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08/06/2018 06:00:00

Emergenza rifiuti in Sicilia. Musumeci firma l'ordinanza senza l'accordo con il ministero

12:40 - Il presidente della Regione Nello Musumeci ha firmato ieri sera una nuova ordinanza di emergenza, senza un accordo col ministero dell’Ambiente. Un provvedimento necessario per evitare che l’immondizia resti nelle strade. Una soluzione che resterà in vigore fino al 30 novembre, per far funzionare oltre i normali limiti gli impianti collegati alle discariche. Entro la fine di luglio, i Comuni dovranno stipulare i contratti con ditte specializzate per trasportare fuori dalla Sicilia i rifiuti in eccesso. E' questa la novità dell’ordinanza firmata ieri. Dal primo ottobre i Comuni potranno portare in discarica una quantità di rifiuti pari solo al 70% di quella scaricata fino all’anno scorso. Tutta la quota eccedente andrà trasferita fuori dalla Sicilia. Altra novità fondamentale è che non sarà la Regione a occuparsi (e pagare) il trasferimento: ma dovranno farlo i sindaci.

L’ordinanza prevede che entro fine luglio i Comuni «dovranno trasmettere il contratto di affidamento del servizio di trasporto dei rifiuti non ammessi in discarica». E se in passato misure simili sono rimaste sulla carta perchè prive di sanzione, ecco che in questa ordinanza si prevede che «la mancata trasmissione del contratto» per portare i rifiuti fuori dalla Sicilia «costituisce grave violazione e comporta l’avvio del commissariamento e della decadenza degli organi comunali». I sindaci rischiano la poltrona, questo scrive Musumeci. E aggiunge, il presidente, che entro fine giugno i Comuni che non raggiungono il 65% di raccolta differenziata devono radicalmente modificare il sistema cittadino introducendo la raccolta porta a porta e i centri di conferimento comunale e facendo sparire i cassonetti stradali.

Ma il passaggio più politico dell’ordinanza di Musumeci è quello sui livelli di biostabilizzazione. In estrema sintesi, l’ordinanza permette di riaprire la discarica di Cava dei Modicani, dove verranno smaltiti i rifiuti del Ragusano (che non possono più andare a Siculiana perchè l’impianto è chiuso). Poi però Musumeci ribadisce che in generale il processo di biostabilizzazione, che abbatte i principi inquinanti dei rifiuti prima dell’immissione in discarica, può durare in Sicilia 15 giorni invece che tre o quattro settimane. È - con alcune correzioni - la riproposizione del punto chiave dell’ordinanza scaduta a fine maggio e che il governo nazionale a trazione grillina si è rifiutato di prorogare. Musumeci introduce dei rigidi paletti di controllo sui livelli inquinanti e nelle premesse spiega che non aveva alternative: «È imprescindibile una ordinanza che consenta l’attuazione in deroga alle norme vigenti». Il no del ministro Sergio Costa aveva provocato, oltre alla chiusura della discarica di Siculiana, il sovraccarico degli impianti di Lentini e Trapani che rischiano a loro volta di saturarsi perchè costretti ad accogliere i rifiuti di altre quattro province.

È una mossa, quella di Musumeci, che i grillini leggono come una sfida. Per Gianpiero Trizzino «è una dichiarazione di fallimento. Musumeci deve dimostrare ai siciliani prima e al ministro dopo di essere capace di chiudere l’emergenza con i poteri ottenuti a marzo scorso. Diversamente non farà altro che replicare i fallimenti di Crocetta». La nuova ordinanza non permetterà ancora di riaprire la discarica di Siculiana. La famiglia Catanzaro, proprietaria della struttura, ha bisogno di una autorizzazione per realizzare il neo impianto di stabilizzazione: senza questa resta chiusa perchè non intende lavorare col solo impianto mobile.

08:50 - Sulla difficile situazione dei rifiuti in provincia, c'è l'intervento del sindaco di Erice che si rivolge ai propri cittadini invitandoli  a fare una corretta differenziazione del ciclo dei rifiuti.  Ad Erice si è passati da 22 a 14 tonnellate autorizzate per il conferimento in discarica per cui è facile immaginare gravissimi disagi fin dalle prossime ore. 

Faccio un accorato appello a tutti i cittadini di Erice  - le parole della Toscano - affinchè moltiplichino gli sforzi per una corretta differenziazione dei rifiuti riducendo al minimo la produzione di rifiuti indifferenziati, ad oggi, l’unico possibile rimedio per attenuare i disagi che il contingentamento disposto dalla Regione inevitabilmente produrrà fin dalle prossime ore. Nel frattempo garantisco l’impegno del Comune di Erice affinchè in ogni sede opportuna, tutti gli Enti a vario titolo interessati, a cominciare dall’amministrazione regionale, possano trovare le opportune soluzioni per una situazione che si preannuncia drammatica se non verranno adottate le necessarie soluzioni risolutive e non le consuete soluzioni tampone come quella contenuta nel DDG 535/2018 che peraltro faranno ulteriormente lievitare i costi a carico dei singoli comuni e quindi dei cittadini".

06:00 - L’emergenza rifiuti in Sicilia è come uno di quei film visti per l’ennesima volta. Quella che si registra in questi giorni in provincia di Trapani e in almeno altre tre province della Sicilia (Agrigento, Caltanissetta e Ragusa) non piace, però, a nessuno dei cittadini/spettatori che pagano le tasse e rischiano di vedere le proprie città invase dall’immondizia.

La domanda che subito viene naturale fare è: ma il Governo Musumeci, una volta insediato, non doveva trovare quelle soluzioni definitive al problema rifiuti che non sono arrivate prima per colpa del governo Crocetta? Invece, si continua sempre con la stessa situazione: una volta scaduti i decreti ministeriali e le ordinanze regionali di proroga per i conferimenti tampone, il sistema di raccolta si blocca e le città diventano delle discariche a cielo aperto.

L'EMERGENZA REGIONALE - A sette giorni dallo stop del ministero agli impianti di biostabilizzazione il sistema di raccolta è andato nuovamente in tilt. Il 31 maggio è scaduta l’ordinanza che da tre anni permette di biostabilizzare per sole due settimane invece che per le normali tre o quattro i rifiuti prima di smaltirli nelle discariche, un procedimento ritenuto indispensabile per abbassare i fattori inquinanti. Il primo effetto è stato lo stop ai mini-impianti di biostabilizzazione che erano stati montati a Siculiana. E così il sistema si è bloccato.
La Regione solo mercoledì ha deciso dove smistare i rifiuti di una settantina di Comuni che finora hanno utilizzato l’impianto di Siculiana. Per la maggior parte finiranno a Lentini nella discarica della Sicula Trasporti che serve già normalmente 218 Comuni della Sicilia orientale.
Altri 12 Comuni del territorio nisseno si trasferiscono da Siculiana a Gela: sono i comuni di Acquaviva, Bompensiere, Campofranco, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, Santa Caterina, Serradifalco, Sutera, Vallelunga e Villalba. Per i Comuni del ragusano, invece, l’assessorato ha previsto di riaprire entro il 18 giugno la discarica di Cava dei Modicani, dove attualmente sono in corso dei lavori.

 LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI TRAPANI - La discarca di Borranea è satura da giorni e il rischio che si arrivi al blocco totale della raccolta è concreto. Vediamo perché. Gli undici comuni della Srr Trapani Sud sono stati autorizzati dal dipartimento regionale Acqua e Rifiuti a scaricare nell'impianto di biostabilizzazione della «Trapani Servizi» in contrada Belvedere, dove già scaricano gli altri Comuni trapanesi della zona Nord, tranne Alcamo e Castellammare che conferiscono a Bellolampo. Con il conferimento di quasi tutti i comuni si riduce così la «vita utile» del biostabilizzatore nel quale viene conservato il 30% dei rifiuti «lavorati» dal tritovagliatore. La restante parte del 70% raggiungerà la discarica di Motta Sant'Anastasia, nel catanese, fatto che farà aumentare i costi a carico dei Comuni.

Se non si troverà una soluzione, l'impianto della Trapani Servizi già all'inizio della prossima settimana non potrà più accogliere i rifiuti dei 22 Comuni autorizzati. Lo conferma l’amministratore unico della Trapani Servizi, Carlo Guarnotta: “In mancanza di una nuova ordinanza regionale che permetta lo smaltimento del sottovaglio biostabilizzato in discarica, una volta saturata la capacità di stoccaggio del capannone di biostabilizzazione, il gestore sarà costretto a fermare ogni attività impiantistica”. Il prefetto di Trapani, Darco Pellos, ha chiamato l’assessore regionale ai Rifiuti Alberto Pierobon per sollecitare una soluzione all’emergenza che sta mettendo a rischio l’intero sistema regionale di smaltimento.

IN ATTESA DELL'ORDINANZA DI MUSUMECI DIMINUISCONO LE TONNELLATE DI CONFERIMENTO - Si attende dunque la nuova ordinanza del presidente della Regione Musumeci per riaprire le discariche, compresa quella di Siculiana dove conferivano i Comuni della zona Sud della provincia di Trapani. All’assessorato regionale si vivono ore e giorni frenetici e nel frattempo sono stati stabiliti i limiti di tonnellate giornaliere che i comuni possono conferire. Ovviamente sono quasi tutte al ribasso. Trapani 75 tonnellate, prima erano 95, è il comune più colpito dai tagli. Marsala 35, meno 8 tonnellate, Paceco 5,5 (una tonnellata in meno), San Vito 10 (tre tonnellate in meno rispetto a prima), Mazara 43 (dieci tonnellate in meno), Campobello 10 (sei tonnellate in meno) e Castelvetrano 37 ( riduzione di otto tonnellate). Petrosino 4 (una tonnellata in meno), Poggioreale 0,7 tonnellate, Salaparuta 0,7 (nessuna variazione), Salemi 4 (invariato), Santa Ninfa 2 (unico Comune che può conferire per mezza tonnellata in più), Vita 0,7 (invariato), Gibellina 1,5 (mezza tonnellata in meno). Buseto una tonnellata al giorno contro le 2 di prima. Calatafimi 2 tonnellate, Custonaci 3 (prima erano 3,5, Erice 14 (prima erano 22), Favignana 7 (nessuna variazione), Pantelleria 4 (nessuna variazione),Valderice 7,5 e Partanna 5 ciascuno con mezza tonnellata in meno. Da due giorni alcuni compattatori sono in sosta davanti ai cancelli della sede della Trapani Servizi per poter conferire per primi la spazzatura. Le situazioni più difficili, in provincia, riguardano Mazara, Castelvetrano e Campobello.

A MAZARA 450 TONNELLATE DI RIFIUTI IN STRADA - E proprio dal comune di Mazara è stata inviata una nota formale dal Sindaco Nicola Cristaldi al Presidente della Regione, all’Assessore regionale all’Energia, al Direttore generale del Dipartimento regionale Rifiuti ed al Prefetto di Trapani. Cristaldi denuncia il grave stato igienico-sanitario in cui versa la città Mazara del Vallo, già attestato formalmente dall’Ufficiale Sanitario, a causa del blocco della raccolta rifiuti, sospesa a seguito della scadenza dell’Ordinanza Regionale che permetteva ai rifiuti mazaresi di poter essere conferiti presso la discarica di Siculiana.

I rifiuti in strada, oggi sono stimabili in circa 450 tonnellate con tutte le conseguenze derivanti da tale situazione – le parole del sindaco - Nonostante il Sindaco possa adottare provvedimenti contingibili ed urgenti, atti a rimuovere le gravi condizioni per la salute, l'igiene e l'Ordine pubblico, si trova impossibilitato ad adottarli perché non ha a disposizione gli impianti di smaltimento finale dei rifiuti”.

Nella stessa nota si sottolinea inoltre che, nonostante in data 5 giugno il Comune fosse stato autorizzato dalla Regione a smaltire 53 tonnellate al giorno nella discarica di Trapani, il gestore della stessa discarica non ha consentito di fatto il conferimento in quanto non ha completato le procedure formali. Pertanto il conferimento, che avrebbe comunque riguardato solo la produzione giornaliera e non l’accumulo, non è mai iniziato. Nella giornata di mercoledì il problema si è acuito in quanto la Regione ha addirittura ridotto il quantitativo autorizzato da portare in discarica, da 53 tonnellate a 43 tonnellate.
Tale ultimo provvedimento – continua la nota - appare illogico e avvilente e mentre la Città è sommersa dai rifiuti, che oggi si attestano a circa 450 tonnellate, l’Amministrazione sta tentando con notevole impegno di completare il progetto di raccolta differenziata porta a porta”.
La grave situazione – conclude il Sindaco - richiede agli organi competenti un urgente provvedimento che indichi una o più discariche che permettano lo smaltimento delle circa 500 tonnellate di rifiuti già prodotti (tra quelli sopra i mezzi e quelli giacenti per strada) oltre alla produzione giornaliera cittadina”.

ASSESSORE REGIONALE PIEROBON IN VISITA A MAZARA. RADDOPPIA IL CONFERIMENTO GIORNALIERO - Dopo l'allarme rifiuti lanciato dall'amministrazione comunale di Mazara, l'assessore regionale all’Energia e Rifiuti Alberto Pierobon ha fatto un sopralluogo di persona  e ha disposto un doppio turno per la discarica di Trapani che consenta di smaltire l’accumulo e la produzione giornaliera.

Ho ricevuto l’Assessore regionale - afferma il sindaco Cristaldi - il quale ha voluto toccare con mano la situazione dei rifiuti nella nostra Città. E’ stato un incontro cordiale e spero che produca risultati positivi. L’Assessore si è reso conto che bisogna smaltire i rifiuti che abbiamo per strada e che autorizzare il Comune a smaltire soltanto 45 tonnellate di rifiuti è un errore. Ha quindi disposto che tutta la struttura si muova per consentire alla discarica di Trapani di fare almeno un doppio turno con il quale potremmo portare nella stessa discarica di Trapani circa 90 tonnellate al giorno. Ciò permetterebbe al nostro territorio di tornare alla vivibilità nel giro di qualche giorno. E’ evidente che i nostri segnali sono stati recepiti. Dobbiamo aspettare i risultati positivi. Spero che la struttura della discarica di Trapani si renda conto della obbligatorietà di intervenire nel miglior modo possibile e più celermente possibile”.

 

 

 

 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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