era ancora agonizzante, riverso sul pavimento all'ingresso della taverna; respirava a malapena. Il sangue che gli colava nella gola gli strozzava le parole. E' morto anche lui, poco dopo, all'ospedale civile di Brescia, senza dire chi l'ha ucciso. Secondo le prime ricostruzioni fu  lo stesso Cottarelli ad aprire ai suoi assassini.
Una vicina scoprì i cadaveri: vide un gruppo di tre uomini, "mi sembravano stranieri", che suonavano al cancello dei Cottarelli "ma non ci ho fatto caso". Si è insospettita invece quando ha visto l'uscio di casa dei vicini socchiuso: "Sono passata lì davanti e ho notato la porta che non era chiusa. Sono entrata e ho visto le seggiole rovesciate a terra, gli armadi erano spalancati e la roba era stata buttata ovunque. E loro non rispondevano. Li ho chiamati, Marzenne, Angelo... In taverna li ho trovati tutti e tre".
I due Marino adesso possono tornare a casa in attesa del nuovo processo di appello a Milano. Salvatore Marino era detenuto a Opera, il cugino ad Agrigento.
Intanto i familiari delle vittime sono rimaste scioccate. Per il fratello Mario: “Una decisione vergognosa”