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11/11/2015 06:30:00

Rifiuti. Trapani verso la differenziata porta a porta. Ma scoppia ancora il caso Borranea

 Vuole puntare sulla differenziata Trapani ma combatte sulla discarica della discordia di Borranea.
Nel capoluogo l’amministrazione comunale ha dato mandato alla Trapani Servizi, la partecipata che si occupa della raccolta rifiuti, di predisporre un Piano d’intervento che prevede la raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio comunale. L’obbiettivo dichiarato è quello di raggiungere la percentuale imposta per legge, 65%, di raccolta differenziata. A Trapani, dicono fonti ufficiali nel 2014 la raccolta differenziata si è fermata al 21%, anche se secondo il rapporto di Legambiente si aggira attorno al 9%.
In ogni caso per raggiungere l’obbiettivo è stato previsto anche un investimento di oltre 4 milioni di euro per acquistare nuovi veicoli, organizzare una massiccia campagna di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini. Il Piano d’intervento dovrà essere approvato dal consiglio comunale. La Regione Siciliana dovrà poi esprimere un parere. Perchè la raccolta differenziata è un operazione pluriennale, sia in termini di programmazione finanziaria sia in termini pratici. La stessa normativa regionale prevede che i servizi di raccolta rifiuti vengano affidati per almeno sette anni per permettere l’entrata a regime dei servizi, il raggiungimento degli obbiettivi e ammortizzare gli investienti.
Se l’iter in consiglio comunale e quello alla Regione dovesse andare buonfine, il Comune di Trapani e la Trapani Servizi potranno stipulare un contratto che si aggira sugli 8 milioni e mezzo di euro.
“Il piano è stato redatto nel 2013, la burocrazia ha rallentato l’Iter. L’ultimo elemento è la delibera del consiglio comunale. Partiamo dal 21% di differenziata, non è malissimo” dice Mario Carta amministratore delegato della Trapani Servizi, società per cui lavorano 150 persone. “In questi ultimi due anni c’è stata molta precarietà, e questo piano dei rifiuti può dare tranquillità ai lavoratori”.
Però il Comune di Trapani deve fronteggiare l’ennesima emergenza rifiuti. Non la sua ma quella degli altri comuni della provincia, in particolare quelli dell’area dell’ex Ato Belice che con la discarica di Campobello chiusa potrebbero conferire i rifiuti nella discarica di Borranea. Si attende l’ordinanza del presidente Rosario Crocetta per autorizzare l’utilizzo della discarica. Da sabato scorso la discarica di Campana- Misiddi è chiusa ed è scattata l’emergenza rifiuti nei Comuni di Santa Ninfa, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Partanna, Gibellina, Petrosino, Salemi, Mazara del Vallo, Salaparuta, Poggioreale e Vita. Tra l’altro nei giorni scorsi la discarica di Trapani ha aperto la nuova vasca che può contenere fino a 265 mila metri cubi di rifiuti. E’ costata 2 milioni di euro al Comune di Trapani, e anche per questo il sindaco Damiano è preoccupato per “le decisioni che la Regione si accinge ad adottare”. La discarica, ha ricordato il sindaco, era stata realizzata solo per il Comune di Trapani e con la nuova vasca avrebbe avuto una vita di più di sei anni. Il provvedimento della Regione potrebbe portare Borranea ad esaurirsi in 18, 20 mesi.
“Crea problemi, la discarica che si era creato il Comune di Trapani vedrà la sua utilità ridursi perchè ci saranno altri comuni che conferiranno. La Regione guarda l’interesse di tutti i comuni e non solo quello di Trapani” aggiunge Mario Carta.
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Avviene tutto in uno contesto in cui la Sicilia è sempre più maglia nera d’Europa nella gestione dei rifiuti urbani. Viene fuori dallo studio pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Nel 2013 (ultimo aggiornamento disponibile er la statistica su base nazionale), ogni italiano ha conferito in discarica in media 181 chili di rifiuti, 16 in meno rispetto all’anno precedenti. La Sicilia migliora, pure ma un dato medio molto alto. Si è passati dai 467 chili pro capite del 2013 ai 460 del 2014. Il dato più allarmante è però quello della raccolta differenziata. Mentre la media nazionale nel 2014 è stata del 45,2 per cento - quasi tre punti in più rispetto al 2013, -, la Sicilia è l´unica tra quelle del Sud a registrare un saldo negativo rispetto al 2013, passando da 13,3 a 12,5 per cento. Percentuali molto lontane rispetto alla media del Meridione, dove la raccolta differenziata è al 31,3 per cento.
I dati provincia per provincia indicano che Siracusa è quella che migliora di più, mentre Trapani ha ridotto più delle altre province la raccolta differenziata. Siracusa (+0,7 per cento),Caltanissetta (0,3) Enna (0,1). Trapani (-1,66), che rimane tuttavia quella con la percentuale di differenziata più alta (24,2 per cento). Palermo (-1,4), Ragusa (-1), Catania(-0,7) e Agrigento (-0,2). Resta invariata Messina.



Native | 2024-04-25 09:00:00
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