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07/07/2012 18:54:52

Processo Rostagno, la difesa chiede una nuova perizia balistica

Valderice,  la sera del 26 settembre 1988, sul luogo dell’omicidio di Mauro Rostagno, sono emersi nel corso dell’udienza di ieri in Corte di assise. «Le impronte di caricamento a freddo sonomeri indizi e non possono essere elevati a prova», ha affermato, LucaSoldati, perito balistico ed esperto in residui di sparo, citato come teste dalla difesa del presunto killer, Vito Mazzara. . «Contrariamente a quanto avviene per le impronte digitali - ha detto il perito nella comparazione balistica - per verificare le impronte, la legge non stabilisce quanti devono essere i punti coincidenti». I «falsi positivi», rappresentano un «rischio concreto. E, in questo caso, «con una sola impronta», «c’è il massimo rischio». «L’ottimo consulente Soldati, ha ampliato il campo del dubbio», ha sostenuto l’avvocato Elio Esposito, che rappresenta la parte civile «Saman». Ed a conclusione della deposizione del perito, il legale ha chiesto alla Corte di procedere ad una super perizia, «che metta ordine» e «superi tutte le problematiche» sul lavoro eseguito dai numerosi periti chiamati nel dibattimento. Nell’udienza di ieri, intanto, è emerso che i reperti - visionati in aula - erano conservati alla Squadra Mobile di Trapani, in involucri non sigillati; chiusi semplicemente con del nastro adesivo.Un’anomalia rimarcata dall'avvocato Vito Galluffo,  Il presidente della Corte d'assise, Angelo Pellino, ha affidato, a fine udienza, i reperti visionati al cancelliere Gaspare Solina per procedere ad un adeguato confezionamento