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10/12/2020 06:00:00

 Salemi. Conclusi i lavori del 'Viale della Rimembranza'. Cronaca e storia di un sito

Mirabile visu! Ultimati finalmente i lavori per il ripristino del 'Parco della Rimembranza' e dell’adiacente omonimo Viale che costeggia la via Giacomo Matteotti. Perché finalmente e perché tanta meraviglia?

Perché, nel suo piccolo, la vicenda la troviamo esemplare per capire l’andazzo delle opere pubbliche in terra di Sicilia.
Perché ci sono voluti ben quattro anni per la sua realizzazione. E, una volta tanto, non per un ritardo della consegna dei lavori o per i soliti contenziosi spesso pretestuosi con le ditte appaltatrici.

Tutto ha inizio nel lontano 2016. La legge regionale n.3, permette di aprire cantieri di lavoro “al fine di contrastare gli effetti della crisi economica che investe in particolare le fasce più deboli della popolazione e per mitigare le condizioni di povertà ed emarginazione sociale scaturenti dalla carenza di opportunità occupazionali”.

L’ Amministrazione comunale del sindaco Domenico Venuti non si lascia scappare l’opportunità. Partecipa subito al bando regionale previsto dalla citata legge. Ma i funzionari regionali, notoriamente oberati da eccessivo lavoro (recentemente hanno pure ottenuto l’annuale premio di produzione, nonostante il rimbrotto del presidente Musumeci), ci metteranno due anni per rendere operativi solo le procedure del bando.
Il primo step nel 2018. E’ l’anno in cui la notifica del finanziamento dalla Regione approda al Comune di Salemi, in una giornata di agosto flagellata da un impietoso scirocco.

Ci sono voluti due anni! Il tempo che in Cina impiegano per costruire una megalopoli. E le fasce deboli che avrebbero dovuto beneficiare del “ristoro” (per dirla con un sostantivo oggi tanto abusato) utile a “mitigare le loro condizioni di povertà” così come recita un articolo della legge di cui parliamo? Non c’e’ Scampo! O i deboli sono diventati ancora più deboli. O sono già migrati verso tutti i Nord del pianeta.
Ma nessun problema! Le liste dei disoccupati non si esauriscono. Cambiano solo i dati anagrafici delle persone inscritte. Intanto passano i giorni e i mesi. Uno dopo l’altro, implacabilmente. Nel frattempo si e’ pure insediata la nuova giunta.

Viene riconfermato il sindaco Domenico Venuti. Giusto in tempo per decidere ad inizio ottobre di utilizzare i fondi dei due cantieri per la realizzazione di due progetti di manutenzione in città. Il totale dei due cantieri ammonta a 176.366 euro.

Il primo dei quali prevede appunto la sistemazione e il ripristino del ‘Parco e del Viale della Rimembranza’ (al singolare, il perché lo spiegheremo più avanti).
L’ importo e’ di 54.125 euro circa e con l’ impiego di venti operai. Il tutto per 50 giorni.
Con il secondo progetto viene prevista la manutenzione straordinaria di alcune carreggiate facenti parte la strada comunale “Passaggio dei Mille” e della strada vicinale “Cadduzzaro” per un importo di 122.157 euro. Anche in questo caso sono venti i disoccupati impiegati per 60 giorni.

I lavori sono stati seguiti dall'assessore ai Lavori pubblici Calogero Angelo.  "Abbiamo portato a termine un duplice obiettivo – ha sottolineato Domenico Venuti -. Siamo riusciti a intercettare dei fondi regionali stanziati proprio per dare una risposta alla forte domanda di lavoro e, allo stesso tempo, abbiamo portato a termine degli interventi di riqualificazione del territorio che valorizzano ulteriormente Salemi. Restituiamo alla città un 'Parco della Rimembranza' completamente recuperato e rinnovato - continua il sindaco di Salemi - grazie a un intervento radicale sia sulla passeggiata di via Matteotti che nei viali del parco, ora tornato pienamente fruibile. Un altro tassello del percorso di recupero dei luoghi della città iniziato da tempo".

Nel “Parco” e’ stata recuperata l'intera area costituita da un terreno scosceso, sottostante alla passeggiata, divenuta nel tempo un’autentica discarica a cielo aperto, dove ognuno si sentiva autorizzato a gettarvi ogni tipo di rifiuto, dalle lattine alle bottigliette, e ricettacolo di cumuli di mozziconi e svolazzanti contraccettivi.  I vialetti del “parco” sono stati ripuliti e gli alberi potati. Ripristinati i gradini, i sedili e le ringhiere di sicurezza. Installata anche una nuova staccionata in legno.  Un intervento di riqualificazione la cui necessità era diventata urgentissima sia per un decoro urbano sia per ragioni di sicurezza. Come anche la sistemazione del marciapiede sovrastante, dissestato per via di alcuni smottamenti del terreno a seguito delle piogge degli ultimi anni, diventato quasi impraticabile e pericoloso. Ora si dovrà fare tutto l’impossibile che non ritorni al degrado. Fin qui la cronaca. Ci sia concessa ora una breve digressione, utile, quanto la ristrutturazione del sito, a chi non sa o alle nuove generazioni che poco conocono di alcuni aspetti della storia cittadina.

Il Viale, di cui abbiamo parlato viene spesso denominato “delle Rimembranze”, al plurale. Si tratta di un errore. La denominazione corretta e’ “Rimembranza” , al singolare. Una verità storica che lo studioso salemitano Luigi Caradonna Favara riporta in una sua pubblicazione di 20 anni orsono. A Salemi, si presentano spesso libri di ogni genere, ma a quanto pare con risultati non sempre soddisfacenti. A questo punto, occorre fare un passo indietro lungo 97 anni. Per la precisione, indietreggiare nel passato della storia cittadina per arrivare fino all’8 gennaio del 1923.

Giorno e anno in cui la Giunta Municipale dell’epoca, dietro richiesta di un Comitato presieduto dal prof. Antonino Cascio, nato con il fine di rendere onore ai caduti della Grande Guerra 1915/18, decide con una delibera firmata dal sindaco Baldassarre Lo Presti, che “il viale parallelo alla via Simone Corleo (così si chiamava allora l’attuale Via Matteotti. N.d.R) prendesse il nome di «Viale della Rimembranza». Oggi, in un italiano meno ridondate, avremmo detto della “Memoria”. Non solo. In memoria dei sessanta salemitani morti sulle aspre montagne alpine l’Amministrazione comunale fece piantare altrettanti alberi. Ognuno dei quali portava un cartellino, immaginiamo di metallo, con inciso il nome di un caduto. Degli alberi e dei cartellini oggi non rimane traccia alcuna. Si dice che un popolo senza memoria e’ un popolo senza futuro. E’ vero. Riappropriarsene non e’ mai troppo tardi. Si celebrano le giornate dell’albero ogni anno. Rinnovare la memoria di quei ragazzi caduti tra le nevi delle Dolomiti, legandola ad una manifestazione ambientalista, sarebbe un’iniziativa dal duplice significato simbolico per meglio onorare i nostri antenati.

Franco Ciro Lo Re