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03/03/2018 11:25:00

Castelvetrano, il “dovere civico” del non votare

“Non votate per nessuno”.

E’ questo il consiglio di un gruppo di Castelvetrano che predica l’astensionismo alle elezioni politiche del 4 marzo. Si chiamano “Noi Laboratorio Civico” e sono convinti che “Nessun politico merita il consenso di Castelvetrano”. Insomma, il “non voto” di protesta.

Ci siamo chiesti perché da un laboratorio civico  sia venuta fuori un’idea che sembra una contraddizione in termini (non si era detto che andare a votare era proprio un dovere civico?).

“Nessuna compagine politica si è fatta avanti prendendo posizione su tutto ciò che è accaduto a Castelvetrano nell’ultimo periodo” spiegano in un comunicato stampa. E quindi, “Per chiunque non sia soddisfatto di come stanno le cose a Castelvetrano e di come è stato rappresentato, l’astensione dal voto è l’unico strumento efficace!!!”.

 

Ma che cosa è accaduto a Castelvetrano nell’ultimo periodo? E che tipo di protesta è?

Pietro Craparotta, fondatore del laboratorio, lo spiega in un commento su Facebook: “L’astensionismo strategico è una vera e propria risposta  alla partitocrazia, responsabile dello scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa”.

L’impressione è che il problema più grosso sia percepito nel commissariamento e nell’insopportabile etichetta di “mafiosi ed evasori” per colpe non proprie.

Ovvio, non siamo tutti mafiosi e non siamo tutti evasori, però è difficile non fare i conti con le decine di arresti di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, un anno sì e un anno no. Così come è difficile ignorare una voragine di 42 milioni di euro delle casse comunali. E non serve a molto fare i distinguo sui “residui attivi”, le “entrate extratributarie” e i “crediti non esigibili”, oppure dire che bene o male anche altri comuni sono messi come il nostro. Purtroppo, più o meno indirettamente, la responsabilità non può che ricadere sui castelvetranesi.

 

In un altro commento su facebook, Craparotta però è più esplicito: “Nessun partito, nessuna bandiera, nessun politico può chiedermi di votarlo. É semplice, tu te ne sei fottuto del mio territorio e io non ti voto. Mi sembra chiaro il concetto... È difficile da comprendere?

Non è difficile se lo si considera una sorta di messaggio a qualche politico locale in particolare. E’ invece molto difficile che i partiti si accorgano della protesta, a meno che non si verifichi un’astensione impressionante limitata alla sola città di Castelvetrano. Ma anche in questo caso non ci si potrebbe certo aspettare che le segreterie nazionali si sentissero responsabili dei problemi locali di una città del trapanese.

 

In alternativa, il laboratorio civico suggerisce di votare scheda bianca o nulla. Ma il punto rimane sui motivi della non rappresentabilità. Se nemmeno tra i partiti minori si trova un’assonanza, il messaggio rischia di diventare una sorta di ricerca di un potere contrattuale di tipo elettorale, magari spendibile per le prossime amministrative. E come misurare questo potere? Sommando il numero degli astenuti, delle schede bianche e delle nulle? Siamo seri…

 

Egidio Morici



Elezioni | 2024-05-13 07:45:00
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