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12/12/2018 06:00:00

Mafia, l'operazione Eris. Nuovo duro colpo contro i fiancheggiatori di Messina Denaro

Due mandamenti mafiosi, quello di Mazara del Vallo e quello di Castelvetrano, 25 indagati ritenuti fiancheggiatori e favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro, e tre arrestati, tra i quali spicca la figura di Matteo Tamburello, figlio del boss di Cosa nostra mazarese morto lo scorso anno.

Sono questi, in sintesi, i numeri dell’operazione antimafia ERIS eseguita ieri tra i comuni di Castelvetrano, Mazara, Campobello, Custonaci, Marsala, ma perquisizioni ci sono state anche a Salemi, Santa Ninfa e nel centro di Palermo. Una nuova vasta operazione che dà un ulteriore colpo di spalla alla rete del boss latitante dal giugno del 1993 e conferma la centralità del mandamento di Mazara del Vallo nelle dinamiche di Cosa nostra della provincia trapanese.

Chi è Matteo Tamburello – In manette, come dicevamo, è finito l’imprenditore mazarese Matteo Tamburello, il figlio di Salvatore, morto nel 2017. E’ esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo. Indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale, le intercettazioni dei carabinieri dicono che era diventato il capo del mandamento, che ha la passione dei parchi eolici come il boss di Castelvetrano e che ne stava per completare uno.
Tamburello era stato scarcerato nel novembre del 2015 dopo aver scontato la pena per aver diretto, la famiglia mazarese di cosa nostra fino al 2006; dopo la scarcerazione è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Mazara del Vallo, dove ha trovato un’occupazione presso una cava di calcarenite.
Dalle indagini del R.O.S., però si è scoperto che Tamburello era di fatto socio occulto dell’attività imprenditoriale ed era riuscito ad avviarla grazie a somme di denaro reperite in virtù della autorevolezza (mafiosa) di cui godeva a Mazara del Vallo, anche se il ruolo di capo era stato affidato, come già emerso nell’ambito dell’operazione “Anno Zero”, a Dario Messina, con cui Tamburello ha avuto contatti. Oltre che con Messina, Tamburello intratteneva rapporti con Vito Gondola, reggente del mandamento mafioso mazarese, deceduto a luglio del 2017, e Antonino Cuttone, altro storico affiliato alla famiglia e vicino al boss Mariano Agate.

Gli altri arrestati - Nel corso delle perquisizioni sono scattati due arresti, per detenzione illegale di armi: in manette, Giovanni Como, fratello di Gaspare, il cognato di Messina Denaro di recente trasferito al 41 bis, e poi l'imprenditore Diego Vassallo, di Mazara.
Detenevano illegalmente due pistole, una Baby Browning calibro 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver calibro 22 con 20 cartucce. Sequestrati computer, telefoni e documenti cartacei che saranno analizzati dagli esperti.

Tra i fermati lo zio dell’assessore della Giunta Cristaldi, Vito Vassallo - Non poteva che suscitare tanto clamore la notizia che Diego Vassallo 66 anni, sia lo zio di Vito Vassallo, titolare di un noto supermercato, sul lungomare, accanto la scalinata di Piazza Mokarta, dove l’arrestato lavora e che il giovane Vito Vassallo sia l’attuale assessore alle Attività Produttive e al Commercio della Giunta del Sindaco Nicola Cristaldi.

Le intercettazioni - "Matteo non fa un cazzo... non fa un cazzo quello... ". E' una delle intercettazioni dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro, mentre parlano tra loro, di conti in sospeso - un credito di 100.000 euro - senza che nessuno tuteli la "fami-glia". Conversazioni che dimostrano come ci sia preoccupazione da parte dei sospetti fiancheggiatori di non essere tutelati come si aspetterebbero dal boss.

Ecco chi sono tutti gli altri indagati - Salvatore ed Epifanio Stellone di Campobello di Mazara, Gioacchino Sorrentino (Marsala), Vincenzo Leone (Castelvetrano), Francesco Verde (Castelvetrano), Luigi Caradonna (Castelvetrano), Aurelio Giardina (Castelvetrano), Giuseppe Oliviero Oliveri (Castelvetrano), Mario Mazzara (Custonaci), Ignazio Chiaramonte (Mazara del Vallo), Giovanni Petralia (Salemi), Diego Angileri (Marsala), Giuseppe Bianco (Santa Ninfa), Francesco Martino (Castelvetrano), Giovanni Como (Castelvetrano), Baldassare Di Gregorio (Mazara del Vallo), Maria Guttadauro (Palermo), Giovanni Lamberta (Mazara del Vallo), Vito Signorello (Castelvetrano), Baldo Triolo (Castelvetrano), Giovanni Vassallo (Mazara del Vallo), Diego Vassallo (Mazara del Vallo).

Vincenzo Leone è un ex deputato socialista. Maria Guttadauro e nipote di Matteo Messina Denaro. Vito Signorello è noto alle cronache. Tra gli altri nomi noti: Francesco Martino è stato consigliere comunale a Castelvetrano nel 2014 con l'Udc e poi passato ad Articolo 4. Baldassare Di Gregorio è titolare di un'autofficina di Mazara del Vallo e considerato vicino a Vito Gondola. Baldo Triolo è fratello di Antonino Triolo, già arrestato perché sarebbe l'anello di congiunzione fra Gaspare Como e il reggente della famiglia di Partanna, Nicola Accardo.

Aurelio Giardina è un noto farmacista, storico per vocazione, socio della “Società Siciliana per la Storia Patria” di Palermo, ha partecipato a diverse attività per la valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico di Castelvetrano; ha pubblicato numerosi articoli e saggi di storia siciliana e gli è stato conferito il premio “Città di Castelvetrano” per la cultura.