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04/04/2015 07:00:00

Padre Nostro 'vietato'. Gli apostoli: "Ce l'ha chiesto la gente". Mogavero: "Scorretti"

 Un putiferio si è scatenato a Marsala dopo i fatti della Processione del Giovedì Santo. Gli apostoli durante il percorso hanno recitato il Padre Nostro violando le disposizioni del Vescovo della Diocesi di Mazara Domenico Mogavero di attenersi ai testi del Vangelo. Nei mesi che hanno preceduto l’evento avevano provato un copione prestabilito, nel frattempo all’insaputa di tutti preparavano anche il Padre Nostro, di nascosto. Richiamati all’ordine dal segretario della parrocchia di Sant’Anna, che ogni anno organizza la Sacra Rappresentazione del Giovedì Santo, hanno continuato a recitare il Padre Nostro. Raggiunti da don Tommaso poi sono stati invitati ad abbandonare la processione. Un caso che adesso potrebbe anche finire in tribunale come ha fatto intendere ieri sia Don Tommaso Lombardo che il Vescovo. “E’ vero, abbiamo in parte disatteso il copione recitando il Padre Nostro. E’ stata la gente per strada a chiederci di dire l’unica preghiera che Gesù Cristo ci ha lasciato. A fronte di questa richiesta dei cittadini ci siamo sentiti in dovere di recitare il Padre Nostro. La Processione non è della confraternita di Sant’Anna, è della città di Marsala”, spiega Nino Ienna, uno degli apostoli “ammutinati”. “Noi non ce l’abbiamo nè con don Tommaso nè con il Vescovo, non dobbiamo travisare, abbiamo fatto un gesto di rispetto verso la città. So che abbiamo disatteso il copione, non credo che abbia dei profili penalmente rilevanti”, dice Nino Rallo, che nella processione faceva la parte di Gesù Cristo.
Il Vescovo però ha definito “inammissibile la strumentalizzazione del Padre nostro fatta dal gruppo dei recitanti e di quanti, con modi e parole inurbani in strada e sui social network, hanno astutamente spostato l’attenzione dal merito dei fatti”. Mogavero negli anni scorsi ha “tagliato” i dialoghi della Sacra Rappresentazione del Giovedì Santo per renderli più inerenti alle scritture, a differenza di quanto accadde in passato, quando si rappresentava non solo la passione di Cristo, ma tutta la sua vita. Poi si è cambiato richiamando la tradizione e l’ispirazione al Vangelo. “La Confraternita di Sant’Anna - sottolinea Mogavero - pur con qualche iniziale resistenza, ha accolto come è logico le mie indicazioni. In ragione di ciò i quadri della sacra rappresentazione erano limitati al racconto della passione, senza le arbitrarie interpolazioni introdotte nel tempo”.
Gli apostoli hanno però recitato il Padre Nostro, mica bestemmiato, li difendono. A chi lo accusa di vietare la preghiera Mogavero risponde che “non si vuole impedire ad alcuno di pregare. Si fa osservare solo che il quadro del Padre nostro non rientra nei fatti della Passione e, quindi, non si è proibito di pregare, ma di rappresentare la scena di Gesù che insegna il Padre nostro ai suoi discepoli. Tutto il resto è fantasia e pretesto per fare polemica e gettare discredito”.
Il nocciolo della questione è che c’erano delle regole, c’erano delle disposizioni e non sono state rispettate. “La condotta del gruppo recitante che in modo scorretto ha violato tali regole si commenta sé e la gravità di tale modo di agire è ancora più riprovevole in quanto si attaccano il parroco don Tommaso Lombardo e la mia persona con atteggiamenti e parole non certamente cristiani e, per alcuni, con tratti di aggressività da valutare sotto il profilo penale”. Qui entra in gioco la questione della querela e dei possibili sbocchi giudiziari che potrebbe avere lo scandalo della Processione. Anche perchè nel frattempo sono state tante le reazioni, i commenti, spesso offensivi, sui social network. C’è chi si è schierato con gli apostoli (gran parte della città) e chi ha dato ragione alla chiesa. Persone che d’un tratto si sono riscoperte teologi. C’è chi adesso si mette a contare le cadute di Gesù per vedere se sono conformi a quelle realmente avvenute. C’è chi propone di raccogliere firme per non far più organizzare la Processione alla confraternita di Sant’Anna. Chi vuole che intervenga direttamente il Vaticano. Chi si indigna per quanto accaduto ricordando che 150 studenti cristiani in questi giorni sono stati uccisi in Kenya solo per la propria fede. Altri commenti più o meno offensivi. C’è anche tanta gente che si è schierata con la confraternita e la Diocesi, perchè le disposizioni erano chiare, c’erano delle regole che dovevano essere rispettate dagli apostoli. Domani è Pasqua, le colombe della pace dovranno fare gli straordinari.

 



Religioni | 2024-04-29 00:00:00
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