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10/11/2015 07:00:00

Caso Bulgarella. L'imprenditore denuncia il giornalista Rino Giacalone

 L'imprenditore Andrea Bulgarella, tramite gli avvocati Francesco Marenghi, del Foro di Pisa, e dell'avvocato Enrico Pucci del Foro di Trapani, ha depositato una  querela per diffamazione a carico del giornalista Rino Giacalone. Lo comunica comunica lo stesso Bulgarella con una nota.

La querela - si legge - nasce  perché in diversi articoli (prima sul periodico «S», poi su alcuni siti online) avrebbe riportato tra virgolette, attribuendole agli organi investigativi "(ma in realtà completamente false), frasi gravemente diffamatorie lesive dell'immagine personale di Bulgarella e del gruppo imprenditoriale da lui guidato.

Gli articoli a firma di Giacalone prendono spunto da un procedimento penale, avviato a carico anche di Andrea Bulgarella, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nel quale in data 8 ottobre 2015 sono stati eseguiti diversi provvedimenti di sequestro probatorio.
Due settimane fa il Tribunale del Riesame di Firenze ha annullato i decreti di sequestro per carenza del fumus commissi delicti dei reati contestati, rilevando che «le fattispecie di reato ipotizzate appaiono tutt'altro che ben delineate» e, in ogni caso, che in relazione alle ipotesi di reato contestate «non appaiono ricorrere elementi congrui e coerenti che valgano a configurarne il fumus necessario a fondare» il decreto di perquisizione ed i conseguenti sequestri.

Giacalone (che, per la, cronaca, ha alle sue spalle già un condanna per diffamazione, ed è attualmente sotto processo sempre per lo stesso reato) sul periodico «S» ha scritto: «Fu Andrea Bulgarella a vendere la calcestruzzi ericina al boss Vincenzo Virga».
Circostanza falsa. Bulgarella non ha mai fatto parte della compagine azionaria della società Calcestruzzi Ericina.

Sullo stesso giornale ha riportato, tra virgolette, una frase attribuita a un presunto «investigatore attento della provincia di Trapani», che avrebbe affermato, proprio in riferimento all’indagine fiorentina, che«quella che abbiamo davanti è la vera mafia...». E' chiaro che un'affermazione così perentoria – “schermata” con il possibile elemento narrativo-retorico della pretesa fonte anonima - è oggettivamente diffamatoria, atteso che Andrea Bulgarella non ha mai ricevuto condanne per mafia, né gli investigatori lo considerano mafioso, e nemmeno emerge dal provvedimento di perquisizione una simile accusa.

L'elemento diffamatorio più grave è contenuto sempre sul periodico «S», nell'articolo dal titolo «Andrea Bulgarella. Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, dove Giacalone, nel tratteggiare la figura di Luca Bellomo, scrive della sua «stretta vicinanza alla famiglia mafiosa di Trapani facente capo a Matteo Messina Denaro, a cui da tempo Bulgarella è legato da strettissimi rapporti».

Ebbene, in nessun atto dell'indagine a carico di Bulgarella gli investigatori scrivono che egli sia «legato da strettissimi rapporti» con Matteo Messina Denaro. La frase, per la sua intrinseca gravità, costituisce una gravissima diffamazione.

"Ho esercitato il diritto-dovere di cronaca", risponde Rino Giacalone. "Siamo dinanzi all'ennesima dimostrazione di come certuni usano lo strumento delle querele come chiaro tentativo di impedire l'attività giornalistica e per di più far scomparire le proprie presunte responsabilità penali per come contestati dagli organi giudiziari facendo apparire come comunque colpevoli i giornalisti senza nemmeno passare da un processo. Per quanto mi riguarda non ho condanne penali per diffamazione al contrario di quanto detto dal geometra Bulgarella".