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17/05/2019 06:55:00

Sicilia, il caso dell'insegnante sospesa perché i suoi alunni hanno accostato Salvini a ..

Una docente di Palermo è stata sospesa per due settimane perchè non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti, di 14 anni, che in un lavoro sulla Giornata della Memoria hanno accostato le leggi razziali di Mussolini al decreto "Sicurezza" di Salvini. La prof è stata accusata di non aver fatto levare l'immagine, ritenuta offensiva.

Per la prof Dell'Aria la solidarietà di migliaia di cittadini, studenti, prof. "La scuola è un luogo di discussione - commenta al prof - e nessuna opinione può essere censurata".

Sono state già raccolte 12.000 firme per chiedere la sospensione del provvedimento disciplinare, e oggi sono previste nuove forme di protesta per un provvedimento che in tanti definiscono esagerato e fuori luogo, che colpisce la libertà dell'insegnamento e la libera espressione dei ragazzi. 

 Un singolare provvedimento disciplinare ha interessato in Sicilia una insegnante, Rosa Maria Dell'Aria, di Palermo, accusata di non aver svolto correttamente il suo dovere di insegnante.

Nella Giornata della memoria dello scorso 27 gennaio gli alunni avevano presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Cosa si contesta all’insegnante? A raccontarlo è il figlio, che in qualità di avvocato la difende. “La docente  è amareggiata. Le si contesta il mancato controllo su alcuni accostamenti ritenuti offensivi e che rappresentano una visione distorta della storia e implicitamente la si accusa di aver indotto gli alunni ad agire in questo modo. Ma l’insegnante non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l’ordine pubblico”

Il provvedimento disciplinare: sospensione dall’insegnamento per 15 giorni e stipendio dimezzato.

La sospensione è scattata in seguito ad una ispezione richiesta dal Ministero stesso, in seguito al diffondersi della notizia dell’accaduto sui social e tramite esponenti leghisti.

Diversi insegnanti hanno raccolto firme di solidarietà nei confronti della collega “vittima – dicono – di un fatto molto grave”.

“Abbiamo ricevuto una segnalazione dal ministero, ma eravamo già al corrente di quanto accaduto — dice il provveditore Marco Anello  – la libertà di espressione non è libertà di offendere e l’accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza è una distorsione della realtà. Abbiamo agito nella massima trasparenza dopo un’ispezione e una lunga istruttoria in cui sono state sentite tutte le parti”.

"Quanto accaduto lo considero la più grande amarezza e la più grande ferita della mia vita professionale e naturalmente non parlo del danno economico legato ai giorni di sospensione ma al danno morale e professionale dopo una intera vita dedicata alla scuola e ai ragazzi“. dice invece la prof. 

La professoressa ha concluso affermando che quel lavoro è stato svolto liberamente dagli studenti e non aveva alcuna finalità politica o di indottrinamento degli studenti.

“Sono solidale con la collega, si tratta di una vicenda grottesca e pericolosa. Il video è stato prodotto dagli studenti e nella scuola vige libertà d’insegnamento e pluralismo delle idee. È un mandato costituzionale che non può essere messo in discussione. Se deve essere questa la punizione per chi applica regole di pluralismo, libertà e discussione nelle classi coi propri studenti allora sospendete anche me“. Così Mila Spicola, candidata alle prossime elezioni europee tra le fila del Partito democratico.

“Siamo dell’idea che il provvedimento disciplinare contro la docente Rosa Maria Dell’Aria dell’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo vada ritirato, perché per noi lede i principi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione”.

Cosi Francesca Bellia segretario generale Cisl Scuola Sicilia commenta il caso dell’insegnante dell’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo sanzionata dall’Ufficio scolastico provinciale.

“Scelte come queste rischiano solo di scatenare un clima di tensione all’interno del sistema scolastico, il provvedimento non doveva essere né sollecitato né inflitto. Esprimiamo pieno sostegno e solidarietà alla docente destinataria della sanzione, serve una immediata risposta sul piano sociale e culturale per far ritirare questo inaccettabile provvedimento disciplinare”.

“Intervenga il Ministro, la Scuola deve restare palestra di dialogo e democrazia. Senza chiarezza e ritiro va attivata una petizione appello al Presidente Sergio Mattarella” conclude Bellia.