Solo in Sicilia succedono certe cose. Il governatore Rosario Crocetta ha annunciato due anni e mezzo fa l'eliminazione delle province e la creazione dei liberi consorzi. Ci sono voluti, appunto, due anni e mezzi per partorire questa legge. Nel frattempo però, il resto d'Italia ha fatto prima, e per le altre province italiane è entrata già in vigore la legge Delrio. Il governo ha dunque impugnato la legge varata dall'Ars, perchè presenta alcuni punt che a Roma non piacciono, ad esempio il fatto che è previsto un compenso per i nuovi presidenti dei consorzi. La Regione da un canto dice a Roma che aggiusta la legge, dall'altro lato invita i Sindaci a predisporre tutti gli atti per andare al voto a fine Novembre. Dovrebbero essere i consiglieri dei comuni ad eleggere il nuovo presidente. Ma è tutto con il condizionale. Perchè anche se la Regione continua a mandare circolari e a chiedere le carte ai Comuni per le elezioni, la legge per ora è impugnata. E insomma, è un bel casino. Lo sa bene Domenico Venuti. Il Sindaco di Salemi, astro nascente del Pd trapanese, è indicato come possibile presidente del nuovo Libero Consorzio, ma è lui stesso a ridurre le aspettative: "Ma se non sappiamo neanche come si vota", dice. E già, perchè uno dei punti incriminati riguarda proprio l'elezione del presidente. Secondo la legge Delrio, quella valida nel resto d'Italia, il presidente è eletto dai consiglieri comunali dei Comuni, e il voto conta proporzionalmente alla popolazione. In Sicilia invece ogni voto dei consiglieri vale uno, quindi, per fare un esempio, Marsala, con 80.000 abitanti e 30 consiglieri, vale 30 voti, come Trapani, Alcamo, Mazara, Castelvetrano. Mentre, Petrosino, 10.000 abitanti e 15 consiglieri, vale 15 voti. L'ex Provincia Regionale di Trapani, in maniera paradossale, fa finta di nulla, e chiede l'elenco dei consiglieri ai Comuni. "La vicenda è veramente singolare - commenta il Sindaco Salvatore Gabriele - perchè da un lato ci chiedono informazioni, come l'elenco degli elettori, che sono nella disponibilità dell'Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e poi stiamo parlando di una norma impugnata. Chi l'ha detto che si voterà con questi criteri e a fine Novembre?". Ma alla Regione continuano come se non fosse accaduto nulla, a far andare avanti per via amministrativa le elezioni dei Liberi Consorzi, chiedendo ai Comuni carte, come se non potessero reperirle da soli avendo già tutta la documentazione, una classica operazione da succhia inchiostro.
Insomma, è un vero e proprio caos. Proprio per questo oggi le segreterie nazionali della Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil hanno indetto una giornata di mobilitazionedei lavoratori delle Province, con assemblee che si terranno nelle sedi istituzionali di ogni singolo Ente. La regione Sicilia sta correndo il rischio concreto di perdere ulteriormente terreno rispetto al resto del Paese e di ritrovarsi, nel 2016, nell’impossibilità di gestire il nuovo corso degli Enti, a causa del taglio dei finanziamenti che mette in discussione gli stipendi dei lavoratori ed i servizi al territorio. In Sicilia, nonostante “la retorica mediatica di tre anni fa” – scrivono FP Cgil, Cisl FP e Uil FPL – “con cui il Presidente della Regione si era candidato ad essere apripista”, la situazione si è fatta ancora più delicata e rischia di trasformarsi in un vero pasticcio. Con l’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri della Legge 15/15, con la quale il Governo Crocetta aveva definito il processo di riforma, l’iter per la costituzione dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane ha subìto un clamoroso dietro-front. Il nuovo ddl (n. 1070) procede, infatti, molto a rilento e - come denunciano i sindacati - ancora oggi, se si eccettua il primo esame svolto in I Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, non è stato ancora calendarizzato per i lavori d’Aula" che, tra l’altro, riprenderanno proprio oggi.