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20/11/2020 09:02:00

Marsala, il focolaio alla casa di riposo. La situazione 

  – “Noi abbiamo fatto tutto a norma di legge”. E’ così che si difende Giancarlo Calamusa, presidente della cooperativa sociale “Magika”, che gestisce la casa di riposo per anziani “Madonna delle Grazie” di contrada Rakalia, dove è divampato un “focolaio” di coronavirus.

Si tratta, per intenderci, dell'ex Boccone del Povero. Una struttura che, prima di ospitare la casa di riposo, era nella disponibilità della Fondazione Francesco D'Assisi, quella del Sindaco di Marsala Massimo Grillo, che lì aveva installato un "presidio di pace" (oltre al noto "Borgo della Pace" vicino le saline, allo Stagnone).

 

La notizia è venuta fuori perché la figlia di una anziana ospite ha presentato una denuncia alla Procura della repubblica di Marsala, ai carabinieri del Nas di Roma e all’Assessorato regionale alla Salute, per l’accertamento di eventuali irregolarità commesse.

E’ così venuto fuori che buona parte dei quasi quaranta ospiti della struttura di assistenza era “positiva” al Covid. Il dato è emerso a seguito dei “tamponi” molecolari eseguiti l’8 novembre dall’Usca dell’Asp. Diversi anziani, intanto, dopo che ne è stata riscontrata la positività al virus, sono stati ricoverati nel reparto Covid dell’ospedale “Paolo Borsellino”.

Altri, invece, che non presentano sintomi, sono rimasti a Rakalia. Meno di un mese fa i responsabili della casa di riposo avevano avvisato i familiari degli anziani, cui peraltro non sarebbe stato più consentito di vedere i loro cari, che il presidente della cooperativa che la gestisce era risultato positivo al coronavirus.

Poi, il virus si è esteso agli ospiti, già “pazienti fragili” in quanto anziani. Intanto, “medici dell’ospedale di Marsala - afferma l’autrice della denuncia (l’avvocato Anna Maria Marra) - hanno comunicato ai familiari che alcuni degli anziani provenienti dalla casa di riposo presenterebbero gravi lesioni da decubito non trattate adeguatamente e addirittura giudicate dai medici, a livello clinico, ancora più gravi della polmonite interstiziale da cui sono affetti per la propagazione del virus dentro la struttura”. La casa di riposo, come detto, è gestita dalla cooperativa sociale “Magika” e diretta da una psicologa “che solo dopo l’avvenuto contagio – aggiunge l’avvocato Marra - ha comunicato ai familiari che gli operatori socio sanitari avrebbero indossato le tute, le visiere e gli altri dpi”. Pur confermando la “positività” di molti ospiti, diversa, però, è la versione di Giancarlo Calamusa. “Noi abbiamo fatto tutto a norma di legge – afferma Calamusa – La mattina del 24 ottobre, io ho avvertito alcuni brividi di febbre e per questo sono tornato a casa, non avevo febbre. Questa è comparsa solo l’indomani e l’ho comunicato all’Asp. Loro mi dicono che non devo fare niente perché io, lavorando in ufficio, non ho contatti con gli assistiti. Il 27 ottobre, a nostre spese, faccio fare i tamponi, a Mazara, ai nostri operatori e tutti risultano negativi. Poi, la sera del 6 novembre un anziano ospite si sente male e per questo allertiamo tutti, dall’Asp al Comune. L’8 novembre, quindi, vengono fatti i tamponi a tutti. I risultati arrivano l’11. Risultano positivi solo 3 dipendenti e 26 anziani su 34. Mettiamo tutti in stanze separate. I dispositivi di protezione? Li utilizziamo da marzo, con massimo rispetto delle leggi, ma siamo abbandonati da tutti. Gli anziani sono sempre stati assistiti bene. Ne monitoriamo costantemente lo stato di salute. Abbiamo sempre tutelato tutti, dipendenti e anziani”.

La cooperatriva Magika era la stessa che si era proposta, a Gennaio scorso, di rilevare la Casa di riposo Giovanni XXII di Marsala, l'Ipab ridotta sul lastrico, assumendo i dipendenti, ma senza pagare loro gli arretrati.