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25/01/2018 06:00:00

Sicilia, emergenza rifiuti: da Musumeci e dall'Ars ancora parole, parole, parole...

 Parole, parole, e ancora parole sull'emergenza rifiuti in Sicilia.
Il nome dell'assessore all'Energia c'è, è quello del veneto Alberto Pierobon, che però deciderà se accettare o meno solo tra due settimane.
Questo il termine, entro cui studierà il dossier e analizzerà bene la drammaticità dello stato.
Come dire, ci metto la faccia solo se posso risolvere, altrimenti me ne torno al nord.

Di rifiuti ha parlato all'Ars Nello Musumeci, al presidente si chiede chiarezza e un programma ben preciso per fronteggiare l'emergenza. Il governo Crocetta ha navigato a vista, sul tema ha solo usato delle soluzioni tampone.
Lo dice chiaro Giampiero Trizzino, del movimento Cinque Stelle: “Noi vogliamo provare ad accordare fiducia al suo governo, presidente Musumeci, ma ci serve maggiore incisività. Accanto alla questione emergenziale serve programmazione, che manca da vent'anni". Trizzino indica una strada, la separazione tra gestione della raccolta, dello smaltiimentio; semplificazione delle procedure per gli impianti di recupero e riciclo dei rifiuti; divieto di smaltimento dei rifiuti riusabili, riciclabili e non trattati.

Intanto, davanti all'ARS ci sono i manifestanti del comitato “ Agira no discarica”, che seguono in diretta la seduta dell'Assemblea. L'obiettivo è quello di contrastare l'attivazione della discarica per rifiuti speciali di Agira. I Cinque Stelle chiedono il ritiro del decreto che ne prevede l' attivazione. Vanno oltre, i grillini, che dicono no agli inceneritori, si ad impianti che tramutino i rifiuti in altro. Un ciclo virtuoso.
La deputata, Valentina Palmeri, ha presentato la mozione del gruppo che riguada il rigassificatore Solgesta che dovrebbe sorgere a Calatafimi, in contrada Gallitello. Si chiede di annullare le procedure di autorizzazione dell'mpianto di produzione di biometano. Ci sono prima da fare degli accertamenti sull'impatto ambientale.
Contrari agli incerenitori anche Fratelli d'Italia.
A centrare il punto dell'opposizione è Antonello Cracolici, PD.
Il deputato dem chiede a Musumeci perchè, in siffatta emergenza, non ha ancora nominato l'assessore all'Energia, e cosa intende fare per non far gravare la spesa sui Comuni, costi instostenibili. A rispondere a Cracolici ci pensa la grillina Angela Foti: “Mi stupisce che il Pd chieda a lei qual è la situazione dei rifiuti, forse potevano fare una telefonata ai loro ex assessori, visto che hanno governato fino a ieri".

Il presidente Musumeci ha risposto in modo pacato, ha tracciato la linea delle responsabilità che sono sia a destra che a sinistra, anni interi di non programmazione che ha portato alla situazione emergenziale attuale.

Il dramma sta nel fatto che, a breve, le discariche non riceveranno più i rifiuti, invaderanno le strade, con la possibilità di diventare dei roghi pericolosissimi: “In Tv saremo la terra della spazzatura che brucia, altro che sole e mare". Così Musumeci.
Sulla possibilità di spedire, imbarcandoli, i rifiuti all'estero pare che non ci sia una ditta pronta ad espletare il servizio. Il governatore tranquillizza: niente termovalorizzatori, nessuna nuova discarica. Indica anche un tempo entro cui l'emergenza dovrebbe rientrare, un anno.
Sarà febbraio il mese in cui l'esecutivo regionale approverà un piano per la realizzazione di dieci piattaforme per la raccolta differenziata, il compostaggio e il conferimento post trattamento. Per febbraio è pure previsto il piano per la gestione regionale dei rifiuti; entro il mese di maggio 2018 è previsto un intervento legislativo sugli Ato e sulle Srr. Il numero tornerà a nove, quanti sono i Liberi Consorzi.
Musumeci non esclude che qualche testa di dirigente potrebbe saltare: su diciotto impianti di compostaggio ne funzionano solo otto. Il presidente chiede agli uffici regionali una immediata, esaustiva, risposta.
E all'ARS, il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, ha illustrato alcuni dei punti per uscire dall'emergenza: raccolta differenziata porta a porta, realizzazione degli impianti per il riciclaggio, programmazione in ambito ottimale.
Per Zanna è “Inutile perdere tempo, quando già in anno, attuando le nostre proposte, si conseguirebbero risultati significativi. Bastano le leggi esistenti ed è inutile il ricorso a poteri speciali, che fino ad oggi in 18 anni, non hanno portato altro che caos. Come diciamo da anni l’unica via d’uscita, è la raccolta differenziata spinta. Altro nodo da risolvere in tempi brevi è la realizzazione degli impianti per un ciclo virtuoso dei rifiuti, puntando soprattutto sull’organico che rappresenta oltre il 50 per cento. Per realizzare tutto ciò, occorrono gli impianti, a partire da quelli di digestione anaerobica per produrre gas metano e compost di qualità per le campagne, favorendo al contempo gli investimenti dei privati”.